Capitolo 27 - Eterno secondo

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~ Loki ~

"I cinici bastardi non piacciono a nessuno."

Ghignai. Per qualche secondo mi parve di sentire quelle parole venirmi sussurrate dritte nelle orecchie ma, fortunatamente, era tutto ancora nella mia testa. Se Walter avesse potuto vedermi adesso si sarebbe fatto una grassa risata, ma che in quel momento io non fossi davanti a lui a sentire il suo sghignazzare continuo era una grazia più che sufficiente.

Il fatto che i cinici bastardi non piacessero a nessuno era vero. Lo stesso Walter McGuire era uno di loro e, in breve tempo, era riuscito ad ottenere il primato come persona che avrei fatto volentieri fuori con le mie mani, spodestando brutalmente Odino da quella posizione e facendolo retrocedere in seconda. Al terzo posto c'ero io.
Non che avessi le intenzioni di levarmi di torno, ovviamente, ma ripensare allo sguardo abbattuto di Lydia ogni qualvolta che il mio sarcasmo diventava parte integrante delle mie risposte alle sue domande, mi faceva salire la voglia di tirarmi qualche calcio e anche qualche pugno.
Continuando a tenere gli occhi chiusi, strinsi le palpebre non appena ci ripensai, non riuscendo ancora a capacitarmi di come non fosse possibile controllare i miei pensieri a mio piacimento.

Il fatto che lei e tutto quello che mi aveva detto mi tornasse alla mente così spesso, non mi piaceva affatto e non mi piaceva nemmeno l'effetto che mi aveva fatto la sua assenza prolungata.
Mi aveva innervosito e, più di tutto, mi aveva innervosito il fatto stesso di aver preparato un discorso apposta per lei e non si era presentata.

Avevo preferito evitare i commenti del Traditore e del Giustiziere a riguardo, ignorandoli. Era stata una possibilità che mi ero concesso con il solo fine di non diventare così rabbioso da distruggermi anche l'altra mano, ma quelle provocazioni e quelle risate erano sempre dietro l'angolo, pronte a venire fuori in qualsiasi momento.
Solo pochi secondi dopo ebbi il coraggio di riaprire gli occhi e di focalizzare meglio la scena che stavo girando nella mia testa, sebbene davanti a me ci fosse solo il soffitto bianco della cella.

Per quanto mi impegnassi, non riuscivo a immaginarmi come si deve la scena in cui Steve Rogers accorreva nell'aiuto di Lydia durante l'attentato a New York. Non riuscivo ad immaginarmi lei in condizioni a dir poco raccapriccianti e nel tentativo di trattenere un attacco di panico per non scoppiare davanti ad un bambino terrorizzato.

Non ci riuscivo o semplicemente non volevo farlo.

Ma per quanto tutto questo fosse a dir poco masochista, per quanto mi facesse male pensarci, non potevo farne a meno. La mia testa finiva inevitabilmente a pensare alle sue grida, al suo terrore, all'immensa paura che aveva avuto quel giorno mentre io credevo di star per diventare il sovrano di Midgard, come se quella fosse la mia punizione per aver ammazzato tutte quelle persone e per aver strappato un innocente bambino alla sua felicità.

Mi sistemai meglio con le gambe e richiusi gli occhi.

Una lacrima calda iniziò a solcarmi timidamente la guancia e, nell'attimo in cui deglutii, provai un fastidioso dolore alla gola.

Il senso di vergogna iniziò ad impossessarsi di me lentamente. Sebbene non potesse vedermi nessuno, il fatto stesso che fossi ridotto a piangermi addosso era una cosa già abbastanza ridicola.

Maledizione.

Andavo fiero di quello che avevo fatto. Ero fiero di tutto ciò che stavo costruendo ed ero stranamente compiaciuto di vedere tutte quelle persone, quei cittadini, terrorizzati dalla mia presenza. Ma quel piacere malato mi avrebbe portato ad
occupare la mia posizione di sovrano, ad avere un trono, a rivendicare tutto ciò che mi è sempre spettato di diritto e che mi è stato sottratto sin dalla nascita. Era arrivato il mio momento di emergere e, sebbene non ci fossi riuscito in quell'istante, giurai a me stesso che ci avrei riprovato. Una volta, tre volte, mille. Perché era quello il mio destino e niente e nessuno mi avrebbe mai distolto dal mio obiettivo. Ma adesso? Che cosa mi stava succedendo?

Beauty and the Beast || Loki Laufeyson Where stories live. Discover now