Capitolo 29 - Il sangue degli innocenti

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~ Zero ~

La battaglia continuava a svolgersi nel palazzo senza sosta e, la serenità che si avvertiva durante la festa organizzata da Volstagg sembrava essere un ricordo ormai lontano, come l'illusione del Traditore di poter portare avanti la sua impresa. L'uomo dalla pelle scura continuava imperterrito ad agitare la sua mazza chiodata verso il guerriero dai capelli biondo cenere; Fandral si piegò sulle ginocchia e si poggiò al manico della sua spada per riprendere fiato, la punta poggiata pesantemente sul pavimento.
Non era una posizione stabile, ma l'attimo che gli venne concesso per riprendersi fu breve quanto un soffio di vento.

Un secondo dopo, la mazza del Traditore colpì il pavimento poco vicino a lui, scalfendolo. Fandral impugnò di nuovo la sua arma e balzò poco distante da lui per evitare quell'attacco.

Era esausto e si sentiva morire. Il petto gli bruciava a causa dello sforzo immane che stava portando avanti da diverse ore, i tagli e le macchie di sangue che aveva sparsi per tutto il corpo erano una prova più che sufficiente di tutto quello che aveva dovuto passare con i suoi compagni e il bestione dinanzi a lui sembrava non cedere in nessun modo.

"Andiamo! Sei forse stanco?" Incalzò il prigioniero avvicinandosi a lui.

Lo scontro che entrambi cercavano di portare a termine con la morte di uno dei due sull'altro, non era altro che una piccola parte di ciò che stava capitando in tutto l'edificio, coinvolgendo anche Odino e Frigga in quella lotta senza fine.

"Ho appena cominciato." Rispose spavaldo senza pensare alle sue pessime condizioni, testimoni dell'esatto contrario di quello che aveva appena detto.
Il Traditore, in risposta, emise una fragorosa risata. Sapeva che quel guerriero gli stava mentendo e, a quanto gli sembrò, il bisogno di mostrarsi così invincibile e pieno di sé era ben più forte dell'ammettere di volersi arrendere e farla finita. Ma non gli importava. Era evidente che Fandral avesse ceduto da un momento all'altro. Le forze lo avrebbero abbandonato e lui avrebbe visto il suo corpo stramazzato a terra, privo di vita nel giro di pochi minuti.

"Riprendiamo allora!"

La consapevolezza di essere un passo vicino alla vittoria lo spinse a mettere nei colpi che stava sferrando tutta la forza che gli era rimasta. Dal canto suo, il Traditore sperava di tutto cuore che il suo compagno stesse portando a termine la sua missione, ignaro del fatto che il Giustiziere stesse per soccombere alla furia omicida dell'unico prigioniero che non vedevano come una minaccia per il loro piano.

"Sei certamente duro a perire!" Commentò il detenuto gonfiando il petto.
Approfittando della posizione, Fandral scivolò tra le sue gambe e si sistemò dietro di lui, conficcandogli la spada nel polpaccio. L'urlo di dolore del Traditore riuscì per un secondo a sovrastare il rumore delle spade all'interno di quella stanza e la sua mano si chiuse con forza attorno alla ferita. Quella forte pressione non fece che aumentare la fuoriuscita di sangue dal taglio profondo che gli era stato procurato, macchiando la sua mano e il suo tallone di quel caldo liquido scarlatto.

"Sarai anche grande e grosso, ma una lumaca è un centinaio di volte più veloce e agile di te!"

Il guerriero si prese qualche istante per riprendere fiato, notando come quell'uomo stesse letteralmente cedendo al dolore. Glielo aveva sempre detto Sif di mirare alle gambe del nemico per renderlo più debole e quella era stata la prima volta che lui riuscì a mettere in atto il suo consiglio.

Fandral sorrise al ricordo di quel caldo pomeriggio di allenamenti mentre si avvicinò al Traditore preso da un impeto di coraggio.

Beauty and the Beast || Loki Laufeyson Where stories live. Discover now