XXIII

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Han stava camminando per i corridoi del secondo piano alla ricerca del bagno, in mano dei pennelli sporchi di tempera e sul volto un sorriso spensierato. Le ore di arte erano terapeutiche anche se effettivamente la dote artistica peccava in vari punti in lui.

Una volta arrivato alla porta socchiusa del bagno gli diede un colpetto con l'anca spalancandola, non sembrava esserci nessuno e fischiettando raggiunse uno dei lavandini. L'acqua accarezzava le punte dei pennelli lavando via il colore e Han fissava il flusso scomparire nelle tubature. 

Durante il pranzo con Felix si era aggiunto a loro Jeongin, così Jisung non parlò di Min-ho ma in compenso a disperarsi fu proprio il biondo accoppiato in gruppo con Hyunjin. 

"Devo ammettere che hai ritmo" una voce dietro di lui lo fece sussultare e istintivamente alzò lo sguardo sullo specchio che rifletteva una figura in divisa. Min-ho sorrise avvicinandosi e appoggiando il corpo al lavandino. Le sue guance presero leggermente colore mentre riportava l'attenzione hai pennelli praticamente puliti. "Ciao" sussurrò prendendo coraggio. 

"Hei" lo salutò il moro divertito. Era davvero riuscito a dire solo ciao come un decelerato. Chiuse l'acqua alzando la testa e lasciando i pennelli sgocciolare nel lavandino. Era completamente inutile continuare a lavarli per evitare il contatto visivo con lui e, tantomeno, evitarlo per aver fatto pensieri perversi su di lui che lo tormentavano da quella mattina. 

Era normale no? Insomma quando ti piace qualcuno pensare in quel modo sfacciato, è normale.

"Ti va di uscire dopo scuola?" domandò il moro con volto serio mentre lo scrutava attentamente.

Han era stupito. Immaginava che avrebbe fatto lui proposte di questo genere o che i loro incontri sarebbero stati casuali. Non immagina che lo stesso Min-ho avrebbe preso l'iniziativa e annuì sorridendo. "Dove vuoi andare?" chiese impacciato, raccogliendo i pennelli per impegnare la mente e distrarla da quella sensazione di calore che cresceva nel suo petto.

"Vedrai... ti aspetto all'uscita posteriore appena finite le lezioni" lo informo staccandosi dal lavandino per accostarlo, lo guardò negli occhi per qualche secondo. In fine lo superò uscendo dal bagno.

Aveva cercato di contenere il cuore che dopo quello sguardo sembrò corrergli nel petto e Han ci portò una mano sopra "Ti prego calmati..." Sussurrò. Fissò la sua figura nello specchio elaborando il fatto che sarebbe uscito con il maggiore e preparandosi mentalmente hai silenzi imbarazzanti che si sarebbero creati tra loro. 





"Non hai paura di cadere?" Domandò Han fissando Min-ho fumare lo spinello seduto sul bordo, verso lo strapiombo, del tetto di quel palazzo altissimo.

Non si era stupido di scoprire che il maggiore facesse uso di quelle sostanze, anche se mai ne aveva sentito l'odore su di lui. Min-ho portò la testa verso il cielo guardando un piccolo sciame di uccellini e lasciò il fumo uscire dalle sue labbra "Ho smesso di avere paura moltissimi anni fa dell'altezza" ammise ed Han rimase stupito.

Soffrire di vertigini era una cosa seria che comporta anche dei sintomi fortissimi, come giramenti di testa, perdita dell'uso delle gambe e iperventilazione.

Han ricordava nitidamente quando un bambino con cui giocava da piccolo ne aveva avuta una, anche Han ne rimase impressionato, dopo averlo visto paralizzato come se avesse completamente abbandonato la terra.

DARK SIDE // MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora