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È tutto buio e calmo. Non sento voci ma questo calore così intenso mi piace da morire. Un battito regolare, tum tu-tum e una melodia indimenticabile.
Cerco di muovermi ma inizia ad essere stretto ho l'impressione che stiano cercando di farmi uscire, sembra un'istante ma il buio scompare.
Qualcosa mi tocca mentre apro gli occhi e un fascio di luce bianca mi colpisce. "Min-ho ecco come lo chiamerò" sussurra una leggera e melodica voce, sembra affaticata. Nel frattempo la luce iniziava a prendere delle forme, la prima cosa che riesco a vedere sono delle braccia paffute con delle manine piccole e delle dita. Poi un viso di una donna resta sfocato ma sembra sorridermi mentre accarezza con dolcezza le manine. Emana calore, lo stesso calore confortevole che provavo prima le voglio già bene. Stringo la mano attorno al suo dito mentre la sento sorridere e libero la mia voce riempiendo la stanza di sonore urla di gioia.

Chiudo gli occhi.

Sto correndo, sento le gambe farmi leggermente male mentre rincorro un altro bambino. Ridiamo e sento gli zigomi autorizzati, una strana ma piacevole sensazione, mi fa battere il cuore. È tutto così leggero e divertente che non voglio smettere. Mi piace il suono delle nostre risate e so che mia madre sta controllando che non mi faccia male da lontano, mentre sorseggia del tè. Le sorrido ma non riesco a vedere il colore dei suo occhi e nemmeno la forma del visto, so che ho ereditato i suoi capelli lunghi e castani questo mi basta.

Chiudo gli occhi.

La sto aiutando a raccogliere i panni, mi sento strano, è come se il mio cuore si sentisse confuso. Ho lo stomaco chiuso e guardo mia madre che sembra essersi abbassata, quando sono io quello ad essere cresciuto, anche le temperature sono cambiate e inizia a fare più freddo. Mi si avvicina lentamente accarezzandomi la testa e sorride, ha un sorriso stupendo ma non riesco ancora a vedere i suoi occhi. "Tuo padre non c'è Min-ho, ma non essere triste ok? puoi fare affidamento sulla mamma io resterò con te sempre" le sue parole dolci mi fecero provare una pugnalata al cuore. Era così doloroso che gli occhi iniziarono a pizzicare e la vista mi si annebbiò, ma le sue braccia mi avvolsero in un abbraccio confortevole. Sento che posso fidarmi di lei, il calore che emana mi fa sentire così al sicuro e protetto da non poter far altro che sorridere. Non mi serve nessuno oltre a lei e la proteggerò per tutta la vita perché le voglio bene. Una lacrima mi riga il viso mentre...

Chiudo gli occhi.

La sento tossire per l'ennesima volta così forte che è riuscita a svegliarmi dal sonno. Mamma ha iniziato a tossire da un paio di settimane, dice di aver preso freddo ma io inizio a preoccuparmi, sono anche abbastanza sicuro che qualche linea di febbre le sia salita. So di avere una madre cocciuta e, piuttosto di lasciarmi a casa dalle poche lezioni che fanno al villaggio per noi ragazzi, preferisce lavorare per prendere i soldi necessari a pagarle. Invece dovrebbe prendersi cura della sua salute.
Mi alzo silenziosamente la tosse sembra più grassa del solito. Cammino nella stanza afferrando un cucchiaio e il barattolo di miele che sta su una delle mensole.
Mi avvicino al suo letto vedendola tremare, sospiro sapendo già che la conseguenza delle sue condizioni è in parte anche mia per non averla convinta a riposare.
"Mamma prendi un cucchiaio di miele, calmerà la tosse e domani cercherò il medico... Hai bisogno di essere visitata" si alzò lentamente annuendo, le porgo il cucchiaio che mangia senza dire nulla per poi distendersi nuovamente. Le aggiungo un'altra coperta, sorridendo mentre la senso sussurrare un debole grazie.

Chiudo gli occhi.

Trascino un carretto carico di sacchi contenenti riso lungo il vialetto, di tanto in tanto lo faccio per procurare qualche soldo. Quando non sono a scuola mi adopero per far riposare mia madre, soprattutto ora che ha perso tutte le energie a causa di questo raffreddore.
Il dottore non ne capisce la causa tanto meno come curarlo, sonno spaventato.
Resto a casa molto tempo con lei e non ha ancora forze per alzarsi. Quando la guardo dormire mi sento instabile, la gola si secca e sento come se qualcuno cercasse di trascinarmi verso il fondo di un pozzo.
La luce sembra così lontana mentre la sua febbre non scende, mangia poco e la perdita di peso repentina non mi aiuta a rilassarmi. La notte dormo poco mentre prego che le sue condizioni migliorino, obbligandomi a non perdere la speranza e la voglia di fare, lei ne resterebbe delusa.
L'occhio destro pulsa mentre il gonfiore mi impedisce di guardare bene la strada, oltre la salute cagionevole di mia madre, uno dei ragazzi con cui faccio le lezioni sembra divertirsi a prendermi di mira. Probabilmente il mio aspetto mingherlino ne è la causa, ma questo non mi turba, incasso i pugni e le offese come un sacco da box insensibile. Trovo inutile cercare di difendermi, non ne sarei comunque in grado. Strinsi i denti per lo sforzo di trascinare il peso del carretto e in silenzio continuo a camminare con un solo pensiero in testa, pensare alla salute di mia madre.

DARK SIDE // MinsungDonde viven las historias. Descúbrelo ahora