XXXI

742 61 21
                                    

L'odore di Jisung era così intenso che per Min-ho fu semplice seguirlo, correva nelle vie desolate di quella parte di Seul che tutti evitavano come se essa fosse contaminata. Il cappuccio della felpa alzato per coprire gli occhi completamente neri, ma senza di essi avrebbe impiegato più tempo per raggiungerlo. Se lo avevano portato via da lui, li stavano osservando da parecchio e di conseguenza conoscevano il suo punto debole.

Visualizzò il palazzo disabitato riconoscendo, oltre all'odore della paura di Han, quello di un suo simile più intenso e fresco. Un primordiale.

Esseri che non conosceva così bene ma che sapeva essere la peggior specie demoniaca, non aveva paura di scontrarsi con uno di loro, non ne aveva mai avuta da quando la sua vita ultraterrena era iniziata.

Non si curò di nessuno inaspando una corsa frenetica verso le scale, mentre gli uomini che occupavano le stanze adiacenti si fiondarono verso di lui. Ma nulla lo fermava quando aveva un obiettivo da raggiungere. Han Jisung.

Si bloccò per un istante attendendo che gli uomini lo circondassero. Abbassò il cappuccio con un sorriso beffardo inumidendo il labbro inferiore, non si sfogava da molto. Li poteva sentire tremare impauriti dalla sua presenza, ma erano intrepidi più di quanto potesse aspettarsi e il primo di loro si fece avanti.

Sferrò un pugno, foderato con del metallo, verso il volto di Min-ho. Anche se l'impatto non l'avrebbe ferito poi così tanto, prima che ciò potesse accadere fece voltare il suo corpo evitandolo.

Il braccio dell'uomo era muscoloso e forte, però come ogni essere umano le sue ossa erano fragili e facili da rompere, e il castano lo sapeva benissimo.

Gli bastò cingere ulna e radio con le dita della mano esercitando poi la massima pressione per sentirlo piegarsi. Il rumore delle ossa che si frantumarono sotto la pressione del palmo fu udibile per pochi secondi prima che le urla dello sconosciuto lo sovrastassero.

Respirò il dolore, una fragranza inconfondibile e piacevole, seguita da quella scarica di adrenalina che diventava come una sublime droga.

Alcuni uomini indietreggiarono, probabilmente quelli più intelligenti, mentre gli altri rimasero immobili bloccando l'accesso alle scale. Avanzò senza curarsi di nessuno, se qualcuno si metteva in mezzo per Min-ho era facile metterli fuori gioco. Tutto ciò lo faceva solo sentire meglio e riportava alla luce la sua vera natura, quella che nascondeva a tutti compreso a Jisung, per non destare sospetti.

Rimaneva solo una persona a metà della rampa. Sorrideva compiaciuto con quei fastidiosi denti in metallo e le maniche arrotolate della camicia, mostrando la sua seconda pelle di tatuaggi troppo sovrapposti per capirne il significato. Tra le mani sorreggeva due Kunai con cui giocherellava aspettando solo il suo turno.

Min-ho chiuse per un secondo gli occhi, ascoltò con attenzione le lame affilate tagliare il tempo e l'aria, creata dalla rotazione, seguirli come una fedele serva. L'uomo che li maneggiava aveva addosso il profumo di Jisung e il sorriso di Min-ho si spense, l'aveva toccato e il solo pensiero gli faceva ribollire il sangue nelle vene.

"Fatti sotto demone da due soldi" sussurrò l'uomo consapevole che Min-ho potesse sentirlo forte e chiaro. Non se lo fece ripetere e avanzò fino a cingere la gola tatuata con una delle sue mani. Avrebbe voluto giocare per più tempo con lui, ma ne stava già perdendo troppo.

"Per quelli come te che puzzano di corruzione non c'è altro che la punizione peggiore nell'inferno, lei ti ha ingannato" sussurrò con un sorriso beffardo Min-ho, ora che l'odore di quella donna era inconfondibile gli era chiaro cosa stava succedendo.

Strinse la presa al collo mentre vedeva gli occhi dell'uomo annebbiarsi e le vene di collo e tempie gonfiarsi. Voleva vederlo morire e gustarsi quel momento come un pasto afrodisiaco. Mentre l'uomo soffocava impugnò fermamente i pugnali e con un ultimo sforzo e li conficco in profondità nelle scapole del moro.

DARK SIDE // MinsungWhere stories live. Discover now