LETTERA DI ALGOL

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A tutti gli amori impossibili... perché d'impossibile c'è solo ciò che non abbiamo avuto il coraggio di fare. E io voglio che il nostro amore sia possibile, voglio passare il resto della mia vita insieme a te e chi se ne frega di tutto il resto. Io ti amo, ti amerò per sempre.

Mia dolce Shahrazade,

eccomi qua, a scriverti ciò che mai potrei dirti a voce, a confessarti tutto ciò che provo... insomma, i retroscena di questa storia. Sebbene probabilmente non ti darò mai queste pagine voglio mettere tutto per iscritto, voglio creare qualcosa di reale in una storia che di reale non ha nulla, che mi sembra una fiaba più che qualcosa di vero.

Ho frammenti di pensieri che voglio scriverti. Scusa se forse non saranno molti coerenti, se non seguiranno una logica esatta. Quello che provo per te non ha logica.

La prima volta che ti ho vista... te lo sei mai chiesta? Com'è iniziato tutto? Come l'odio si sia diluito in amore? Io me lo sono chiesto spesso come sia iniziato da parte tua... ma ora sto tergiversando. La verità è che non sono certo di poter affidare i miei pensieri alla carta. Probabilmente non avranno l'impatto che voglio. Ci devo comunque provare. Eri una bambina all'epoca. Una bambina con i capelli scuri e quei due occhi ambrati che già ti entravano nell'anima. Non è stato questo però ad attirare la mia attenzione. No, è stato il tuo sorriso. Mi spieghi come fai a sorridere in quel modo? Non è una cosa umanamente possibile. Il tuo è un sorriso che muove le montagne e fa crollare gli imperi.

Io non sorridevo mai da bambino, sai? Mio padre sosteneva che avessi qualcosa di rotto. I bambini normali sorridono, no? Così me lo ripeteva ogni giorno, io ero rotto, per questo mamma se n'era andata. E alla fine, a furia di sentirmelo ripetere, mi sono convinto anch'io di avere qualcosa di rotto. E poi tu sorridevi in quel modo... perché non potevo sorridere anch'io così? Perché io non avevo la tua stessa fiamma in petto? E poi non capivo quel sentimento che mi dilaniava l'anima quando ti vedevo. Era complicato, sai? Io non sapevo cos'era l'amore, io conoscevo solo l'odio, il dolore, la disperazione... e poi ho conosciuto te, che non sei nulla di tutto questo. E così ho deciso di prendere la tua luce, solamente qualche raggio. Ti ho ferita molto in quegli anni, lo so. Eppure ti ho sempre difesa, questo però tu non lo sai. Non puoi sapere quanti mostri attirassi con quella tua luce, con la tua apparente fragilità. Creature oscure come me, che volevano toglierti quel sorriso. Io pensavo a loro, io li allontanavo. 

Esseri crudeli. Dovresti perdonarli. Non è facile starti vicino senza essere attratti, anche se tu probabilmente non lo sai.

E poi un giorno ho scoperto che forse tanto dissimili non li siamo. Anche tu covi le ombre nel cuore, ma alla fine la luce in te vince sempre.

L'hai notato che faccio fatica a guardarti negli occhi? Probabilmente no. Maschero bene, ma è complicato. Mi sembra di affondare in un mare d'ambra, in un luogo fatto di ombre e luci, un mondo in cui esisti solo tu, mia sola principessa. Non riesco neppure a dipingere il tuo viso. Ho i tratti ben chiari in mente, ma il ritratto non è mai perfetto... così ti dipingo sempre di spalle, oppure con i capelli che ti ricadono in viso. Si tratta del modo più semplice per amarti. Io dipingo ciò che amo, è per me come accarezzarlo, come conoscerlo a fondo. Il tuo viso... è un mistero. Non so neppure descriverlo. Certo, potrei dire che hai due occhi grandi e pieni di passione -la passione in una donna è tutto, te l'ho già detto- un naso volitivo, labbra fatte per essere baciate, e anche baciate bene, un volto ovale... e poi? Non sono riuscito a rendere comunque l'idea di com'è il tuo viso. Mi dovrò accontentare di portarlo impresso nel cuore. Meglio di nulla.

Ti osservavo sotto il ciliegio in fiore, i petali, rosa, che ti cadevano addosso, come una pioggia leggera. Alla fine sembrava che tu avessi una corona di fiori tra i capelli. Una vera dea della natura.

Baciami, poi ti spiego (a Cinderella story)Where stories live. Discover now