43. IL DIPLOMA

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Le giornate seguenti passarono in maniera confusa, accavallandosi l'una sull'altra. A scuola la presenza di Anne e del suo gruppo di vespe mi turbava. Faceva di tutto per rendere impossibile la mia vita. A casa era il sentimento di Algol a scuotermi fino a lasciarmi senza fiato. Le altre persone invece tendevano a ignorarmi. A scuola gli unici che ancora mi rivolgevano la parola erano Sarah, Penny e Tim –quest'ultimo comunque sembrava turbato dalla mia vicinanza con Algol e forse non potevo neppure dargli torto. Gli altri studenti mi davano le spalle quando passavo, producendo un fastidioso brusio, di cui ero certamente io la protagonista. Non mi piaceva essere l'oggetto di quell'attenzione, ma sapevo bene di non poter fare nulla al riguardo, dovevo solo stare zitta e sopportare. Il liceo in fondo finisce, anche se sembra dolorosamente eterno. La cosa che mi lasciava sorpresa era che non ci fosse nessun tentativo di mia madre di contattarmi. Non le importava di me? E poi finalmente tutto terminò e arrivò l'ultimo giorno.

-Non dirmi che non ti ricordi cos'è oggi!- disse Sarah, la voce che vibrava per l'emozione.

-Ho dimenticato il compleanno di Harry Potter?- chiesi ironica, le tempie che mi pulsavano.

-Assolutamente no, quello è a luglio... il Final Day! Il giorno più pazzo dell'anno-

Improvvisamente ricordai e sentii lo stomaco contorcersi in una morsa. Il Final Day era il momento più atteso e temuto dell'anno. Si collocava il giorno prima del diploma e tutto era concesso. Dichiarazioni d'amore, risse, qualsiasi cosa... in pratica si chiudevano tutti i conti in sospeso dell'anno.

-L'anno scorso Samantha Wilde e Jessy Smith si sono picchiate in cortile per Michael Kraus- disse Sarah, allegramente, giocherellando con i lacci della felpa –quest'anno mi aspetto cose ancora più grandi... passioni lancinanti, lotte all'ultimo sangue, tragedie strappalacrime... ci sono tutti gli ingredienti per una grande chiusura!-

Oppure per una grande esplosione.

-Speriamo che succeda qualcosa di fantastico... sarà una giornata memorabile!-

-Come un giro al cimitero- borbottai.

E la giornata fantastica non si fece attendere. Megan Erak saltellava felice di aver ricevuto una lettera con una dichiarazione d'amore da un misterioso corteggiatore. –Ragazze!- ci raggiunse, la chioma rossa che si muoveva sulle sue spalle –Algol, secondo me è Algol!- mi strizzò l'occhio, lei che non mi degnava neppure di uno sguardo. La osservai correre via, volteggiando felice, sembrava che da un momento all'altro dovesse prendere il volo.

-Paul Inglad, è lui che le ha mandato la lettera- spiegò Sarah, ridacchiando.

-Come lo sai?-

Sarah fece spallucce. –Lo sanno tutti- rispose quindi, con un tono di voce che voleva lasciare intendere proprio il contrario, quindi accelerò il passo.

-Ehi, aspetta- affrettai il passo, lo zaino che mi saltellava sulle spalle. Dei ragazzi stavano sghignazzando in un angolo. Certo, il Final Day era anche il giorno degli scherzi.

-Ci aspettano in aula magna per il discorso di fine anno- mi ricordò Sarah.

Annuii e la seguii. Quando entrammo la grande sala era già piena di studenti.

La vidi subito. Se ne stava ferma in mezzo all'aula magna, come una dea sorta dal palco di legno. Mi fermai, come se all'improvviso il mio corpo non riuscisse più a rispondere ai miei movimenti. Sarah mi finì addosso, ma non lo notai quasi. La mia attenzione era tutta concentrata su Julia. La mia sorellastra, la maggiore, la prima, la preferita di Megan, la figlia perfetta. Julia era un demone vestito di fascino e carisma. Sorrise al pubblico, le labbra piene e voluttuose. I grandi occhi verdi, truccati con cura, nascondevano mille cose non dette. Julia non era chi mostrava di essere. La vidi avanzare, l'abitino semitrasparente che evidenziava le sue forme.

Baciami, poi ti spiego (a Cinderella story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora