14. AMORE E CHIMICA

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Quel giorno a scuola c'erano solo due argomenti che viaggiavano di bocca in bocca. La gara della sera prima -con le fan di Algol che sospiravano teatralmente- e Susy White, la ragazza scomparsa. Mi lasciai cullare da quel brusio, almeno era qualcosa di conosciuto. Fu così che non ascoltai quasi la lezione di matematica. Dal mio posto, vicino alla finestra, osservavo la strada soleggiata. Era deserta, come succedeva sempre durante le ore di lezione e... vidi un ragazzo dai capelli scuri entrare, un sacchetto appeso a una mano. Algol. Quasi trasalii. Cosa ci faceva fuori? Per lui le normali regole non valevano? Poteva entrare e uscire come preferiva? Ingoiai un senso di panico... presto avrei dovuto rivederlo.

E infine arrivò. L'ora di scienze, ovvero un altro momento da passare nella stessa aula insieme ad Algol. Non era una buona notizia, al contrario. Respirai, cercando di mantenere la calma. Non ci potevo fare nulla, per cui era inutile lamentarmi. Il cuore però non lo sapeva, per cui rombava furiosamente. Presi posto in prima fila e tirai fuori dallo zaino il grosso libro di testo. Mrs Loove era già seduta alla cattedra, l'elaborata acconciatura rossa che certamente splendeva al buio tanto era appariscente. Stava scrivendo qualcosa su un quaderno. Probabilmente erano gli appunti per la lezione del giorno. Mi passai una mano sul nastrino che portavo sempre al collo. Era un po' un portafortuna per me. Lo pizzicai. Algol era già arrivato e se ne stava seduto scompostamente in ultima fila. Ingoia l'agitazione.

-Bene- esordì la professoressa non appena la campanella suonò, alzando lo sguardo -oggi parliamo delle reazioni chimiche nel corpo umano- si alzò in piedi. -Secondo voi i sentimenti sono dettati dalla mente oppure nascono dalle reazioni chimiche del nostro corpo?-

-L'amore è solo chimica- le parole mi uscirono dalle labbra prima che riuscissi a controllarmi. Fissai la professoressa, cercando d'ignorare Algol, il modo in cui lui aveva i suoi occhi su di me, occhi che bruciavano. -Serotonina e dopamina... non è altro che chimica- confermai, il tono tremolante.

L'insegnante mi guardò con attenzione, poi annuì. -Sì, si potrebbe dire che è per gran parte chimica, ma non solo... non credi che ci sia anche dell'altro?-

Scossi la testa. -No, nient'altro che chimica- mormorai, la mia voce simile al graffio su una lavagna. Era un modo per gridare al mondo che l'amore non esisteva, che era solo una reazione chimica. Speravo così di allontanare quel senso di malessere che mi bruciava nel cuore, che mi azzannava crudelmente l'anima. Ovviamente io per Algol non provavo... la parola non si formò neppure nella mia mente, ma nacquero immagini. Ricordi. Frammenti di vita, simili a fotografie strappate.

Algol che sorrideva, come un lupo. Algol che mi fissava come se volesse divorarmi. Algol che mi parlava, la voce piena di sottintesi. Scacciai quelle immagini che rischiavano di soffocarmi e mi concentrai sul presente.

Mrs Loove mi fissava con la fronte aggrottata. Non era certamente molto aperta alla discussione con gli studenti. E poi sospettavo di non starle molto simpatica.

-La noradrenalina provoca i sintomi fisici... gambe molli, farfalle nello stomaco... la serotonina causa l'ossessione- continuai. Lo avevo letto in uno dei libri di mio padre. -L'amore è solo chimica-

E poi successe l'imprevedibile. Mrs Loove sorrise. -Molto  bene, Sherry!-

Le ero piaciuta? Non riuscivo a crederci. E in quel momento sentii lo sguardo di Algol bruciarmi la schiena. Fu come sciogliermi nel mare. Strinsi il bordo del banchetto, cercando di contenere l'ansia. Fu inutile. Con Algol era tutto inutile.

 Con Algol era tutto inutile

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Baciami, poi ti spiego (a Cinderella story)Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ