EPILOGO

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L'albero aveva dei bellissimi fiori rosa. Faceva la sua bella figura in mezzo all'erba verde. Sorrisi e alzai lo sguardo. Le stelle iniziavano a brillare nel cielo rossastro che si stava colorando di scuro. Lo fissai con il cuore che mi batteva forte. Era tutto troppo perfetto... dov'era il problema? Quando qualcosa era perfetto normalmente c'era sempre qualcosa che non andava.

In auto io e Algol avevamo avuto tempo di parlare. Non solo di noi. Gli avevo chiesto di Tim. Si era ripreso ed era in carcere.

-Chiede di vedermi- aveva detto, cupo -io però non voglio-

-Non devi sentirti costretto-

-Lo so- e mi era sembrato stanco, cupo, infelice. Orribilmente infelice.

Scacciai quei pensieri e mi concentrai sul presente, sull'albero che avevo di fronte, sul senso di dolce ebrezza che provavo.

-La leggenda narra che chi si bacia sotto questo albero è destinato ad amarsi per sempre- mi spiegò Algol, facendomi voltare verso di lui, le mani sui miei fianchi.

-Quindi vuoi legarmi per sempre a te con un bacio?- lo punzecchiai.

-Meglio... voglio fare un nuovo giuramento- lo vidi affondare una mano nella tasca –un attimo... ma dove l'ho... eccolo!- un'espressione vittoriosa gli modellò il viso. Estrasse un anello. –Voglio stare con te per sempre- e il modo in cui lo disse, chissà perché, mi riscaldò completamente. Anima e corpo.

-Me lo hai già dato un anello- gli ricordai.

-Allora diciamo che questo è la versione successiva e ufficiale... un aggiornamento-

-Questo è il tuo finale con il botto?- chiesi in un soffio, ricordando quelle parole che un giorno, ormai lontano, mi aveva rivolto.

-Sì, potrebbe esserlo... a proposito, che fine ha fatto la bambola viaggiatrice?- domandò e la sua voce mi strappò un sorriso.

-Tornata alla proprietaria... completamente cambiata-

Algol sogghignò. –Lo immagino... sembrerà un'altra-

Sì, proprio come me. La mia evoluzione era stata proprio come quella della bambola. Avevo viaggiato –un viaggio più mentale che fisico- quindi ero diventata quella che ero, ero mutata.

-Quello che hai fatto per quella bambina... beh, è stato bello- disse Algol, ciocche di capelli che gli scivolavano sulla fronte.

Feci spallucce. -Sono cambiata anch'io, forse più della bambola- non mi nascondevo più dietro a un sorriso. Ero me stessa.

-Beh, mi piaci sempre- poi mi passò una mano tra i capelli -Non capisco quelli che allontanano la persona che amano, credimi, ho provato a starti lontano, ma non ci riesco. Se io ti amo voglio stringerti a me, voglio averti con me, voglio fondermi con te. Io sarò il tuo bene. Il resto del mondo non ha importanza- dichiarò Algol, serio, l'anello nel palmo della mano. Era di diamanti.

Il cuore mi pulsava in gola. Temevo quasi che sarebbe uscito dalle labbra. Avevo strappato Algol da un sogno o forse da un incubo. Me lo portavo dietro da sempre. Mi sembrò di essere tornata bambina. L'infanzia fa vedere il mondo come dorato e ora lo vedevo così. Tutto immerso in una luce d'oro.

Le mani posate sulle sue spalle, le dita che affondavano nel tessuto.
Lo baciai fino a quando le ginocchia mi tremarono, fino a fonderci, fino a quando la realtà intorno a noi perse importanza. Perché solo così potevo baciarlo, perché potevo solo amarlo di un amore folle e disperato. Il mondo non avrebbe mai compreso. Ma come può chi ha sempre vissuto sottoterra comprendere il cielo? Certe cose per capirle bisogna viverle sulla propria pelle... a qualsiasi costo.

L'anello che tempo prima mi aveva regalato -una vita prima- mi raschiò e mi punse, come una spina. Era l'essenza stessa del nostro amore quel dolore? Lasciai che Algol, tra un bacio e l'altro, m'infilasse il nuovo anello, sopra l'altro.

-Per sempre- sussurrò.

-Per sempre- gli confermai io e gli baciai la bocca, bagnata dal tramonto e dall'amore.

Era tutto perfetto... quella doveva essere la felicità. Beh, c'erano ancora tante cose che si potevano migliorare, ma non aveva importanza. Perfezione, felicità... a volte sono solo un attimo, due persone legate insieme, incatenate da un sentimento duro come l'acciaio. E noi eravamo quelle due persone.

E qui finisce la storia. Qual è la morale? Non saprei, probabilmente che bisogna lottare per ottenere ciò che si ama, che l'amore è per sempre, che è tutto quello che abbiamo. Certo, Algol è a volte tremendo, insopportabile, odioso... ma senza di lui il mondo smette di ruotare e la realtà diventa cenere.

A volte più che di un lieto fine abbiamo bisogno di un finale con fuochi d'artificio ed esplosioni. L'amore forse è proprio questo. Un fuoco che divora e purifica. Uno scintillio di stelle che illumina il buio. Un mare di ghiaccio bruciante. Beh, forse non sarà perfetto, ma non desidero altro.



NOTE DELL'AUTRICE:

Scrivere la fine di una storia è sempre molto complesso. Vorrei cominciare con il ringraziare tutti i miei lettori, che mi hanno sostenuta in questo lunghissimo viaggio.

Fatemi sapere cosa pensate di questa storia.

Ci sono ancora delle domande lasciate in sospeso. Chissà in futuro potrei scrivere il seguito.

Ho deciso, nell'ultima parte, d'integrare la storia con il punto di vista di Algol, attraverso le sue lettere. Ve ne voglio lasciare ancora una, che descrive Algol e i suoi pensieri prima dell'inizio della storia.

Il prima possibile comincerò a pubblicare il seguito de La principessa e la cocotte (non so quanti aggiornamenti la settimana). Prossimamente mi dedicherò a completare i romanzi lasciati a metà. Sto lavorando comunque ad altre storie e vi terrò aggiornati attraverso Wattpad e gli altri social. Nei prossimi tempi mi dedicherò anche a revisionare questa e altre storie.

Buone vacanze a tutti!

Un'ultima cosa: a seguire c'è un capitolo speciale

Baciami, poi ti spiego (a Cinderella story)Where stories live. Discover now