60. CHIACCHIERE E BISCOTTI

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-Non penserai davvero che ci sia qualcosa tra lui e Anne?- chiese Sarah, sorseggiando il suo frappè alla fragola. Le orecchiette da gattina di peluche le traballavano sulla testa. Di fronte a noi c'era un tavolino pieno di dolci e bevande.

Sospirai, lo sguardo che scivolava tra i pioppi. Eravamo nel grande giardino del castello. Mia madre era stata felicissima di sapere che Sarah sarebbe venuta a trovarmi. Chiunque era meglio di Algol per lei. –Non lo so- sussurrai, il vento che mi scompigliava i capelli –con Algol non c'è nulla di semplice... e poi ultimamente si fa sentire sempre meno- al contrario, era tutto assurdamente difficile.

-Sherry, su, vedi la cosa dal punto di vista positivo, la tua vita ha preso una svolta positiva... anzi, fantastica, sei una principessa! Quante principesse conosci?- lo sguardo le scintillava e lei sprizzava felicità.

-Al momento nessuna, ma mia madre vuole portarmi a fare un viaggio in Europa, per cui suppongo che ne conoscerò altre presto... in compenso sto leggendo la biografia di tantissime regine... tu non immagini neppure quante ce ne siano state- pagine e pagine che raccontavano storie proveniente da un passato che potevo solo immaginare e sfiorare con la fantasia. Altre vite, altre storie, altri dolori. Facevano sembrare me e la mia storia molto banali.

-Come dev'essere bello- sospirò, uno strano luccichio nello sguardo.

-E tu come stai?- mi affrettai a chiederle.

-Niente, mi sto preparando per il college- rispose rapidamente.

-E Roger?- domandai, decisa ad affrontare ciò che in realtà turbava Sarah.

L'effetto di quelle parole mi sorpresero. Sarah abbassò lo sguardo, improvvisamente pallida. –Io... non voglio parlarne-

Annuii. –Beh, se un giorno ne avrai bisogno... -

-Sì, un giorno... comunque un paio di giorni fa ho incontrato Tim- disse con un sorriso, che nascondeva un mondo di doppi sensi. Universi interi fatti di coniglietti e peluche.

Sentii la gola stringersi senza sapere esattamente il perché. –Ogni tanto io e Tim ci scambiamo messaggi- ammisi con un filo di voce.

Sarah parve indugiare, poi sospirò. –Siamo proprio incasinate, vero?- scosse la testa, i capelli che le ricaddero sugli occhi –Pensare che eravamo le ragazze più tranquille del liceo-

-Le strambe- gli feci eco io.

-Ne è passata di acqua sotto i ponti, non credi?-

-Sì, ne è passata davvero molto- sospirai –sabato sera ci sarà un ballo a palazzo... che ne pensi di venire anche tu?-

-Io?- sorrise, prima di scrollare le spalle –No, non posso... questo mondo- fece un ampio gesto con le braccia –non mi appartiene-

Non apparteneva neppure a me, mi ritrovai a pensare. –Se comparisse Harry Potter dovrò dirgli che la sua bella Sarah non è tra i presenti- scherzai.

-Oh, non m'interessa più Harry- disse con una sfumatura che non riuscii a comprendere.

-Come? Ma dici sul serio? Tu adori Harry!-

-Lo adoravo... ora... tutto è diverso- fece una smorfia.

Mi sembrava impossibile. Non replicai comunque. Mi sentivo stanca, stordita, vulnerabile. Lasciai che Sarah parlasse d'altro, cose senza importanza. Io pensavo ad altro, la mente che volava, che fantasticava, che creava e distruggeva regni.

-Niente balli per me.... io non sono una principessa- continuò -e poi una volta la terza moglie dello zio della mia madrina... -

E decisi di non insistere. Ascoltai svogliatamente quello che diceva.

Baciami, poi ti spiego (a Cinderella story)Where stories live. Discover now