24. CENERENTOLA AL LICEO

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Fu Anne, la mattina seguente, a dirmi della festa. Venne addirittura a bussare alla porta della soffitta, cosa rara come un'eclissi totale.

-Dovrai preparare tutto, mi raccomando... e non dire nulla a mamma!- mi ordinò, la voce stridula, lo sguardo lampeggiante.

Mi costrinsi a sorridere. Sapevo che Megan sarebbe andata a trovare Julia quel weekend, avrei dovuto sospettare che Anne ne avrebbe approfittato per fare festa.

-Certo, non preoccuparti- dissi, il pensiero che volava ad Algol. Ci sarebbe stato anche lui. Questo pensiero mi confondeva.

-Mi raccomando... Betty voleva fartela pagare per quella tua sciocca scenata in mensa, ringrazia che io ho un buon cuore- mi freddò.

-Grazie, Anne- replicai sarcastica e mi dovetti mordere la lingua per non aggiungere altro.

Anne comunque non parve notarlo. Fece spallucce, si guardò le lunghe unghie blu e sospirò. Sembrava un'attrice di teatro. -Povera me! E cerca di stare lontana da Algol-

Mi sforzai di sembrare imperturbabile. -Algol?- domandai, fingendo un'innocenza che non avevo. Il cuore però tremava... se avesse saputo...

-Lui non ti guarda neppure!- e si voltò, senza aggiungere altro. Questo fu una fortuna perché non mi vide riderle in faccia.

Fu così che alle nove di sera la casa era già piena di persone

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Fu così che alle nove di sera la casa era già piena di persone. Si trattava di una festa in maschera. Gente che andava e veniva. Musica a tutto volume. Cose che andavano in pezzi. Megan non ne sarebbe stata felice. Non che questo m'importasse. Sentii le cicatrici bruciare e feci la cosa che sapevo fare meglio: ignorarle. Sbirciai giù, nascosta dietro la porta della soffitta. Dalla posizione in cui ero -appollaiata in cima alla rampa di scale che portava alla soffitta- potevo vedere sia la luce che lampeggiava, sia le persone che si alternavano. Probabilmente non sarei riuscita a dormire tutta la notte... non che fosse il mio più grande problema.

-Cosa succede?- la voce squillante di Sarah usciva dal mio auricolare. Mi aveva chiamata non appena le avevo scritto della festa.

-Le solite cose- borbottai.

-Sii più specifica, voglio sapere- insistè.

Feci una smorfia. Perché era tanto curiosa? Mi sfuggì un sorriso. Era la stessa ragione per cui stavo anch'io ferma lì, come una ladra di momenti altrui. Sarebbe stato bello stare là sotto, almeno per una sera, partecipare a una festa.

-Sherry- chiamò Sarah, riportandomi alla realtà –vuoi essere più precisa?-

-Hanno tutti la maschera, è difficile dire chi sono- mentii con un filo di voce. In realtà li riconoscevo quasi tutti. Li avevo osservati per così tanto tempo, loro e la loro vita maledettamente perfetta. Mi morsi con rabbia le labbra fino a quando non sentii un acuto dolore e il sapore metallico del sangue. Algol sarebbe stato là sotto, a partecipare a quella farsa. Il pensiero di Anne che si stringeva a lui mi fece venire la nausea.

Baciami, poi ti spiego (a Cinderella story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora