62. AI CONFINI DEL MONDO

146 11 14
                                    

Dovetti ammettere, perlomeno con me stessa, che andare in moto non era poi così male. Ti trasmetteva un'energia che non avevo mai sentito prima. Ora comprendevo perché Algol adorasse tanto andarci anche dopo l'incidente. Ovviamente non avevo nessuna intenzione di ammetterlo.

-Ti piace?- mi chiese lui, alzando la voce perché lo sentissi.

-C'è di meglio- mentii, un sorriso sulle labbra.

-Bugiarda- mi rispose lui.

-Ho imparato da te-

Algol rise, una risata che percorse la notte. –Vuoi andare ai confini del mondo?-

-Dove?- chiesi, credendo che il fruscio del vento non mi avesse fatto capire cosa stava dicendo.

Algol mi rispose con un'altra risata. -Lo vedrai-

Il mare ruggiva furiosamente

¡Ay! Esta imagen no sigue nuestras pautas de contenido. Para continuar la publicación, intente quitarla o subir otra.

Il mare ruggiva furiosamente. Algol fermò la moto a pochi passi dalla sabbia e scese con un salto aggraziato.

-Arrivati- annunciò, togliendosi il casco. I capelli neri scintillarono alla luce della luna. Il cielo scuro con le stelle che splendevano come cocci di vetro.

-Mi hai portato a fare un bagno al mare?- lo provocai.

-Perché no?- lasciò cadere il casco nella sabbia, dove atterrò con un tonfo –Ferma, ci penso io- mi prese per la vita e mi aiutò a scendere.

Lanciai un urlo, a metà tra il divertito e l'allarmato, le mani che si posavano sulle sue spalle per ottenere un equilibrio, ma non solo, volevo semplicemente toccarlo. Mi sembrava di essere una delicata bambola.

Algol mi posò a terra con dolcezza, mi tolse il casco che mise vicino al suo, teneramente.

-Non sono mai stata qua- ammisi, guardandomi intorno. Era un luogo incantevole, sembrava quasi magico.

-Si chiama "I confini del mondo"- mi spiegò.

-Perché?- chiesi, curiosa.

Un sorriso piegò le labbra di Algol. –L'immagine è superiore alla parola perché non ha bisogno di spiegazioni- mi prese per mano –vieni con me-

Lo seguii, affondando nella sabbia. L'aria fresca della notte mi muoveva i capelli e l'abito. Inspirai il dolce profumo della salsedine e fissai la schiuma del mare che risplendeva, bianca, alla timida luce della luna. Algol mi passò un braccio intorno alla vita e mi spostò in modo tale che potessi vedere il mare, che si estendeva fino a perdita d'occhio. Voltai la testa e vidi che la spiaggia faceva angolo. Girai completamente, i capelli che mi svolazzarono attorno e che finirono addosso ad Algol. La cosa non mi dispiacque, al contrario. Feci un passo avanti. Neppure lì si vedeva una fine.

-Questo è il confine del mondo- disse Algol –o perlomeno a me piace crederlo-

Mi voltai verso di lui e gli sorrisi. –Beh, diciamo che non hai tutti i torti-

Baciami, poi ti spiego (a Cinderella story)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora