PROLOGO

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L'ho sempre pensato. Il voluttuoso profumo della rosa evoca storie di amori struggenti e impossibili. Racconta di dame dagli occhi velati di melanconia che attendono cavalieri che non arriveranno mai. Narra di giovanotti che scrutano furtivi nel giardino dell'amata, certi che non potranno mai tenerla tra le braccia. Sussurra di addii strazianti, che profumano di disperazione e rimpianto.

La gente di qua però collega sempre la rosa a una leggenda che riguarda il maniero di Black Dream, un luogo fatiscente ed enorme, che svetta su un promontorio. Il grande stemma, con il corvo che spiega le ali nere come la notte, fa bella mostra sopra il portone di legno, trasmettendo un brivido.

Conoscono tutti questa storia qua a Wuther. Giovani, vecchi, bambini. Era lo spauracchio di quando eravamo piccoli. Se vi capita di passare in paese provate a chiedere. Troverete certamente qualcuno che sarà lieto di raccontarvi la storia.

Il Principe delle Ombre verrà a prendervi, vi dirà. Il Principe delle Ombre, vi porterà a Black Dream, dove vive con la sua schiera di dame e cavalieri, dove ancora lo perseguita lo spettro dell'unica donna che forse abbia amato. Sempre ammesso che un mostro possa amare.

Vi parlerà di un principe tanto bello quanto crudele il cui nome si è perso nelle pieghe del tempo. Nulla lo divertiva più che vedere il dolore negli occhi degli altri. Era però anche triste, come molti malvagi. Il principe non aveva mai conosciuto l'amore, neppure quello della propria madre, una donna che lo aveva abbandonato appena nato. Un giorno il principe venne a sapere che da qualche parte del mondo viveva una fanciulla di neve, una creatura forgiata nella luce. Qualcuno sosteneva che fosse impossibile non amarla. Il principe che voleva conoscere almeno una volta nella sua vita l'amore, di cui parlavano i poeti, saltò sul proprio destriero e la cercò. Percorse tutti i regni degli uomini e anche quelli dei mostri per trovarla. Ma dov'era? E alla fine scoprì che si trovava proprio vicino a lui, nel piccolo principato di Lurien. Non appena la vide seppe cos'era l'amore e il suo cuore riprese a battere. A nulla servirono le proteste della fanciulla, che amava il castello di luce in cui viveva, lui la condusse con sé fino al proprio maniero.

Il principe le giurò amore eterno, le disse che mai avrebbe guardato un'altra donna con passione, ora che lei era al suo fianco, che mai l'avrebbe tradita. E la giovane gli credette. Lei, che era fatta di luce, non conosceva la menzogna. Lei, che aveva imparato ad amarlo così tanto, non poteva concepire un tradimento. Lei non sapeva che il principe, come tutti i demoni, fosse un bugiardo. Ed era anche crudele -la crudeltà che si accompagna spesso all'amore, perché è per amore che facciamo le cose peggiori. Fu così che lui, per essere certo che lei non gli sfuggisse le strappò le ali fatte di ghiaccio, lasciandole due strisce di sangue sulla pelle bianchissima. Il principe confondeva il possesso con l'amore.

La giovane iniziò a sfiorire giorno dopo giorno, fino a quando non si sciolse, diventando solo una pozza di acqua gelida, in mezzo alla quale spiccava una rosa bianca, con macchie rosse, come il sangue. Il Principe allora maledisse sé stesso e il suo cuore nero divenne di ghiaccio. Conservò la rosa, come eterno segno del suo errore. Da allora iniziò a perseguitare le ragazze del villaggio.

La maledizione si trasmise alle generazioni successive. Nessun uomo della famiglia avrebbe mai potuto amare, erano diventati demoni, creature senza cuore che perseguivano gli esseri umani e rapivano le fanciulle.

Ovviamente sono solo leggende, nessuno ci crederebbe mai. Neppure la sera, quando il vento muove furiosamente i rami degli alberi che sbattono contro le finestre. Neppure durante i temporali, quando la pioggia batte senza tregua contro la terra. Neppure quando si vede una figura incappucciata che camminava nel vecchio cimitero, il capo basso, verso la cripta di famiglia. Il Principe delle Ombre è una leggenda. Sono solo storie, vi diranno, ma tutti loro vi raccomanderanno di star lontani dal vecchio maniero, di non ascoltare la delicata musica che scivola fuori da quel luogo antico. Se chiederete -vi consiglio di farlo- da dove proviene tutti vi parleranno dell'affascinante Algol, erede di quella dinastia e tutti -ve lo assicuro, proprio tutti-, saranno concordi nel tessere le sue lodi, a dirvi che lui è l'eccezione alla regola. Loro non vedono oltre l'apparenza. Loro vedono solo il bene e non il male. Sono ingenui. Sentono il melodioso suono delle sue dita che danzano sul pianoforte e credono che sia il riflesso della sua anima. Solo io vedo la crepa sull'opera d'arte perfetta.

Algol è buio. Lui, tanto oscuro da essere vestito di ombre e stelle. Lui è il mio peggiore incubo, il mio tormento... peggio, è il mio demone, secondo la concezione degli antichi. Un essere a metà tra il mondo umano e quello divino, una creatura che svolge il ruolo d'intermediario.

I suoi occhi viola mi fissano da ogni luogo e tempo. Sono nelle fiabe che ci vengono sussurrate da bambini, nelle opere dei grandi poeti, di Shakespeare, di Milton, nelle pagine delle sorelle Brontë, nei miti. Lui è Loki, il dio degli inganni, è Heathcliff, l'eroe tormentato, è l'incubus che agita il sonno delle fanciulle. Sono occhi che ti scrutano fino alla profondità dell'anima, che ti leggono dentro, che ti sbranano. Il suo sguardo sembra aver percorso secoli, visitato luoghi lontani e incredibili. Dalla preistoria -quello sguardo, ne sono certa, brilla sulla parete di una grotta- fino ad oggi. Da Occidente a Oriente. Mi fissa dal profondo dei miei incubi. Mi graffia l'anima senza nemmeno doverla toccare.

Lui non è il principe che risveglia con il suo bacio la principessa dormiente, lui non è l'eroe che salva la damigella in pericolo dalla torre, lui non è il cavaliere che uccide il drago. Lui è nel raggio di sole che fa brillare la polvere. Lui è colui che diffonde illusioni e bugie. Lui brilla nel cielo la notte grazie alla stella di cui porta il nome. Cercala, lui ti guarda attraverso di essa. Lui è nell'aria che respiro. Lui è nella notte, pronto a tormentare i miei sogni. Penso che il suo desiderio sia quello di distruggermi... io lo odio... eppure...

Un'ultima cosa, quasi la dimenticavo. Se chiedete a qualcuno la morale della leggenda che circola dalle nostre parti vi dirà che è quella che l'amore uccide. Certo, l'amore uccide, beh, se è per questo anche l'odio.

Secondo me la morale è un'altra. Certi amori sono crudeli e fanno sanguinare, questo le fiabe non lo dicono, per questo esistono le leggende come quella del Principe delle Ombre, per dirci ciò che nessuno vuole dirci. L'amore vero è sia la nostra salvezza sia la nostra condanna.

NOTE DELL'AUTRICE: 

Benvenuti in questa nuova avventura.

Ammetto che è già da qualche tempo che progetto questa storia. Non mi decidevo mai a pubblicarla. La scrittura di questo prologo non mi convinceva mai -a onor del vero non mi convince ancora, ma prima o poi bisogna osare.

Il personaggio di Algol, vestito di ombre e di stelle, è ispirato a tutti gli antieroi della letteratura e alla figura del trickster (l'imbroglione che compare in molte mitologie). Il suo nome non è scelto a caso, ma questo lo scoprirete più avanti.

Il principato di Lurien non esiste nella realtà, ma nella storia avrà un ruolo importante.

Ho deciso di unire più generi. Romance, mistery, perfino una spruzzatina di realismo magico.

Spero che questa storia vi piaccia. Aspetto i vostri commenti.

A presto

Il booktrailer:

Baciami, poi ti spiego (a Cinderella story)Where stories live. Discover now