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Visto che già la settimana era pesante, ci si mise anche Mathias.

Durante la lezione di ginnastica mi ronzava parecchio vicino, controllando quello che facevo. Non essendo di umore positivo mi stavo comportando anche bene: niente risate, nessuna chiacchiera, lavoravo e basta.

Nella fase dello stretching, come ci aveva richiesto, eravamo sedute a gambe divaricate col busto in avanti con l'obiettivo di toccare il pavimento. Io come al solito tendevo a non dare il massimo per non farmi notare, visto che le altre erano ben lontane dal soddisfare le richieste.

Dal nulla sentii sollevarsi la gamba destra, come da una leva, e subito una spinta sulla schiena che mi fece scendere in avanti sbattendo sul pavimento. Solo la presenza delle mani all'altezza del viso mi evitarono una botta sul mento.

Le ragazze dietro me si spaventarono mentre io, accusato il colpo, mi rigirai a guardare con aria di sfida Mathias. «Così devi stare, lo so che non ti fa male».

In effetti non sentivo dolore, ero sempre stata molto elastica. Questo certo non voleva dire che lui potesse fare lo stronzo.

Prese posto davanti a tutte.

«Nei prossimi giorni farete delle lezioni con dei ballerini professionisti.»

Gridolini, applausi, saltelli.

Lui aspettò che finissero prima di continuare. «Vi dovete sciogliere, vediamo se questi incontri vi aiuteranno a farlo. Speriamo.» E partì con i suoi commenti sarcastici e i rimproveri per quello che vedeva in sala prove. Non c'era da parte nostra nessun impegno e mancavamo di rispetto verso i professionisti con cui stavamo lavorando e verso quelli che sarebbero venuti al concerto. Ce l'aveva anche, o forse soprattutto, con me, visto che criticò in particolar modo i duetti. Inoltre era stato incaricato di scovare tra noi chi potesse esibirsi in un paio di canzoni con coreografia hip hop. Marta suggerì subito il mio nome, conoscendo la mia passione per il genere ma ancor di più perché voleva mettermi in mezzo, mentre Gisella e Milena si proposero autoproclamandosi le migliori, con conseguente giro di sguardi complici tra le altre.

Il bisogno di mettersi in mostra delle due dava sui nervi ad alcune ragazze del gruppo, alla maggior parte invece faceva solo ridere. Purtroppo la loro totale mancanza di autoironia non permetteva di scherzarci su apertamente. Oltretutto in questo spettacolo non avevano parti di rilievo: Gisella ne era rimasta piuttosto indispettita, anche se non lo aveva dichiarato apertamente, mentre Milena riusciva a celarlo di più ma richiamava l'attenzione in mille modi, spesso cercando di chiacchierare con Damien o Dari o Keira, quando c'era, ritrovandosi a fare monologhi asfissianti.

«Allora, non voglio sentire parole ma vedere i fatti. C'è chi vorrà partecipare ma non sarà in grado e chi lo eviterebbe ma, ahimè, dovrà farlo.» Ne aveva una per tutte. «Da quanto ho capito queste canzoni non le avete ancora provate, quindi bisognerà stringere i tempi: prima scopriamo se potete fare delle coreografie, prima inizierete a provarle con la band.»

Con Marzio non avevamo mai parlato di questo genere di canzoni, mai. Ero sicura le avesse proposte Dari.

La lezione era finita, Gisella e Milena si misero a improvvisare dei balletti di hip hop cercando di farsi notare da Mathias, che le evitò infastidito. Io rimasi seduta per terra a guardarmi lo spettacolo, tanto ormai le docce erano state tutte occupate.

Mathias si avvicinò, continuando a dare le spalle di proposito alle due esaltate che parlavano a voce sempre più alta dandosi finti consigli su un passo o un altro. Mi ripromisi di raccontare la scena a Viviana e le altre. Quando mi fu davanti, cercai di nascondere la mia espressione divertita e alzai lo sguardo verso di lui che mi sovrastava. Odiavo stare in una posizione di inferiorità, scattai in piedi, decidendo di andare comunque negli spogliatoi.

GinevraWhere stories live. Discover now