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2 marzo 2001

Gli arrivò una pallonata sul tettuccio della macchina mentre parcheggiava.

«Scusa!»

Quando scese dalla macchina, Germana aveva già recuperato il pallone che era tornato a volare per aria. Alcune ragazze giocavano in circolo. Si fermò a guardarle, c'era anche Ginevra tra loro, nonostante fosse costretta ad abbassare continuamente la gonna corta che le saliva su.

D'un tratto arrivarono i ballerini, lo squadrone completo, in cinque nella stessa auto. Subito si buttarono in mezzo e iniziarono a giocare, tranne Mathias che andò a salutare Damien.

Dopo qualche minuto furono invitati ad avvicinarsi, stavano organizzando una sfida a beach volley per quella domenica, il sole caldo di quei giorni avrebbe permesso loro di godersi un po' il mare.

«Ti passo a prendere io?» Simone si rivolse a Ginevra.

«No, viene con me», il tono di Damien non ammetteva repliche.

Calò il silenzio, Simone stava per rispondere di getto ma si bloccò e con più calma: «Ok, allora magari al ritorno».

«Al ritorno magari vediamo», quasi lo prendesse in giro.

Di nuovo silenzio, Damien aveva una finta calma e la tensione era palese. Ginevra non guardava nessuno dei due e Flavia con Germana iniziarono a organizzarsi ad alta voce per l'orario e il luogo dell'appuntamento, tanto per stemperare l'atmosfera.

Iniziarono lentamente ad entrare, Ginevra rimase indietro con Damien.

«A che ora passo a prenderti?»

«Non c'è bisogno che vieni, vado con Flavia», tirò su la gamba piegata per sistemare il laccio degli anfibi.

«Lo sai che lo faccio con piacere, dai», con un dito le stuzzicò un braccio.

Lei arrossì, dandogli appuntamento per le 9.30.


4 Marzo 2001

All'orario stabilito la chiamò al cellulare. Rispose al primo squillo e in meno di un minuto era già in macchina, ingolosendo l'abitacolo di un profumo dolce e fresco, con una punta aspra.

Lo salutò con un grande sorriso, sembrava di ottimo umore. A Damien fece effetto, visto che ogni volta che era salita sulla sua auto, aveva sempre fatto finta di fargli un favore. Un calore gli si sprigionò dal centro del petto su per il collo, fino alle tempie. E verso giù: lombi, inguine, cosce, per poi svanire più giù.


Ogni tanto la osservava mentre cantava o guardava fuori dal finestrino. Il mare distava meno di un'ora e quel mini viaggetto insieme era un piccolo regalo inaspettato.

«Sembri felice.»

Lei cambiò espressione, cercando di non rivelarsi, poi si rilassò e gli sorrise. «Lo sono.»

Quando arrivarono trovarono già molti di loro sulla spiaggia, i teli stesi a terra, ancora vestiti.

Squadrò Simone mentre salutava Ginevra sempre troppo calorosamente per i suoi gusti, ma non intervenne. 

Già nel giro di mezz'ora qualche felpa e dei giacchetti erano stati tolti e buttati a terra. Iniziarono a fare i primi passaggi a pallavolo, i ragazzi sistemarono il campo da beach volley che si trovava lì vicino, qualcuna si era già stesa sulla sabbia per accogliere il sole, mentre Ginevra e Flavia erano a riva cercando di non bagnarsi i piedi con l'acqua gelida.

GinevraWhere stories live. Discover now