Eden Hazard

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Dedicato a itisaciredef💕😍

«Winners are never tired
of winning🔥»

Ricordo molto poco di quella serata.
Di quell'inizio serata confuso.
Ricordo che qualcuno abbia messo qualcosa nella mia Coca-Cola, qualcosa che mi ha fatto male e mi ha fatto diventare temporaneamente ubriaca.
Ricordo che un ragazzo che conoscevo abbia alzato le mani su di me, ma mi venne in mente solo dopo il perché.
Ricordo di aver avuto il segno di una mano stampata sulla faccia.
Ricordo di aver pianto lacrime calde e amare, per minuti difficili, mentre cercavo di non barcollare.
Ricordo che dopo essermi calmata mi girava la testa, gli effetti di quello che avevano inserito nella mia bibita si stavano facendo sentire, anche se meno forti di quando avevo bevuto senza controllare che ci avessero messo dentro qualcosa.
Sembrava avessi bevuto sul serio, e non proprio poco. Una di quelle pillole dall'effetto molto breve, ma anche molto forte.
Ricordo di aver chiamato il mio migliore amico.

"Cos'hai fatto?" disse tutto allarmato appena vide il segno sul mio viso e si accorse che quasi non riuscivo a stare in piedi.

"Non lo so" mormorai appoggiandomi a lui.

"Chi ti ha fatto questo segno? Nessuno può toccarti, avanti, dimmelo!"

"Eden..." provai a dire, ma caddi fra le sue braccia, incapace di rimanere a lungo in piedi da sola.

"Hai bevuto, ti avevo detto di non farlo! Non mi hai dato ascolto, come al solito, e tu hai bevuto! Ti avevo detto di non andare, o almeno fare attenzione! Ti avevo detto che quei ragazzi erano pericolosi e ti avrebbero messo le mani addosso, ti avevo detto di stare attenta e non bere, o avrebbero sfruttato la situazione! Guardati, non sei neanche in condizione di camminare! Lo capisci che mi stanco a starti dietro sempre? Se continui così puoi anche scordarmi!" sbraitò reggendomi ancora in piedi.

"La coca nella pillola..." cercai di dire confondendo le parole.

"Adesso dimmi chi è stato, nessuno può toccarti!" mi ripeté.

"Ti stai arrabbiando troppo" riuscii a dirgli.

"Mi sto arrabbiando per colpa tua! Io con te non ce la faccio più" ricordo che mi sentii molto male a quelle parole. Forse quella sarebbe stata l'ultima volta che mi avrebbe tirato fuori dai guai.

"È stato quello azzurro con gli occhi biondi" tentai di descriverglielo ma confusi ancora le parole.

"Karim..." sussurrò a denti stretti. A quanto pare era riuscito comunque a capire. Forse c'era solo un ragazzo con i capelli biondi e gli occhi azzurri, ma la memoria non mi permetteva di distinguere troppi volti.
Ricordo che proprio in quel momento arrivò qualcuno, e lo riconobbi.

"Lui" sussurrai ad Eden. Lui strinse gli occhi e serrò la mascella come fa sempre quando è arrabbiato e strinse il pugno, mentre con l'altro braccio mi sorreggeva facendomi stare su. Trovai la forza per rimanere in piedi anche senza di lui e mi staccai dalla sua stretta. Tutto d'un tratto mi sentii scoperta e senza protezione, come se fosse Eden a farmi sentire forte e in quel momento in cui mi allontanai da lui mi sentii molto più debole.
Il dolore alla testa mi stava passando, ma dentro di me mi sentivo male, perché ricordavo le parole che mi aveva detto.
Dovevo imparare a cavarmela senza di lui, aveva detto che dovevo dimenticarlo. Ma non potevo. Mai.
Il ragazzo biondo si avvicinò al mio migliore amico.

"Sei corso a proteggere la ragazzina?" chiese. Io non ebbi la forza di rispondere, mi sentii vigliacca a lasciar combattere ad Eden le mie battaglie, ma mi seddetti sul muretto che costeggiava il cortile del locale, ormai immerso nel buio, con la sola luce fioca dei lampioni.

"Lei non è una ragazzina!" urlò e gli tirò uno schiaffo in piena faccia, come era stato dato a me.

"È inutile che la difendi -riprese tranquillo - è solo piccola e stupida"

"Già, forse hai ragione, lo è- fece una pausa e mi guardò, e io volevo davvero che non mi lasciasse sola- ma non puoi metterle le mani addosso!" 'Grazie' pensai. Non mi avrebbe abbandonato ancora.

"Senti, non ti scaldare troppo. Forse dovresti prima sapere come sono andate le cose" disse. Eden si girò verso di me. Avevo gli occhi vuoti, e non sapevo a cosa si riferisse. Non ricordavo. Anche se gli effetti di quello che mi avevano fatto bere stavano svanendo perché non erano a lunga durata, infatti riuscii ad alzarmi in piedi. Avevo persino la forza di camminare, con le immagini della serata che mi slittavano confuse davanti agli occhi.

"Cosa vuoi, Karim?" disse con più calma.

"Senti, ho solo baciato la tua piccola..." non finì la frase che lo scaraventò a terra. Riuscii ad andare da Eden.

"Basta..." dissi ma mi interruppi quando mi guardò negli occhi tanto da farmi fermare il sangue nelle vene. Non mi aveva mai guardato così.

"Tu l'hai baciato, tu mi hai mentito, tu... Esci dalla mia vita!"

Mi diede le spalle e se ne andò con velocità, lasciandomi lì. Il cuore mi si spezzò all'istante.
Mi sentii vuota. Completamente vuota. Senza di lui non avevo più niente.
All'improvviso mi ricordai cosa fosse successo. Karim aveva cercato di baciarmi, ancora abbastanza lucida l'avevo respinto e mi aveva tirato uno schiaffo.

"Eden!" girdai con quanto fiato avevo in gola. Ero sicura mi avesse sentito ma continuò a camminare ancora più velocemente.
Se avevo bisogno di forza ne avevo bisogno in quel momento.

"Io non ti ho mai baciato!" gridai a Karim e andai dietro Eden.
Era la persona più importante della mia vita, e quello che avevo bevuto non mi avrebbe impedito di raggiungerlo. Inciampai e sbandai, cercando di non cadere a terra.

"Eden fermati" lo chiamai di nuovo. Si girò e si fermò, con la mascella serrata. Riuscii ad avvicinarmi. Mi appogiai al suo braccio pesantemente e lui non si scostò. Notai una lacrima sulla sua guancia.
Ma al momento non feci troppo caso a nulla.

"Io non l'ho mai fatto, io non ho bevuto" riuscivo a parlare per bene, stavo meglio.

"Ah, davvero? Guardati!"

"Mi hanno messo qualcosa nella bibita, e lui ha provato solamente a baciarmi, io ho bisogni di te, non lasciarmi da sola Eden, ti prego" le parole uscirono da sole e mi lasciai andare, finalmente uscirono da me stessa insieme ai resti della pillola, e subentrò la stanchezza.

"Non lasciarmi andare, continua a tirarmi fuori dai guai, fidati ancora di me, ti prego- continuai- Sto dicendo la verità, lo sai che non ti mentirei mai. Non lasciarmi andare"

"Non potrei lasciarti andare nemmeno se volessi. Io ti amo" e poi mi baciò.

Beh, per quello che ricordo, è stato il giorno più importante della mia vita.

grenade» one shots of footballers [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now