Stephan El Shaarawy (2)

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Su richiesta di Francesca_killerz🔥💘

«Be afraid, wolves are arriving
to catch you»

Stavo beatamente guardando la televisione quando sentii un rumore che non riuscii a definire. La prima volta pensai di essermelo immaginato, perché oltre alla voce nello schermo c'era il silenzio. Poi accadde una seconda volta, e sapevo che non fosse solo nella mia testa.

Afferrai il telecomando e spensi la tv, per poi alzarmi dal letto, cercando di capire quale fosse la provenienza di quei colpi. Una terza volta sentii quel tonfo dalla parte sinistra della stanza, e cominciai a guardarmi intorno per capire cosa fosse, ma solo quando le mie orecchie avvertirono il quarto rumore compresi che non veniva da dentro, ma da fuori. Allora mi avvicinai alla finestra, e se sono viva e non morta d'infarto è per vero miracolo. Una pietra comparve all'improvviso nel mio campo visivo e sbatté sul vetro, e non nascondo che io mi presi un colpo. Bastò poggiarmi una mano sul cuore per sentirlo battere a una velocità fuori dal normale.

Mi riavvicinai alla finestra, stavolta pronta in caso di un altro bombardamento. La aprii, ma mi spostai di lato, e feci molto bene, perché chiunque stesse là sotto aveva fatto partite il lancio prima di accorgersi che la finestra era stata aperta.

Questa volta non mi spaventai quando un'altra pietra, senza trovare una barriera su cui sbattere, entrò nella mia stanza e rimbalzò un paio di volte sul pavimento.

Prima che potesse partire un altro lancio preciso, in caso non si fosse notato che ormai avevo aperto, mi affacciai, cercando il cecchino che aveva centrato la mia finestra tutte quelle volte.

"Stai cercando di cambiarmi i connotati?" sorrisi a Stephan, che mi salutò con un cenno della mano e un mezzo sorriso, per poi chinarmi a raccogliere il sasso che era entrato in camera mia e rilanciarlo al suo mittente.

"Non era proprio quello il mio obiettivo, ma se ci tieni lancio un altro po'" mi rispose indicando con la testa il mucchietto di sassi vicino ai suoi piedi.

"Dove li hai presi?" gli domandai guardandolo dall'alto.

"Ce ne sono un milione qui. Ho capito perché ti sei aperta un ginocchio quando sei inciampata l'altro giorno" mi disse e io annuii.

"Va bene, ho capito. Ma perché tutto questo?" chiesi ancora.

"Cercavo di chiamarti senza attirare l'attenzione" mi spiegò come se fosse la cosa più elementare del mondo.

"Certo, perché un ragazzo che cerca di sfondare una finestra a sassate non attirerà mai l'attenzione dei vicini" ironizzai alzando gli occhi al cielo.

"La fai sembrare una cosa crudele se lo dici così. E comunque non me ne importa niente dei vicini, è l'attenzione dei tuoi genitori che preferirei non attirare" alzò le spalle, e io capii. Non mi avrebbero mai permesso di stare insieme a lui. Mia madre cercava anche di essere comprensiva, ma il fattore papà contava molto.

"Hai ragione, ma esiste un telefono" dissi piegando la testa a sinistra.

"Troppo facile" commentò, e io risi.

"Proprio per questo te lo dico" scossi la testa divertita.

"Allora, vuoi scendere o no?" mi incitò, e io chiusi la finestra.

Mi infilai al volo le scarpe, afferrai il cellulare e avvisai i miei genitori che andavo a mangiare qualcosa. Non potevo dirgli la verità. Corsi giù per le scale e uscii, ritrovandomi subito davanti a Stephan.

"Ci voleva così tanto?" mi sgridò facendo il finto scocciato e io gli passai la mano fra i capelli.

"La prossima volta arrivo più tardi" scherzai.

"Di questo ne parlerei lungo la strada" disse guardando in alto, verso la finestra del salone, dove avremo potuto essere visti come su un teleschermo.

"Concordo con te" dissi seguendo il suo sguardo.

"Meglio che scappiamo via" diede voce ai miei pensieri, e dopo avermi preso per mano mi trascinò veloce sulla strada.

"Dove mi porti ora?" gli chiesi seguendolo e mantenendo passo veloce che aveva adottato. Non che potessi fare molto con le sue dita intrecciate alle mie.

"Non lo so, ma il più lontano possibile da tuo padre" confermò mentre ci allontanavamo rapidi da casa mia.

"Scelta giusta, approvo" risposi camminando piano piano più lentamente.

Dopo poco si fermo all'improvviso e si girò nella direzione da cui eravamo venuti.

"Ti affacci mai e guardi questa strada?" mi chiese perplesso.

"Non ci arrivo con lo sguardo, perché?"

"Perché allora siamo nel posto giusto" mi rispose subito prima di prendermi in braccio e unire le nostre labbra.


grenade» one shots of footballers [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now