Leroy Sanè

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Dedicato a princessfootball🔥
Spero mi perdonerai il ritardo in nome delle nostre vecchie discussioni su Leroy AHAHAHA

«Pride in battle»


"Non puoi accelerare?" chiesi sbuffando alla mia migliore amica alla guida.

"Nel caso tu non te ne fossi accorta, siamo bloccate nel traffico e c'è una Pegeut ferma proprio davanti a noi, con una Panda che le blocca la strada, fermata a sua volta da una coda esagerata di macchine. Quindi no, non posso accelerare. E nemmeno muovermi" mi rispose spazientita almeno quanto me.

Appoggiai la testa al finestrino mentre guardavo la coda di veicoli ferma davanti a noi e al nostro fianco. Non vedevo Leroy da molto tempo e aspettavo di rivederlo già da un po'. Quando finalmente si era liberato per me, io mi ero imbottigliata nel traffico. Fantastico, come al solito.

La mia migliore amica, al volante, suonò il clacson per più di una volta e al suo fecero eco molti altri, dando vita a un bel concertino che contribuì ancora di più a farmi saltare i nervi.

"Voglio andare da Leroy" mi lamentai, apprezzando che la ragazza seduta al mio fianco mi sopportasse.

"E ci andrai. Non è sicuro che questo accadrà prima di domani, ma stai certa che succederà" mi disse con un mezzo sorriso.

La cosa non mi rincuorò molto, ma conciavo a rassegnarmi all'idea di passare il resto della mia vita nella macchina di suo fratello.

"Ho anche fame" continuai a lamentarmi, mentre mi veniva passato un pacchetto di caramelle alla frutta.

Lo aprii e cominciai a mangiarne qualcuna, mentre non avanzavamo nemmeno di un millimetro. Finimmo il pacchetto in poco tempo ed eravamo ancora bloccate là.

"Forse dovevamo conservarne qualcuna, potremmo rischiare di morire di fame" dissi poco convinta mandando giù l'ultima caramella.

"Dev'esserci per forza stato un incidente, è impossibile che siamo bloccate qui da tutto questo tempo" imprecò appoggiando la testa al sediolino.

"A quanto pare è possibile invece" commentai.

Chiusi gli occhi e tentai di dormire. Mi dispiaceva aver lasciato la mia migliore amica ad annoiarsi da sola, ma alla fine crollai, mentre lei non poteva permetterselo. Non so con precisione per quanto tempo rimasi lì a russare, ma mi risvegliai solo quando sentii esultare non solo dentro la nostra macchina, ma un po' in tutte quelle dei poveri malcapitati come noi che erano rimasti bloccati.

Appena mi svegliai, dopo quelle grida di liberazione, notai che la fila cominciava a smuoversi e piano piano stavamo ricominciando ad andare avanti.

"Finalmente ci muoviamo, non ci credo" disse lei contenta, spingendo sull'acceleratore.

"Puoi dirlo forte" risposi sbadigliando.

"Ora ti porto da Leroy, ma non pensare che io mi scordi che ti sei addormentata e mi hai lasciato sola" mi sgridò e io sorrisi.

Ora che procedevamo di buon andatura ricominciavo a sperare di riuscire a vederlo. Anzi, ero anche più ansiosa di prima nel farlo. Sembrava molto meno impossibile da quando ci eravamo rimesse in marcia.

"Spero che non stia aspettando da troppo tempo" dissi mettendomi nei suoi panni. Probabilmente non eravamo le uniche ad essersi spazientite.

"Tranquilla, anche lui non è esattamente un tipo preciso" mi rincuorò.

"Lo so bene, ma il nostro è un ritardo abbastanza esagerato, anche se lui stesso è arrivato un po' più tardi"

"Ti avrebbe già chiamato, no?" mi domandò.

"Credo di si, ma non voglio che si preoccupi" insistetti io.

"Non ce n'è alcun bisogno tanto. Ti sembrerà difficile da credere ma in due minuti saremo arrivate davanti casa tua" mi disse, e mi fece rendere conto che in effetti la strada si era veramente accorciata.

"Grazie per avermi accompagnata, non so come avrei fatto senza di te" la ringraziai, sapendo che appena si fosse fermata sarei schizzata fuori dalla macchina.

"Non lo so nemmeno io, ma voglio che mi ricompri il mio pacchetto di caramelle" mi disse sorridendo.

"Puoi contarci" promisi.

Casa mia era proprio dietro l'angolo, e ormai sorridere mi venne spontaneo. Non credevo che ce l'avremmo mai fatta, invece eravamo arrivate, e non avrei mai ringraziato abbastanza la mia migliore amica.

Appena svoltammo lo vidi, di spalle, di fronte al mio palazzo. Non c'era alcun bisogno che si girasse, quella massa di capelli ricci l'avrei riconosciuta ovunque, anche fra mille persone. Poi quando si girò e ci volse un segno di saluto con la mano, sorridente, mi sciolsi.
Appena la macchina si fermò aprii la portiera e mi precipitai fuori ad abbracciarlo.

"Mi sei mancato" gli dissi subito.

"Anche tu mi sei mancata piccola" sussurrò prima di baciarmi, e mai come allora mi resi conto che senza di lui non potevo stare.


grenade» one shots of footballers [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now