Hector Bellerìn

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Su richiesta di TempestOfSand

«Within you win or loose,
is you that we choose»

Lasciai l'asciugamano al sole, perché si asciugasse, e aprii il borsone che stava ai miei piedi. Cacciai fuori la spazzola e poi mi avviai verso prua, attenta a non scivolare.
Il mio ragazzo era intento a prendersi il sole, sdraiato sui cuscini, con gli occhiali scuri e le mani allacciate dietro il collo.

"Quanto rido se ti si fa l'abbronzatura con il segno degli occhiali?" lo presi in giro appena mi avvicinai.

Lui di tutta risposta si rizzò a sedere, e dopo esserseli tolti per mostrarmi il suo miglior sguardo assassino, mi minacciò di un bel tuffo a mare.

"E io quanto rido se vengo la, ti prendo e poi ti butto di nuovo in acqua?" mi chiese e io sviai la cosa con la mano.

Se prima stava tentando di dormire, sicuramente si era arreso appena ero arrivata, perché dopo un grosso sbadiglio non si sdraiò di nuovo, ma continuò a guardarmi.

Attenta che non lo stesse facendo per trovare il momento giusto per alzarsi, correre da me e farmi fare un bel volo, mi passai la spazzola fra i capelli, consapevole che se non li avessi pettinati, si sarebbero formati certi nodi che alla fine avrei solo dovuto tagliare.
Preferii prevenire e tirai forte ovunque sentissi qualche intreccio di troppo.

"Non ti fai male?" mi chiese Hector quando tolsi dalla spazzola dei capelli che mi ero tirata.

"No, o non farei forte" risposi poggiando la spazzola per terra e avvicinandomi al bordo per buttarli.

"E ora cosa fai?" mi domandò ridendo.

"Li do alle sirene così mi fanno un clone" ironizzai.

"Non sia mai" lui alzò gli occhi al cielo e io gli restituii lo sguardo assassino di prima.

"Che vorresti dire?"

"Che a malapena sopporto una te, figurati due" si giustificò con un ghignò divertito.

"Cosa vorresti insinuare?" domandai mettendo scenicamente la mano sul fianco.

"Volevo dire che sopporto a malapena la tua bellezza amore" cambiò la sua affermazione e io annuii soddisfatta.

"Così va meglio" confermai e andai a sedermi vicino a lui.

Gli diedi un bacio e mi appoggiai alla sua spalla, prendendogli la mano e allacciando le nostre dita.

"Hai visto quanto sono spiritosa?"

"Sicuramente hai molta fantasia" sorrise e io mi stesi sui cuscini, mentre lui mi seguiva nel movimento.

"Adesso vediamo se qualche sogno mi da uno spunto" dissi chiudendo gli occhi e lasciando che il vento mi passasse fra i capelli, nonostante me li stesse buttando su tutta la faccia.

Ci pensò Hector a spostarli e fermarli dietro l'orecchio non appoggiato al materasso, anche se presto sarebbero tornati a fare quel che gli pareva.

"Vedi di non dormire troppo che ho intenzione di farmi un altro bagno" mi avvisò, sottintendendo che anche se fossi stata ancora accocolata a lui quando avrebbe voluto alzarsi per andare a poppa a farsi un tuffo, non si sarebbe fatto problemi a svegliarmi.

"Tu vedi di non interrompere un bel sogno che poi mentre stai a mare chiamo un delfino e gli faccio guidare la barca al porto e ti lascio qui" gli intimai senza aprire gli occhi.

"E perché mai? A quanto pare non ti servono altri sogni per aumentare la fantasia" mi ripose con una risata.

"Non farti questi problemi, poi ce la vediamo io e il delfino" chiusi la conversazione facendolo ridere un'altra volta.

Rafforzai la mia stretta sulla sua mano e seppi che il mio sogno più grande già si era realizzato, da quando lui era al mio fianco.
Spostati la testa per avvicinarla alla sua spalla, e mentre i capelli tornavano a muoversi in tutte le direzioni, gli lasciai lì un bacio, che lui ricambiò stringendo la mia mano.

Passò un po' di tempo prima che mi addormentassi veramente, cosa strana rispetto ai miei standard, dato che ogni volta crollavo come un sasso dopo un secondo netto, tanto che lui mi sussurrò che ero bella anche mentre dormivo. Invece di rispondere con un mugolio, senza distinguere le parole, preferii rimanere in silenzio, come se stesso dormendo veramente.

"In realtà una cosa che non avrei sopportato ci sarebbe stata di sicuro. Con un tuo clone fatto dalle sirene con i tuoi capelli, avrei potuto vederti fra le braccia di un altro, magari un tritone se vogliamo restare in tema. Avrei potuto vedere le tue labbra, anche se non quelle vere, baciare quelle di un altro. E ti assicuro che preferirei perdere la vista" mi assicurò e con un sorriso stampato sulla faccia finalmente mi addormentai.

grenade» one shots of footballers [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now