Max Meyer

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Dedicato a neymarmydrug💕⚡

«Wir sind deutsche,
wir sind blau»

Le stava scoppiando la testa. Non ne poteva più di tutte quelle urla che continuavano incessanti a rimbombare nella stanza. Quando potevano farla impazzire dei bambini di sei anni? Tanto. Animatrice. Cosa le era saltato in mente? Con tutti i modi possibili di guadagnare soldi come aveva potuto scegliere quello? Per fortuna la sua migliore amica era lì che la aiutava, cercando di gestire i bambini il meglio possibile. A lei piacevano i bambini, si divertiva a fare quel lavoro. E invece Luisa no. Per niente. Avrebbe tanto desiderato essere altrove, o almeno conoscere il sistema che permetteva al suo corpo di funzionare, per trovare il pulsante che disattivava le orecchie. Esisteva? Sperava di si.
Era seduta su quella sedia da un'ora intera, con le mani sulle orecchie, a guardare dei bambini correre e gridare per la stanza. Pitturare li aveva tenuti buoni per troppo poco tempo, erano già passati alla fase del facciamo quel che ci pare tanto abbiamo sei anni. La fase ho fame era passata da un pezzo e la fase torta! sarebbe arrivata dopo molto tempo ancora.
Bambini. Non era assolutamente il termine giusto. Andavano meglio scimmie urlatrici ma più evolute, spacca timpani, assassini di orecchie, esseri malvagi.
Doveva svignarsela in qualche modo. L'unica chance che aveva di salvare il proprio udito era andare via. Non doveva essere difficile, l'attenzione della sua amica era rivolta alle scimmie urlatrici ma più evolute, i genitori se n'erano scappati, non senza l'invidia di Luisa, e gli altri poveri ragazzi come lei che dovevano mettere su lo spettacolo per tenerli buoni avrebbero cominciato dopo un po' di tempo, troppo ancora da sopportare.

Si alzò dalla sedia e guardò la sua migliore amica allacciare le scarpe di uno dei bambini. Non voleva stare fermo, non le permetteva di riuscire nella sua impresa. Per altri due minuti avrebbe avuto la sua attenzione. Quelli che bastavano per svignarsela in bagno senza essere richiamata, poi avrebbe pensato al seguito del suo piano da lì.
Continuando a fissare l'amica indietreggiò, quasi urtando un bambino, ma riuscì ad arrivare nel corridoio che dava al bagno. Era una sola porta, che dava a una stanza con più bagni, per ragazzi e ragazze. Ma probabilmente non c'era nessuno. Quando si richiuse la porta alle spalle tirò un sospiro di sollievo, e avrebbe potuto contare sul fatto che anche le sue orecchie l'avessero fatto. Là nel bagno il rumore e le grida erano attutiti, dandole un po' di pace. Constatò il fatto di essere da sola e si rilassò.
Ora doveva passare alla fase successiva, o meglio, doveva scoprire la fase successiva. La prima opzione era rimanere chiusa nel bagno fino alla fine della serata, ma la bocciò quasi subito. Se le orecchie si stavano riposando, il naso stava morendo. Quei bagni non potevano dirsi esattamente profumati, ma non perché non fossero puliti, anzi. Era il disinfettante a pizzicarle le narici. E poi, appena si fossero accorti della sua assenza la sarebbero venuta a cercare e l'avrebbero trovata. Doveva proprio andare via. Poi avrebbe scritto all'amica di aver avuto un'emergenza, si sarebbe inventata qualcosa con calma, senza dover improvvisare, cosa che non sapeva fare. Quindi, l'unica alternativa, era uscire dalla finestra. Quella prospettiva non la allettava molto, ma del resto doveva per forza andarle a genio.

Adesso cominciava l'arrampicata. La finestra non era molto in alto, ma era abbastanza lontana dal pavimento da dover usare almeno una sedia e un po' di muscoli per issarsi sul davanzale e arrivarci. Così, per rendedere le cose più complicate.
Ma la sedia non c'era, ovviamente.
La conclusione è che si trovò lì, con un piede poggiato sul lavandino più vicino, l'altro sul muro e le due mani sulla sporgenza del davanzale.
Con la maggiore spinta che riusciva a darsi si trovò a metà strada. Si teneva su con le braccia e doveva portare in alto solo la parte inferiore.
Purtroppo, aveva una pecca comune chiamata braccine molli. E tutto si concluse con uno sbuffo e un atterraggio. Non ci sarebbe riuscita, nemmeno con la forza della disperazione.

Era appoggiata al muro a pensare ad un'altra opzione quando la porta si spalancò, facendola sussultare.
Aprendosi rivelò un ragazzo vestito da principe azzurro, che la guardò e le sorrise. Forse anche lui cercava un po' di tranquillità o una via per scappare. Doveva essere uno dei ragazzi dello spettacolo. Sempre meglio della sua migliore amica, che forse neanche si era accorta ancora della sua mancanza.

"Maximilian! Maximilian! Non posso andare in scena senza il principe, dove sei?" gridò una voce stridula da fuori. Doveva essere la principessa, e a quanto pare prendeva la cosa molto seriamente. Lei non si meravigliò di sapere che quel ragazzo si stesse nascondendo dalla proprietaria della voce, era la prima volta che la ascoltava e già la immaginava peggio dei bambini. Lui parve pensare alla stessa cosa e non si mosse da dov'era.

"Scusami, ma ho bisogno di tregua" le disse.

"Tranquillo, ti capisco" si, lo compativa per la situazione, simile alla sua.

"Sai da dove si fugge da qui?" chiese lui ironico.

"Mi sono domandata la stessa cosa e l'unica risposta che ho trovato è stata questa finestra"

Lui le sorrise di nuovo, facendola arrossire. Le fece un inchino, per quanto il suo abito buffo con tanto di cappello glielo permettesse. Nel giro di un secondo lei rise per questo e lui, capendo al volo, lo tolse, unendosi alla risata. Le tese la mano e la guardò.

"Sono Max"

"Luisa" gliela strinse, con il cuore che batteva improvvisamente più forte.

"Vuoi fare tu la principessa per caso?" chiese speranzoso.

"Mi dispiace, ma non so recitare. E non tornerò da quelle macchine di ultrasuoni" ecco un altro soprannome adatto, che lo fece ridere.

"Di sicuro sei più bella e più adatta" lei arrossì di nuovo, o forse non aveva mai smesso di farlo.

"Ti ringrazio, ma no" rifiutò.

"Quindi ti va se scappiamo insieme da qui?" certo che le andava. I battiti del suo cuore avevano superato in rumore sia i bambini che la principessa.

"Direi di si" già, si direbbe proprio di si.

"Allora andiamo, Principessa"

grenade» one shots of footballers [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now