Mattia Caldara

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Dedicato alla mia Erymarrazzo, se non fossi stata tu non l'avrei scritta😏

«Porta avanti il simbolo di
questa città, il nostro
dev'essere un sogno
che diventa realtà»
🔵

Mi avvicinai al cinema, cercando i miei amici con lo sguardo, già spaventata dall'idea di una bella sgridata, ma a quanto pareva loro avevano fatto più tardi di me, quindi per una volta ero salva.

Buttai uno sguardo dentro, attraverso le pareti trasparenti, per controllare se fossero già entrati e mi stessero aspettando lì, ma non c'erano, così li aspettai fuori, e mi appoggiai al muro.

Era proprio in quel luogo che avevo conosciuto Mattia, la prima volta. Anche allora stranamente ero la prima arrivata, e aspettavo le mie migliori amiche per decidere con loro cosa guardare.

Lui era dal lato opposto della strada, parlando con i suoi amici, e lanciandomi delle occhiate coordinate che all'inizio mi misero un po' a disagio.

Dopo pochi minuti si fece coraggio, anche se non è proprio quello che definirei così, visto che furono i suoi amici a spingerlo, e venne da me, con un telefono di un modello abbastanza vecchio fra le mani.

"Ciao" salutò leggermente in imbarazzo.

"Ciao" risposi io nella stessa situazione.

"Per caso sai togliere il silenzioso?" mi chiese porgendomi il telefono.

Mi domandai se fosse solo una scusa per parlare con me, se lo facesse con tutte le ragazze. Se si portasse per evenienza un cellulare preistorico, in caso vedesse una ragazza di suo interesse. Comunque non avevo niente da perdere, alzai le spalle e lo presi.

"Posso provarci" risposi. Era un telefono così vecchio che in effetti poteva essere la manovra più complicata per chiunque.

"Fatto" dichiarai quando riuscii a trovare il modo per fargli riavere la suoneria.

"Puoi provare a chiamarmi, così verifichiamo un attimo?" mi chiese, e fu così che ebbe il mio numero.

Lo capii bene quali erano le sue intenzioni, ma alla fine non mi dispiacevano. Sembrava un ragazzo interessante, così presi il mio cellulare, lui digitò il numero sul tastierino e chiamò, e in effetti il suo squillò.

"Grazie per l'aiuto, sono Mattia" si presentò con un sorriso.

"Io sono Erika" dissi stringendo la sua mano.

"Ci si vede in giro allora" mi salutò e torno dai suoi amici, e se ne andarono dopo avermi rivolto un ultimo sguardo.

Alla fine non ci incontrammo in giro per caso, com'era intuibile. Passai tutta la serata a pensarlo, e non prestai minimamente attenzione al film o alle mie amiche, finché quando uscii e riaccesi il telefono non trovai un messaggio da un numero ancora non segnato, non quello che avevo chiamato. Seppi subito che era comunque il suo, del vero cellulare, e non quello dell'età della pietra che mi aveva presentato.

'Grazie per l'aiuto, non so proprio usarlo quel telefono'

Sorrisi e mi segnai il numero, e non aspettai altro per rispondergli.
'Non è molto facile in effetti, ma se hai un papà diffidente delle nuove tecnologie riesci a fare tutto' digitai velocemente, e aspettai la sua risposta, e anche questa non tardò ad arrivare.

'Magari dovresti insegnarmi meglio. Domani alle tre? :)' mi scrisse e fu così che ottenne anche un appuntamento.

Mentre pensavo a quanto fossi stata fortuna a saper togliere il silenzioso da un vecchio telefono, scorsi i miei amici che si avvicinavano. C'era anche lui, ovviamente, che si era subito integrato nel nostro gruppetto, facendo amicizia con tutti. Era difficile resistergli, finiva per star simpatico anche al più duro dei caratteri.

Fu il primo a vedermi, e mi salutò con un occhiolino, mentre ascoltava una mia amica che raccontava qualcosa che ancora non riuscivo a sentire per la lontananza.

Quando si avvicinarono e mi salutarono, Mattia disse agli altri di cominciare a entrare e prendere qualcosa da mangiare, dato che i biglietti li avevamo già.

"Sei qui da molto?" mi chiese sorridendo.

"No, ma non sarebbe stato un problema, pensavo a te" gli risposi abbracciandolo.

"Spero che pensassi qualcosa di positivo allora" rise.

"Si, la tua furbizia è stata positiva sin dal primo istante" gli dissi prendendogli la mano e tirandomelo dietro per entrare, per non far aspettare gli altri, ma lui mi trattenne.

"Hai tolto la suoneria al cellulare?" mi domandò con un sorrisetto.

"Con il silenzioso ci so fare" confermai e lui mi tirò a sè per baciarmi, e tutta quell'urgenza di entrare per raggiungere gli amici, non c'era più.

grenade» one shots of footballers [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now