Manuel Neuer

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Su richiesta di Gelsomina9💕

«Mia san mia»


Forse sì, avrei solo dovuto ringraziarlo per avermi portato al Luna Park. Non era solito che qualcuno assecondasse le mie richieste infantili, quando la bambina che era in me usciva in tutto il suo splendore.
Avrei dovuto ringraziarlo perché era tutta la giornata che mi accompagnava su ogni singola attrazione che volevo provare, e avrei dovuto ringraziarlo per avermi comprato lo zucchero filato. Sembravo davvero una bambina, e lui il ragazzo più paziente del mondo.
Non si era nemmeno mostrato stanco, anzi, stava facendo di tutto per rendere quella giornata bellissima.

Eppure, in quel momento gli stavo urlando contro. Si, proprio così. L'unica attrazione che aveva scelto lui, era quella in cui eravamo rimasti bloccati. Era la casa degli specchi più difficile in cui fossi mai entrata. Ormai non c'era più nessuno dentro, al di fuori di noi, e si stava facendo anche tardi.

Io ero lì, che lo maledicevo per esser voluto entrare in quella casa demoniaca, da cui ero sicura che non sarei mai uscita. Lui invece se ne stava ancora tranquillo, seduto per terra, con la schiena appoggiata a uno specchio, che mi ascoltava con un sopracciglio alzato mentre mi sfogavo contro di lui, rimanendo ancora rilassato. La capacità di mantenere sempre la calma, in qualsiasi situazione, soprattutto quelle in cui io ero coinvolta, era una delle caratteristiche che più gli invidiavo da quando l'avevo conosciuto.

"Già lo so, non riusciremo mai a trovare la strada per uscire, moriremo qui di fame, di sete e di freddo. Quando i prossimi malcapitati entreranno qua dentro troveranno i nostri cadaveri e chiameranno qualcuno per farci portare fuori, e il nostro funerale si terrebbe due giorni dopo" sbuffai, raccontando l'idea che mi ero fatta del resto della mia vita, a quanto pare molto breve, e lui rise, contagiandomi anche, un poco.

Ormai ci eravamo arresi, ci stavamo riposando in attesa di trovare la voglia di ripartire per trovare l'uscita di quel labirinto di specchi.
Invece di parlare lui mi guardava, con un mezzo sorriso.

"Cosa c'è?" gli chiesi sedendomi a mia volta.

"Niente, sei solo bella quando ti innervosisci" disse, e feci un mezzo sorriso anche io.

"Per te è facile, tu non perdi mai la calma" commentai appoggiando il mento sul palmo della mano.

"E tu la perdi tropo velocemente. Ma ti ripeto che sei anche più bella" il secondo potere che invidiavo a Manuel, era la capacità di saper sempre cosa dire per far sorridere le persone, in particolare la sottoscritta.

Il silenzio calò di nuovo fra noi, mentre chiudevo gli occhi per qualche secondo. Stavo pensando a come fosse stato bello rimanere a casa a guardare un film sul divano, con un secchio grande di pop corn in mano. Ma ormai eravamo lì, e prima di fare qualsiasi delle cose che desideravo dovevamo uscire da dov'eravamo rimasti.

Pensando al bel film che avrei potuto guardare fra le braccia di Manuel, trovai la forza di rialzarmi in piedi.
Lui mi guardò e pochi secondi dopo già era al mio fianco.

"Voglio andare a casa e guardare la tv con te, finché non mi addormento" gli rivelai controvoglia la mia debolezza.

"E io non vedo l'ora di darti un bacio sulla fronte, spegnere la televisione e addormentarmi al tuo fianco. E questa cosa succederà molto presto, ne sono sicuro. Ora usciamo e andiamo via, a vederci a casa quello che vuoi" mi consolò.

"Promesso?" gli domandai.

"Promesso" affermò lui, ed ero di nuovo pronta a muovermi, per scappare via da lì.

Manuel mi prese la mano e io la strinsi più forte. Insieme a lui ero capace di fare qualsiasi cosa, anche uscire da quel inferno di vetro.

"Dopo questa giornata sono sicura di una sola cosa" gli dissi mentre guardavo noi stessi allo specchio.

"Che cosa?" mi chiese guardando anche lui il nostro riflesso.

"Hai presente lo specchio sulla parete della mia camera?" inclinati la testa di lato.

"Si, credo di si" certo ce ce l'aveva presente, in camera mia ci era stato più di un milione di volte.

"E la discarica?" continuai.

"Si, conosco anche quella" mi rispose ridendo.

"Bene, allora ti lascio immaginare" risposi appoggiando la testa sulla sua spalla.

Guardammo insieme i due ragazzi negli specchi che si tenevano per mano, e che insieme avrebbero fatto qualsiasi cosa, senza paura di sbagliare.
Due ragazzi che non potevano non amarsi, starsi lontano. Due ragazzi che si scambiavano un bacio sulle labbra, nè il primo, nè l'ultimo.

-
SE VOLETE SAPERLO, ALLA FINE RIESCONO A USCIRE AHAHAH.

QUESTO CAPITOLO È BASATO SU UNA MIA ESPERIENZA TRAUMATICA IN UNA CASA NEGLI SPECCHI.

ANYWAY, ORA CHE MI SONO SBLOCCATA NON FINISCO PIÙ

grenade» one shots of footballers [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now