Marco Reus

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Su richiesta di erikaaax_💕😏

«Heja BVB!»


Erano sicuramente in ritardo, ed era tutta colpa sua. Di lui, che piantava i piedi e doveva essere tirato per camminare, strisciandoli. Di lui, che si lamentava ogni volta che compivano tre passi, di lui che sbuffafa e frenava quando aumentavano la velocità nel camminare. Lei lo teneva per mano e se lo portava dietro, cercando di farsi seguire, e di arrivare il prima possibile. Se lui gliel'avesse permesso avrebbe cominciato a correre già tempo prima, ma non poteva. Se la persona che avrebbe dovuto incontrare avesse superato il controllo, non avrebbe più potuto vederla.
In aeroporto ci sarebbero arrivati prima, se lui non avesse fatto tutte quelle storie, inoltre piuttosto insensate, inutili e si, sicuramente anche stupide.

"Mi spieghi cos'hai e perché non vuoi farci arrivare in tempo? È anche il tuo, di migliore amico!" lo sgridò senza smettere di camminare e senza voltarsi.

La risposta che ricevette fu un lamento e un'altra fermata brusca. O almeno una tentata fermata brusca, visto che lei non gli permise di rimanere dov'era, ma continuò a trascinarlo con più forza.
Potrebbe sembrare semplice, ma di certo non lo era, portarsi dietro di peso un ragazzo, cercando di schivare le persone, senza cadere, e dovendo arrivare in tempo da una persona.
Ma nonostante il ritardo e la folla, lei riusci a scorgere un altro ragazzo in fila, quello che doveva raggiungere.
In un secondo mollò la mano di lui e si precipitò al lato della fila, quasi all'inizio.
Il suo migliore amico era lì, con uno zaino in spalla e gli occhiali da sole.

Per tutto il tempo si era convinta che non sarebbe riuscita a salutarlo, invece era lì e la stava abbracciando e lasciando un bacio sulla guancia. Quando si staccarono cercò il suo accompagnatore al suo fianco, ma non lo trovò. Era rimasto alla fine della coda, guardando in quella direzione. Appena incontrò lo sguardo di lei però si giro dall'altro lato.
Un problema alla volta, per favore fu quello che pensò. Prima salutava il loro migliore amico, che per qualche strano motivo lui non voleva vedere, poi sarebbe andata a risolvere quel mistero.
Tanto la fila doveva procedere, e pochi minuti dopo lui era già passato al dì la della zona in cui lei poteva ancora stare. Quindi tornò indietro, felice di essere riuscita a beccare l'amico, e pronta per interrogare l'altro. Lui era seduto e l'aspettava.

"Possiamo andarcene ora?" chiese appena la vide avvicanarsi. Lei annuì e voltò le spalle, sicura che tanto la stesse già seguendo.

"Ti ringrazio Marco per la prova di amicizia che mi hai appena dimostrato" lo rimproverò senza girarsi verso di lui.

"Scusami" borbottò lui sotto voce cercando di riprenderle la mano che prima lo aveva trascinato per l'aeroporto, senza trovarla perché lei non glielo permise.

"Non ti scuso se non mi spieghi perché l'hai fatto" rispose lei senza fermarsi.

"Non so di cosa parli" mantenne lo stesso tono di voce, ma non ottenne risposta.

"Perché sei corsa da lui?" le domandò quindi.

A quel punto un mezzo sorriso spuntò sul viso della ragazza, che rallentò per permettere a lui di raggiungerla, poi lo guardò un attimo prima di gridare.

"Marco è geloso, Marco è gelo-" avrebbe continuato a urlare alle persone che si trovavano all'aeroporto come stava facendo, ma una mano le coprì la bocca e nascose il suo sorriso.

"Smettila di urlare che ti stanno ascoltando anche in Australia" le disse sotto voce, e stavolta fu lui a trascinare lei verso l'uscita dell'aeroporto.

La situazione si capovolse e mentre lui cercava di trascinarla lei puntava i piedi, aspettando che lui ammettesse il vero motivo per cui non voleva che incontrasse il suo migliore amico.

Appena raggiunsero il corridoio che dava ai bagni anche lui si fermò e lei lo guardò fisso negli occhi, con un angolino della bocca che minacciava di alzarsi per rivelare un sorriso che stava per nascere.
Così, con un sopracciglio alzato, aspetto che lui buttasse fuori la verità.

"Va bene, sono geloso" si arrese guardando il pavimento, finché con una mano lei non gli alzò il viso per rincontrare i suoi occhi e provocando il suo sorriso.

"Lo so, ma non capisco perché. Lui è solo il mio migliore amico, ed è uno dei tuoi più cari" rispose.

"Si, ma non sopporto di vederti correre da un altro ragazzo. Tu sei mia" disse col broncietto, facendola ridere.

"E questo chi l'ha deciso?" chiese.

"Io" fu la risposta che ricevette appena prima che le loro labbra si incontrassero, regalando a entrambi due sorrisi e tanto amore.


grenade» one shots of footballers [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now