Federico Bernardeschi

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Su richiesta di ZampellinaS🌠

«Sorriderò col giglio in
petto finché morte non
ci separi»

Giocare con la nipote di Federico la divertiva. Gli assomigliava moltissimo, con gli stessi capelli biondi, gli stessi occhi, gli stessi lineamenti. Era una bambina solare e parlava molto. Per essere loquace, lo era. Aveva sei anni, anche se era più intelligente di quanto potesse raccontare la sua età, era una bambina vispa e vivace. E amava la ragazza che veniva quasi tutti i giorni a giocare con lei. Anche la bambina aveva sicuramente capito che era speciale per lo zio, solo la ragazza mancava a quell'appello. E altrettanto sicuramente la bambina la considerava migliore della ex-zia, la fidanzata precedente del fratello di sua madre. Ogni volta che sentiva il suo nome faceva la linguaccia alle spalle di Federico, facendo ridere la sua migliore amica.
Nemmeno a lei piaceva. E inoltre, da quando lei conosceva Federico e quindi Veronica, neanche quest'ultima le aveva mostrato un gran sentimento di simpatia, tutt'altro in verità.
E ora che non era più la ragazza di Federico, Veronica continuava a chiamarlo e a insistere per vederlo, cosa che le dava alquanto fastidio. Si erano lasciati ormai, e doveva farsene una ragione una volta per tutte.

Purtroppo il nuovo gioco di Veronica, caccia a Federico, era avvenuto anche quel giorno.
Lui si era allontanato con il cellulare nell'altra stanza, per parlare con lei.
Lei invece era rimasta nel salone, seduta sul divano con la bambina sulle ginocchia, con le orecchie tese, in caso fosse riuscita a captare qualche informazione dalla telefonata.

"Cosa facciamo zia?" la voce allegra della piccola seduta sulle sue ginocchia rese più felice anche lei. La rallegrava anche solo il fatto di sentirsi chiamare zia, che poi di fatto non era.

"Quello che vuoi tu, tesoro"

"C'è qualcosa che non va zia?"

Alcuni dicono che il sesto senso dei bambini è il più acuto di tutti. Che i bambini capiscono cose che molti altri non riescono ad intendere. E la bimba che aveva sulle gambe glielo ricordava tutti i giorni, proprio come in quel pomeriggio.
Sembrava capire le cose che neanche lei stessa capiva. Dall'altezza della sua maturità non capiva cose a cui arrivava una bambina di sei anni.

"Non preoccuparti, non è niente" le rispose con un sorriso.

"A te piace lo zio?" e, sempre quel pomeriggio, anche quel pomeriggio, riuscì a coglierla di sorpresa.

"Perché mi chiedi questa cosa?"

"Perché lo zio è molto carino" ridere quel giorno forse non le sarebbe mancato.

"Questo è vero, e un altro buon motivo per cui mi piace tanto" ammise franca davanti alla sua cosiddetta nipote.

"E allora perché non glielo dici?" chiese ancora pimpante lei.

"Perché forse allo zio piace un'altra persona, anche se a me e te non piace"

"Per niente" fece la linguaccia, cosa che permise alla ragazza di continuare con un largo sorriso.

"Un giorno lo imparerai, quando sarai grande. Amare una persona non vuol dire volerla al proprio fianco e amarla solo quando è lì. Amare davvero una persona vuol dire volerla al fianco, anche se non è il tuo. C'è chi crede che sia anche facile, e chi invece crede che sia difficile. E io invece non posso credere di star facendo questo discorso con te" concluse dandole un bacio sulla guancia e facendola ridere.

Forse la bambina avrebbe continuato a farle delle domande a cui non avrebbe saputo dare risposta e di cui si sarebbe stupita come tutte le volte, forse si sarebbe stancata e avrebbe cominciato a giocare o a chiedere che la ragazza le leggesse qualcosa.
Non l'avrebbe mai scoperto.
Federico entrò nella stanza con il cellulare in mano, dopo aver concluso la sua telefonata.
Alla vista della sua migliore amica e di sua nipote sulle sue aambe sorrise, e prese posto vicino a loro.

"Mi dispiace, era Veronica" si scusò appena si sedette sul divano.

"Tranquillo, ormai ci ho fatto l'abitudine"

"Succede così tanto spesso?" chiese ironico alzando un sopracciglio. Chi voleva prendere in giro? Lo sapeva anche lui che quelle chiamate avvenivano moolto spesso, se non erano messaggi, videochiamate, registrazioni.

"Come ti viene in mente questa cosa?" rispose con la stessa ironia.

"La tua faccia mi da questa idea"

"La mia? Figurati se io faccio caso alle telefonate di quella vipera troglodita" si imbronciò.

Lui rise e le prese la mano, mentre la bambina li guardava chinando la testa. Sembrava elaborare qualcosa nella sua piccola testolina, qualcosa da dire o da chiedere. E quello che aveva elaborato quel giorno era quasi più inaspettato del solito. Una singola affermazione buttata lì. Singola, ma non semplice. Forse si, rapida. Ma non così semplice.

"Tu piaci tanto alla zia, me l'ha detto!" esclamò rivolgendosi allo zio.

Lui sorrise prima alla bambina, e poi alla sua migliore amica. Quest'ultima, dal canto suo, era rimasta ferma a guardare chi aveva sulle ginocchia con gli occhi sgranati. Stava ancora cercando di capire perché l'avesse detto, e soprattutto perché lei stessa l'aveva confessato ad una bambina di sei anni. Sperando che non lo prendesse sul serio forse?
Ma il suo flusso di pensieri non poté continuare molto a lungo, perché fu interrotto.

"Anche la zia mi piace tanto" disse Federico, stringendo un po' di più la mano che aveva nella sua.

Ci sono coppie che lo sono diventate grazie ad una serata al chiaro di luna. Ci sono coppie che lo sono diventate grazie ad una passeggiata sulla spiaggia. Coppie che lo sono diventate grazie ad un bacio.
Anche loro hanno cominciato la loro storia con un bacio.
Un bacio, e una bambina di sei anni.

grenade» one shots of footballers [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora