Álvaro Morata

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Dedicato a inalvarosarms

Álvaro Morata, Real Madrid

Il vento soffiò improvvisamente più forte fra i suoi capelli, costringendola a mantenere il cappello con le mani.
Lì sul tetto trovava sempre la tranquillità di cui aveva bisogno, il silenzio la calmava, soprattutto dopo aver litigato con Álvaro.
Non litigavano spesso, ma quando capitava la cosa la feriva nel profondo. Odiava litigare con lui, odiava alzare la voce, odiava doversi allontanare in lacrime.
Fortunatamente salire là sopra le permetteva di sbollire la tensione.

Il giorno prima Álvaro aveva insistito perché lei lo accompagnasse ad un evento con la squadra il giorno del compleanno della mamma.
Emily non amava molto prendere parte a quegli eventi, ma non glielo aveva mai negato perché lui ci teneva molto. Quel giorno però aveva rifiutato, perché non le bastava un pranzo con la mamma, voleva passare tutta la giornata con lei come era abituata a fare. Álvaro se l'era presa, e avevano finito per litigare.

Era davvero delusa dal comportamento del suo fidanzato, non si aspettava che potesse prendersela per una cosa piccola come quella.

Con un lungo sospiro si decise a rientrare dentro casa. Aveva preso troppo freddo per quella sera. Più era pesante la giornata più ore passava a guardare al tramonto, lì dove aveva una vista panoramica su tutta Madrid che riusciva sempre a toglierle il fiato.

Si alzò dalla sua postazione e piano ripercorse i suoi passi per avvicinarsi alla botola che dava al suo passaggio. Si voltò per quella che sarebbe dovuta essere l'ultima volta verso il cielo striato di rosa, ma quando tornò a puntare lo sguardo davanti a sé perse ben due battiti: il primo per la paura, il secondo per la causa di essa.

Álvaro si stava issando su con le mani attraverso lo spazio, e in pochi attimi fu in piedi davanti a lei.
Superato lo spavento, riuscì a guardarlo negli occhi e parlare, nonostante non lo gli rivolgesse la parola da un giorno intero.

"Come hai fatto a trovarmi?" domandò mormorando.

"Ti conosco Emily" rispose porgendole un sorriso.

Lei, dal canto suo, non riuscì a sorridere con la stessa naturalezza. Non riusciva a fingere che fra di loro non fosse successo niente, come se il giorno prima non si fossero urlati contro, come se non si fossero lasciati di punto in bianco senza risposte.

Il giorno precedente le aveva lasciato l'amaro in bocca. Quello era il suo posto preferito e l'unico in assoluto in grado di calmarla.

"Sto andando via" aggiunse e tentò di oltrepassarlo, ma Álvaro non glielo permise, bloccandole il braccio.

"Aspetta Emily!"

"Come sei arrivato qua su?" rispose leggermente indispettita.

"Ho bussato alla porta della tua camera e l'ho trovata aperta. Sono entrato e ho visto l'armadio spostato e la porta dietro. Finalmente ho capito come sali sul tetto" continuò a sorridere, finché lei non riuscì a mantenere il broncio e dovette abbassare lo sguardo, per non mostrare il suo piccolo sorriso.

"Ti prego, ho proprio bisogno di vederti sorridere in questo momento!" aggiunse lui alzandole il viso con un dito.

Emily quasi dimenticò di essere arrabbiata con lui. Aveva quel potere speciale di calmarla solo con un semplice tocco. Avrebbe solo voluto che la stringesse di nuovo a sé e che dimenticasse tutto anche lui. La verità era che lo amava troppo, troppo per non voler risolvere la questione una volta per tutte.

"Seguimi, non vorrei vederti cadere giù" ordinò divertita al ragazzo e si voltò, facendosi strada fra i comignoli e arrivando al cornicione. Si abbassò e si sedette poco più dietro, per sicurezza.

Quando cercò il ragazzo a fianco a sé, lo trovò poco più dietro intento a ripetere le sue stesse mosse, senza guardare giù. Emily non aveva pensato alla sua paura dell'altezza. Dovette rialzarsi e aiutarlo, in silenzio, ad arrivare a destinazione.
Lui le prese la mano e la seguì, guardando i palazzi davanti al loro. Senza pensarci troppo spostò lo sguardo sulla ragazza che amava.
Ridere venne spontaneo a entrambi, quando i loro visi si trovarono a pochi centimetri di distanza.

"Scusami Emily. Non volevo chiederti di rinunciare a niente. È che con te mi sento più sicuro in qualsiasi cosa io faccia" cominciò Álvaro avvicinandosi poco di più.

"Lo so. E tu sai che ti seguo sempre ovunque. Ogni tanto però ho bisogno di staccare" sospirò pensando ai numerosi eventi a cui lo aveva accompagnato da quando stavano insieme.

"A chi lo dici! È per questo che voglio sempre che mi accompagni tu. Mi sembra di avere un po' di normalità in ogni cosa assurda che faccio" si passò una mano tra i capelli.

"Queste cose non fanno per me. Forse ho solo bisogno di una pausa" rispose la ragazza stancamente.

Álvaro sgranò gli occhi e la guardò spaventato.
"Da me?" chiese sconvolto. L'unica cosa che non era disposto a perdere nella sua vita, era lei.

"Ma no, che dici!" Emily non potè fare a meno di ridere a causa della reazione del suo ragazzo. Aveva bisogno di una pausa da tutto, tranne che da Álvaro.

"Grazie a dio" sospirò sollevato il ragazzo portandosi scenicamente una mano sul cuore, per poi sorriderle.

"Vorrei solo un po' di privacy per noi! Non ho mai pensato che sarebbe stato facile, ma neanche così complicato" continuò Emily.

"E io vorrei essermi accorto prima quanto tutto questo ti pesasse. Mi dispiace" si scusò ancora, e la tirò a sé.

Finalmente la ragazza si sciolse e si lasciò abbracciare. Non le importava più l'aver litigato, non le importava più di niente. Lei era tra le braccia di Álvaro, quindi sarebbe andato tutto bene. Non c'era un'altra strada.

"A che pensi?" sussurrò stretta a lui, interrompendo quel silenzio surreale che si era creato intorno a loro.

"A parte a non svenire per l'altezza, dici?" ribattè lui facendola ridere.

"Sai Álvaro, sei proprio bravo a mantenere il romanticismo! - rise di gusto. - E io che mi aspettavo un 'penso solo a te' oppure 'penso a quanto ti amo' e roba del genere" lo punzecchiò divertita.

Álvaro si unì alla sua risata contagiosa e strinse le sue mani fra le proprie. Finalmente si erano lasciati alle spalle quel brutto litigio che li aveva separati. E ci avevano messo solo pochi minuti. Dovevano solo trovare il coraggio di affrontare i loro problemi, facendo un passo indietro entrambi.

"Lo so che con le parole non sono bravo, va bene? Ma voglio farmi perdonare e c'è sempre un altro modo" ribattè malizioso.

Emily non poté chiedergli cosa avesse intenzione di fare, non poté proprio aprire bocca, non poté neanche sorridere, che subito Álvaro la strinse a sè e la baciò con tutto l'amore che provava. Emily avrebbe dato tutto purché il tempo si fermasse lì e li intrappolasse, insieme.

"Ora si che hai recuperato il romanticismo" sussurrò staccandosi un attimo da lui. Questa volta fece in tempo a sorridere e vedere il sorriso della persona che più aveva amato in vita sua prima che le loro labbra si toccassero di nuovo.

Il vento scompigliò i suoi capelli, ma Emily non se ne curò. Era nel suo posto preferito al mondo, un tetto sempre solitario, a volte un po' freddo, ma con la vista più bella di tutta la città e la tranquillità di cui aveva bisogno, con la sua persona preferita al mondo. Il suo Álvaro.

Scusa se ci ho messo un po', spero ti sia piaciuto💕

grenade» one shots of footballers [IN REVISIONE]Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ