Pierre-Emerick Aubameyang

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Non su richiesta,
dedicata a addictedtomessi
Te la volevo scrivere prima, ma mi dovevo far venire un'idea, per fortuna ho qualcosa, ma non so quanto sia bella.

«The only sense of everyday
is waiting to see you play»

Lasciò la porta aperta, per permettere che lui entrasse, anche se la stava stressando da un po'. Forse chiuderlo fuori sarebbe stata l'idea migliore, ma purtroppo al momento non le passò per la testa, e lui la seguì in casa.

"Allora?" le domandò il giocatore in attesa di risposte.

"La smetti di darmi fastidio?" rispose lei cercando di non fargli più fare domande.

"Non ti hanno mai detto che non si risponde a una domanda con un'altra domanda?" le disse mentre lei posava la giacca sull'appendiabiti.

"L'hai appena fatto anche tu" sbuffò lievemente, continuando a posare le cose che aveva addosso e nelle tasche.

Lui, che fino a quel momento era rimasto fermo, concentrato sul suo obiettivo di farla confessare, cominciò a fare lo stesso, togliendosi il giubbotto e i guanti, che gli avevano tenuto le mani al caldo per tutta la sera, e che ora poteva sfilare perché in casa si stava bene.

"Ma tu sei stata la prima" ribatté seguendola per il corridoio.

"Perché ti ho fatto entrare?" si domandò lei esasperata, mentre apriva la porta della sua camera, invitandolo a entrare prima di lei.

"Perché io avrei continuato a bussare al campanello tutta la notte e non saresti riuscita a dormire" immaginò lui sedendosi sul letto, mentre la ragazza rimaneva in piedi di fronte a lui, appoggiandosi lievemente alla sua scrivania, piena e disordinata.

Per come si stava mettendo la situazione, fu subito sicura che non l'avrebbe lasciata in pace finché non avesse raggiunto il suo scopo, e che, come già era successo molte altre volte, si sarebbe fermato a dormire da lei.

"Mi sembra un motivo valido" confermò guardandolo come se fosse la cosa che più odiava al mondo.

"È inutile che mi guardi così, tanto io non me ne vado finché non mi dici cos'hai" le disse tanto per mettere in chiaro le sue intenzioni, che già non erano per niente nascoste, dopo aver notato il suo sguardo assassino.

"L'avevo capito. E comunque non ho niente" negò, anche se sapeva che non era minimamente credibile.

Forse, un'altra persona avrebbe desistito, ma lui sapeva benissimo che c'era qualcosa sotto, ed era ostinato a sapere cosa la facesse stare male.

"Se ora non hai niente, quando hai qualcosa che fai, ti vai a seppellire in giardino?" disse ironico mentre aspettava una risposta sincera.

"Quando mi troverai con una pala in mano pronta a scavare sai dove starò andando" continuò a sviare lei.

Lui le fece il miglior sguardo inquisitorio di cui disponeva, così intenso che lei dopo qualche secondo non riuscì più a sostenerlo e dovette puntare gli occhi sul pavimento, per non rischiare di vuotare il sacco in un secondo.

"Guardami negli occhi e dimmi cos'hai" ordinò incrociando le braccia al petto.

"Guardami tu negli occhi e dimmi perché non mi lasci dormire" cercò di rigirare la frittata.

"Ho capito, non me lo dirai" sospirò, mentre lei sorrideva soddisfatta della sua resa.

"Sei perspicace Pierre, lo sai?" gli chiese prendendolo in giro.

"Sei stupida però" la riprese scuotendo la testa.

"Perchè non ti sto ancora cacciando dalla mia stanza?"

"Lo sai che io sono sempre dalla tua parte, qualsiasi cosa succeda. Lo sai che con me puoi parlare di tutto. Lo sai che non ne parlerei con nessuno e farei di tutto per aiutarti" continuò lui facendo finta di non sentire il suo tentativo di chiudere il discorso.

"Lo so bene Pierre" ammise lei prendendo posto al suo fianco. Si sedette pesantemente vicino a lui, appoggiando la testa alla sua spalla.

"Allora perché non vuoi dirmi niente?" le chiese.

"È che non sono ancora pronta a parlarne" sussurrò con un filo di voce pensando a tutti gli avvenimenti pesanti che avevano reso difficile quel periodo della sua vita.

"Quando vorrai io ti ascolterò" le promise lui e lei alzò la testa con un piccolo sorriso.

"Sei il migliore" confessò facendo spuntare un sorriso anche a lui.

"Sei tu che tiri fuori la parte migliore di me" rispose tirandola ancora più vicino a sé e lasciandole un bacio leggero sulle labbra.

"Lo sai che ti amo?" gli domandò appena si staccò.

"Lo sai che non basta come scusa per avermi fatto esasperare?" rispose con un mezzo sorriso.

"Ti hanno mai detto che non si risponde a una domanda con un'altra domanda?" ribatté lei usando le sue stesse parole.

"L'hai appena fatto anche tu" ripeté mordendosi il labbro.

"Ma tu sei stato il primo" concluse lei come avevano fatto prima e riattaccò le loro labbra, che non avevano più voglia di staccarsi.

grenade» one shots of footballers [IN REVISIONE]Onde histórias criam vida. Descubra agora