Stephan El Shaarawy

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Su richiesta di arianadesciglio

«Oh forza grande Roma,
per te combatterò,
In giro per l'Europa il tuo
nome porterò!»

"Ehi, Ariana! Svegliati!" qualcuno sussurrò ai piedi del mio letto.

Sentii due mani prendermi le spalle e scuotermi. Chiunque fosse, delicatezza non era la sua parola d'ordine. Non ascoltai la voce e rimasi dov'ero, nel mio caro letto, senza aprire gli occhi. L'unica cosa che feci fu accennare ad un lamento. Purtroppo l'altra persona non colse il fatto che io non volessi per niente lasciare il regno di Morfeo e continuò a scuotermi.

"Chiunque tu sia, sappi che se non la smetti in questo stesso istante, farai una brutta fine" ammonii.

"Sono Stephan, e ora svegliati"

Ecco, solo lui poteva venirmi a svegliare. Ma era anche il solo che venendomi a svegliare non rischiava di essere strozzato.
Aprii gli occhi e mi mossi con estrema lentezza, tenendomi con i gomiti e puntanto il mio sguardo sulla sveglia.

"Sono le tre di notte, che ti salta in mente?" lo ripresi senza fare lo sforzo voltarmi verso di lui.

Anzi, crollai direttamente dov'ero prima e richiusi gli occhi. Non ero a conoscenza di cosa stessi sognando prima, ma sapevo di voler continuare a farlo. E sicuramente lo sapeva anche Stephan, ma a quanto pare non era sufficiente esserne consapevole per lasciarmi in pace. Continuò a scuotermi finché non mi rizzai di nuovo sulla schiena. Lo guardai negli occhi e sperai che ci leggesse la mia voglia di dormire, ma forse il buio non gli permise di farlo e invece di andarsene mi sorrise e mi porse la mano, per alzarmi.

"Vieni?" chiese invitandomi a prenderla.

"Forse non hai capito bene Stephan, quindi lascia che io te lo ripeta: che ti salta in mente? Non ho la minima intenzione di scendere da questo letto"

Forse lui era molto persuasivo, forse gli volevo bene, o forse mi promise una grande scatola dei miei cioccolatini preferiti. Due minuti dopo era riuscito a trascinarmi fuori dalle coperte e a tenermi in piedi senza che tornassi addormentata.

"Tanto sei già vestita, per fortuna ieri eri troppo stanca per cambiarti"

"Perché, vuoi anche farmi uscire da qui? Non ci penso nemmeno"

Dopo essermi messa le scarpe da ginnastica e aver avuto promessa un'altra scatola di cioccolatini, ero in piedi di fronte alla porta.
Ci avevamo messo perlomeno dieci minuti solo ad arrivare all'ingresso, per non svegliare gli altri, che, beati loro, dormivano nei loro letti.

"Perfetto, possiamo andare ora" disse aprendo piano la porta.

"Andiamo allora" sbuffai poco convinta e mi infilai la giacca prima di oltrepassare la soglia. Il freddo arrivò lo stesso e maledii mentalmente il ragazzo dietro di me, che mi aveva convinto solo con un po' di cioccolato a fare quello che diceva.

Mi prese per mano e mi trascinò via da dove eravamo.
Dopo un po' ci trovavamo ancora a correre per Roma, senza che io sapessi dove stessimo andando. Non sapevo dove ci saremmo fermati e quanto mancava al posto in cui mi stava portando. Sapevo solo di voler tornare sotto le coperte a dormire nel mio caro letto.

"Dove andiamo Stephan?" gli chiesi continuando a seguirlo.

"Lo vedrai presto" mi rispose senza voltarsi.

"No, non voglio vederlo, voglio tornare a casa, mi ci riporti?" mi lamentai sperando che mi ascoltasse e acconsentisse. Ma ovviamente lui continuò a non voltarsi e non decise di riportarmi in dietro.

"Nemmeno per sogno" disse eliminando tutte le mie speranze di una notte dormendo.

Finalmente, a un certo punto, avvertii che Stephan rallentava. Sperai che fosse perché eravamo arrivati a destinazione, non perché fosse stanco. Fortunatamente l'opzione giusta era la prima. Per quel giorno avrebbe potuto saltare un po' di corsa in allenamento.
Pochi lampioni illuminavano la strada, ma comunque non riuscivo a riconoscere il posto. Poi sentii il rumore dello scorrere di un fiume, dell'acqua, che di giorno non si avvertiva per la folla che riempiva le vie e le piazze, ma in quel momento si sentiva forte e chiaro. Era il Tevere, che scorreva vicino a noi.
Stephan continuò a tenermi la mano e mi portò più vicino al corso d'acqua. Non avevo ancora capito perché mi avesse portato lì, ma era bellissimo. Ascoltai per un altro minuto il fiume che scorreva, con gli occhi chiusi, mentre Stephan osservava me. O almeno lo pensai, perché quando riaprii gli occhi incontrai subito i suoi.

"Perché siamo qui?" gli chiesi allora, rompendo la sfera silenziosa che ci circondava, interrott ogni tanto solo dal miagolio di qualche interrotta.

"Dovevo cancellare una cosa dalla mia lista di cose da fare prima di compiere trent'anni"

"Svegliarmi mentre dormo, convincermi ad alzarmi con il cioccolato e portarmi vicino al Tevere alle tre di notte è nella tua lista di cose da fare prima di compiere trent'anni?"

"In un certo senso, si" mi sorrise.

"E poi da quando hai una lista di cose da fare prima di compiere trent'anni?"

"Da quando ho scelto di baciarti nel posto più bello di Roma" sussurrò prima di poggiare sule labbra sulle mie, mentre Roma sprofondava di nuovo nel silenzio.

Spero ti sia piaciuto
Intanto, la mia splendida testa, si è dimenticata di una cosina, ma piccola piccola. Qualcuno mi ha chiesto una One Shot su De Sciglio, ma c'è una minima possibilità che io mi sia scordata chi l'abbia fatto. Scusatemi tanto, è che ne ho tante, se siete stati voi a chiedermela scrivetemi di nuovo❤❤

grenade» one shots of footballers [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now