Mesut Özil

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Su richiesta di godzsofi💫💘

«We don't walk away.
So please, never give up Gunners»💥

La mia faccia e il vassoio erano diventati molto amici negli ultimi giorni. Si erano presentati una settimana prima e avevano deciso di non separarsi più, non saltavano nemmeno un pranzo alla mensa. Forse al mio viso piaceva avere del cibo sulla faccia, oppure i piedi dei miei compagni avevano così tanto piacere di incontrare i miei mentre camminavo che volevano farlo tutte le volte, per il semplice gusto di stare insieme.
Forse il pavimento gradiva quando qualcuno ci cadeva sopra, quindi per non farlo sentire solo dovevo farlo sempre io.
La mia fortuna era la mensa. Non avevo mai amato il fatto che facesse schifo tutto il cibo che davano e che fosse spesso vuota tanto quanto in quella settimana. Mai nessuno veniva a mangiare alla mensa, soprattutto all'orario in cui andavo io. Per prima cosa, mi piaceva la tranquillità. Per seconda, se arrivavi per primo e ti ingraziavi la cuoca, potevi avere un panino di quelli che teneva per lei. Dovevi farle pena e quello era tuo. Forse gli altri non lo sapevano, o forse ero l'unica a suscitarle talmente compassione da darmi un po' del suo pranzo.
Ma in quei giorni c'era sempre qualcuno che arrivava prima di me. Mi toccava prendere la zuppa - si spera fosse zuppa - e andare al mio posto. E poi c'era sempre qualcuno che me la faceva assaggiare prima del dovuto, con la faccia nel piatto, per terra.
Quel giorno non poteva andare diversamente, e infatti non fu così.

Quando riazlai il viso dalla ciotola mi pulii svelta col tovagliolo, poi diedi uno sguardo agli altri ragazzi presenti nella stanza. Oltre le risate di chi mi aveva fatto cadere, nessuno accennava a fare commenti. Erano pochi ragazzi, di cui la maggior parte non si era neanche accorta della mia caduta. Una ragazza intenta a studiare all'ultimo tavolo sbuffò per il troppo rumore. Ecco, la mensa di sicuro non era un buon posto per mangiare, ma era ottimo per studiare. Era quasi più silenziosa di una biblioteca.
Non mi voltai nemmeno verso gli autori del mio volo, lasciai il vassoio a terra e uscii di corsa dalla mensa, in direzione bagno. Potei solo sciacquarmi velocemente la faccia, c'era troppa fila per chiudermi dentro e bloccare tutto, soprattutto perché mi avevano concesso di passare avanti, visto l'operazione che richiedeva poco tempo.

Lasciata la mia prima tappa e tutte le ragazze in coda uscii in cortile a prendere aria. A sedermi sulla mia cara panchina.
Non poteva continuare così in eterno. Un giorno, così come avevano cominciato, quei ragazzi avrebbero smesso di infastidirmi. Ma che potevo avergli fatto di tanto male?
Non dovetti pensarci troppo su, la risposta arrivò da sola.

"Credo che tu gli piaccia"

"Uh?" risposi colta di sorpresa. Uno dei ragazzi era lì di fronte a me, e non mi sarei mai aspettata che fosse li per scusarsi.

"Ad Aaron. Credo che abbia una cotta per te"

"È per dirmi questa assurdità che ti sei preso la briga di venirmi a parlare Mesut?"

"No, certo che no - prese posto al mio fianco - Non sono venuto a dirti assurdità, ma la verità"

"Allora dimmi semplicemente che gli sto antipatica e che subirò questo in eterno, invece di insinuare quello che hai detto prima. È solo un'idiozia"

"Idiozia? Conosco il mio amico" mi guardò e si mise a ridere.

"Cos'hai da divertirti tanto? Ho ancora del cibo fra i capelli? Oppure ti fa ridere il fatto che lui si sia preso una cotta per me? E comunque, io continuo a non crederci"

"No, non ridevo per quello. E non m'importa se non mi credi, non credi alla verità"

"Beh, allora digli che è un pessimo modo per farmi ricambiare"

"Ecco, era per questo che ridevo, vedi?"

Alzai le spalle. Cotta o non cotta, erano i pranzi più brutti di tutta la mia vita. Era il modo più balzano in assoluto che potesse trovare per attirare l'attenzione. E poi sotto sicuramente c'era qualcos'altro. Era impossibile che qualcuno ti facesse finire con la faccia nel piatto per sette giorni di fila, solo perché si era  innamorato di te.

"Non fa ridere, è terribile invece"

"Lo convincerò a smettere, tranquilla" mi rassicurò.

"E perché mai dovresti farlo? So che vi divertite tutti"

"Oh, andiamo! Non è divertente stare dietro agli scherzi di Aaron se sono sempre gli stessi"

"Aaron è fuori di testa" commentai, sperando che Mesut non glielo andasse a riferire. Se quello era quel che faceva quando gli piaceva una persona, figuriamoci quello che faceva a chi odiava.

"Anche Mesut lo è, ma è anche terribilmente carino" disse in falsetto, imitando la mia voce. Risi e scossi la testa.

"Se quella ero io, sono contenta di non dover parlare in pubblico allo spettacolo, stizzirei chiunque" Mesut ignorò la mia affermazione e mi guardò negli occhi.

"Aaron mi ucciderà dopo quello che sto per fare" rispose invece.

Avrei voluto chiedergli spiegazioni ma non feci in tempo. In un millesimo di secondo si era avvicinato e mi aveva baciato. E chi pensava più agli sgambetti, alla mensa, alle risate? Mi bastava sapere che il mio posto non era con la faccia nel piatto, ma era lì, vicino a lui.

grenade» one shots of footballers [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now