Capitolo 2 《That guy》

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Rientrai in classe con la testa in confusione e mi sedetti al mio banco, Thomas non era ancora entrato.
Allungai il collo verso la finestra per vedere se era ancora ai giardinetti.

<<Tranquilla sono qua>> sussurrò lui col fiatone notando il professore che era appena entrato.
Io arrossí dall'imabarazzo.
Lui mi sorrise. Amavo quel sorriso così innocente.
Le due ultime ore le passammo a sorriderci e a scambiarci sguardi e sorrisetti nascosti.

Suonò poi l'ultima campanella, sistemai le mie cose nel mio zaino, e poi uscì dalla scuola con un po' di amarezza, dato che volevo ancora un po' stare in compagnia di Thomas, ma anche un po' speranzosa perché io e Alessia ci dovevamo vedere in quel bar dove lo vidi per la prima volta stamattina, e si, speravo di rivederlo di nuovo.

Non so perché, quel ragazzo aveva qualcosa che mi mandava in tilt e in confusione allo stesso tempo.
Alle cinque del pomeriggio, io e Alessia arrivammo, mi girai da tutte le parti, ma lui non c'era, e come un treno velocissimo, miliardi di pensieri mi invasero la testa.

E se fosse già venuto?.
E se fosse stato con qualche altra ragazza?.
E se questa mattina fosse stata solo la prima e ultima volta che fosse venuto qui?.

Okay,basta,mi dovevo calmare.

Mentre mi torturavo la testa con questi pensieri venni interrotta da Alessia.

<<Deve essere davvero importante lui,dato che hai la testa fra le nuvole da stamattina>> disse lei tranquillamente sorseggiando il suo thè.
<<Eh?Beh, si, forse>> risposi confusa più che mai.

Lei semplicemente si mise a ridere.
<<Perché ridi?>> dissi io ridendo nervosamente.
<<Perché ti sei innamorata>> rispose.
<<No, aspetta, no, non è vero, cioè forse, magari, ma no non-...>> dissi io impacciatamente diventando un arcobaleno di colori in viso.

Ad interrompere quella buffa scena, fi la porta del bar, che si aprì, facendo un rumore assordante.

Stava entrando qualcuno.

Subito mi bloccai, inclinai la testa e vidi quel ciuffo che ormai conoscevo benissimo sbucare dentro la sala.

Era Thomas.

Ad un certo punto Alessia si girò di scatto essendo messa di spalle alla porta.
<<Ale! Ri-girati! Non mi far fare brutte figure!>> gli sussurai per non farmi sentire.

<<Ah così è lui quello che ti manda nel paese delle nuvole>> rispose ridacchiando maliziosamente dandomi una gomitata.

<<Si, cioè no, e poi è appena arrivato e ci ho parlato solo cinque minuti, è impossibile che mi piaccia>> dissi io diventando del colore delle pareti rosso fuoco del bar.

<<Se sei così nervosa non penso che tu non prova proprio niente, e poi dicono che ci vogliano solo zero virgola due secondi per innammorarsi e tu, hai detto che avete parlato cinque minuti quindi, sei cotta>> rispose lei alzando le sue sopracciglia con fare filosofico.

Intanto Thomas si era seduto proprio sulla nostra destra, mi aveva notata e ci facemmo un sorriso contemporaneamente.

Alessia intanto mi faceva gesto con la testa di sedermi accanto a lui, tanto lei se ne sarebbe andata presto.
Io continuavo a essere rossa come un pomodoro e a scuotere la testa per negare serrando, completamente la mia bocca.

<<Va bene Fra, io vado, mi dispiace lasciarti qui sola, ma devo studiare>> disse lei alzando di più la sua voce sulla penultima frase e facendomi l'occhiolino.

Io mi portai una mano sulla fronte e la uccisi con lo sguardo diventando ancora più rossa di prima.
Lei prese le sue cose e lasció la sedia pronta per far sedere qualcun'altro, poi mi fece di nuovo l'occhiolino e io la fulminai nuovamente con i miei occhi.

Appena se ne andó, Thomas si girò verso di me.
<<Se non vuoi stare sola posso sedermi e finire il mio caffè insieme a te>> disse sorridendo.

Perfetto, aveva sentito tutto.

<<Non sentirti obbligato, non vorrei...>> non mi fece nemmeno finire che sorrise e scuotendo la testa per negare, prese il suo caffè e si sedette di fronte a me proprio sulla sedia vuota che aveva lasciato Alessia.

Appena vidi i suoi occhi il mio cuore incominciò a battere fortissimo.
Si creò un silenzio imbarazzante, lui guardava i miei occhi e io guardavo i suoi.
<<Così... ti sei trasferito qui>> spezzai il silenzio rompendo il ghiaccio.

<<Eh si, i miei hanno un lavoro che non gli permette di rimanere in un posto fisso, però stavolta penso che rimarremo qui per un bel po' di tempo>> disse lui.
<<Ah, capisco>> risposi sorseggiando il mio thè.

Lui continuava a fissarmi.

<<Ma ti piace proprio fissarmi eh>> dissi io ridendo.
<<Non ci posso fare nulla se hai degli occhi azzurri stupendi>> rispose toccandosi la nuca sorridendo ancora una volta.

Sorrisi anche io.

***

Dopo un po' a parlare e a conoscerci, guardai l'orario, erano le sette! Avevamo parlato per due ore!
<<Oddio è tardissimo! Scusa devo scappare>> dissi io correndo come un fulmine verso la porta di uscita di quel bar lasciando Thomas seduto sul tavolo.

POVS THOMAS

Francesca.

Il suo nome mi rimbombava in testa da stamattina appena la vidi lì,in quel bar. Non mi importava se potevo apparirle psicopatico fissandola sempre nei suoi occhi, ma giuro, non ne potevo fare a meno.

Abbassai lo sguardo sul tavolo e vidi che aveva lasciato il suo telefono. Subito lo presi e corsi fuori a seguirla.
Non appena la vidi, iniziai a correre sempre più veloce di prima e col fiatone urlai il suo nome.

POVS FRANCESCA

Mentre camminavo sentivo qualcuno gridare il mio nome :

<<Fra!>>

Mi girai e vidi Thomas correre come un matto verso di me, col mio cellulare fra le mani.
Appena arrivó si piegò su e giù col fiatone.
<<Oh mio dio!, non dovevi correre così forte! Ti potrebbe venire qualcosa!>> dissi io impanicata.
<<Nono... tra...tranquilla, hai dimenticato il telefono... sul tavolo e... sono venuto a riportartelo>> rispose lui ancora con il respiro pesante.

<<Oddio grazie, scusa se ti ho fatto correre come un dannato>> dissi io ridacchiando mentre gli sorridevo.

<<Ma no figurati!>> mi sorrise anche lui e mi porse il telefono.
Le nostre dita si incontrano e sentì una scossa per tutto il corpo, lo afferrai e sorrisi di nuovo, ci salutammo e poi mi girai per riprendere la strada di casa.

Appena arrivai, chiamai Alessia per raccontargli tutto quello che era successo e urlammo facendo i classici versi di due delfini al telefono, ma era questo il bello dell'amicizia, essere pazze in due.

Dopo aver chiuso la chiamata, notai che fra quelle effettuate recentemente, sotto al numero di Alessia, c'era un numero che io non conoscevo, lo salvai e dalla foto di profilo vidi che era il numero di
Thomas.

Oh mio dio! Si era scritto il suo numero! E adesso cosa avrei potuto fare?.

Chiamai nuovamente Alessia e gli raccontai tutto, lei mi suggerì di aspettare che mi cercasse lui, perché sicuramente aveva salvato anche il mio numero.

***

Fu sera, e ancora nessun messaggio di Thomas.
Cenai, controllai il telefono e vidi che ormai erano le dieci di sera, dopo aver perso le speranze, mi preparai per andare a dormire, ma mentre mi lavavo i denti, sentì la vibrazione del mio telefono, lo sbloccai e...

E arrivi tu ||Thomas Bocchimpani|| ~Wattys2017~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora