Capitolo 54 《Black life》

744 65 7
                                    

Si era fatta sera e avevo chiuso ogni tipo di finestra presente in casa mia.
Filtrava soltanto qualche fascio debole di luce del sole che stava quasi per tramontare dalle tapparelle della finestra serrata in cucina.
Thomas non faceva altro che chiamarmi al telefono, ma io non avevo risposto nemmeno ad una di quelle chiamate.

Avevo una rabbia addosso che avrei potuto fare le peggiori cazzate.
Dovevo calmarmi.
Ma non sapevo come.
Mi sentivo troppo presa in giro e umiliata.

No.
Non me lo meritavo.
No cazzo.
No!

Presi una sigaretta e la accesi iniziando a fumarla, poi dopo aver finito, ne presi un'altra, poi un'altra e un'altra ancora.
Non riuscivo più a smettere.
Ma un po' riusciva a calmarmi.

Successivamente presi una bottiglia di vodka e Jack Daniels dallo scaffale degli alcolici nella credenza e iniziai a buttare giù bicchieri su bicchieri.
Poi ancora fumo.
E ancora bicchieri.

Mi stavo devastando.

Un groppo alla gola iniziò a salire dal mio stomaco e corsi in bagno per vomitarlo.
Buttai tutto quanto, tutto quello che potevo avere dentro lo stomaco era scivolato giù nel water.

Ma non serviva a niente.

Mi spogliai velocemente e mi buttai sotto la doccia scoppiando a piangere.
Era un pianto davvero straziante mixato a urla e pugni sul marmo.
Mi feci anche male al polso ferito dall'ospedale facendolo sanguinare di nuovo.

Uscì immediatamente dalla doccia fasciando la ferita di nuovo.
Dopo aver finito, scoppiai di nuovo a piangere.
Urlai e iniziai anche un lamento davvero tormentoso.

Stavo avendo una crisi di nervi.
Mi vestì con una maglia lunga e larga nera con dei leggins dello stesso colore e dei calzini neri.

Camminavo per tutta la casa a piedi scalzi mentre bevevo e fumavo cercando disperatamente di calmarmi.
Lo so, non era la soluzione migliore che potessi mai prendere ma riuscivo un minimo a calmarmi.

Dopo l'ennesima chiamata di Thomas, spensi il telefono e mi buttai sul divano con la bottiglia di vodka ormai quasi finita mentre fumavo la sesta sigaretta con la testa che non faceva altro che pulsare dal dolore per il fumo e per l'acol.

Ad un tratto suonarono alla porta ma non mi mossi nemmeno di un millimetro dal divano al quale ero distesa.
Successivamente iniziarono a bussare con più forza e violenza.

<<Francesca! Ti prego apri sono Mike!>> disse una voce maschile da dietro la porta.

Non risposi.

<<Ti prego apri, so che sei lì dentro>> aggiunse ancora.

Io sbuffai e posai a terra la bottiglia di vodka mentre avevo fra le dita la settima sigaretta fumante.

Mentre andavo lentamente verso l'ingresso della porta mi guardai allo specchio : avevo i capelli scompigliati e metà bagnati dalla doccia che avevo fatto prima ed il polso fasciato davvero male con metà sangue che ancora gocciolava dal polso.

I miei occhi erano rossi e col trucco sbavato che seguivano la scia delle lacrime lasciando delle linee nere per le mie guance.

Non mi importava del mio aspetto : era solo colpa di Thomas se stavo così.

<<Francesca butto a terra la porta se non mi apri entro due minuti!>> disse Mike serio.

Aspirai ancora un po' di fumo e poi aprì la porta buttandolo dritto sulla sua faccia scioccata di Mike non appena vide in che condizioni ero.

E arrivi tu ||Thomas Bocchimpani|| ~Wattys2017~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora