Capitolo 38 《Dad?》

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Nonostante la produzione mi aveva detto che potevo anche saltare le prove, decisi ugualmente di farle.
Il giorno dopo ci sarebbe stato il serale e io volevo essere pronta su qualsiasi canzone.

<<Allora diciassettenne, con cosa vuoi iniziare?>> chiese Emma sorridendomi.
<<Mh, "Hide and seek">> risposi sorridendogli.
Lei annuì e poi partì la base.

Iniziai a cantare chiudendo gli occhi e concentrandomi soltanto sulle emozioni che mi trasmetteva quella canzoni.
Dopo alcune correzioni sulla tonalità della mia voce, mi fece ritornare in casetta.

Non appena tornai vidi tanti palloncini bianchi a terra, ma non c'era nessuno.
<<Thom? Ragazzi?>> domandai cercandoli ovunque.
<<Dai uscite fuori!>> affermai sbuffando.
Mentre li cercavo toccai un foglio a terra, spostai alcuni palloncini ed era un biglietto.
C'era scritto :

"Vai fuori ♡"

Era la scrittura di Thomas e mi scappò un sorriso.
Andai fuori e vidi proprio lui con un mazzo di rose rosse.
Io mi coprì la bocca con le mani e gli occhi diventarono lucidi.

<<Tu sei pazzo!>> dissi sorridendo con un filo di voce.
<<Può darsi>> rispose avvicinandosi a me sorridendo.
<<E gli altri dove sono?>> chiesi prendendo il mazzo.
<<Ci hanno lasciato un po' da soli>> rispose sorridendo.
<<Quanto ti amo!>> risposi saltandogli addosso.
Lui mi prese e mi baciò sulle labbra.

Entrammo poi in casetta : io attorno a lui come un koala e lui che mi teneva stretta per non farmi cadere mentre mi baciava.
Sbattemmo contro una sedia e ridemmo mentre continuavamo a baciarci.

Entrammo nella sua stanza e mi fece distendere sul suo letto.
Si mise sopra di me e iniziò a sbottonarmi la grande giacca che avevo addosso.
Me la tolse buttandola a terra e continuando a baciarmi iniziava a sbottonarsi la sua giacca.
<<T...thom>> ansimai respirando affannosamente.
<<Ti amo>> fu la sua risposta continuando a baciarmi mentre si toglieva la camicia.
Iniziava a portare le sue labbra sul mio collo baciandomi ovunque.

In quel momento mi arrivò in mente la serata della mia "quasi" prima volta orribile con Max.
Io non volevo farlo, non mi sentivo per niente pronta e lui mi costrinse.
Inziò da quella notte a picchiarmi, da quella notte in poi, la mia vita diventò un inferno, ogni giorno mi picchiava e mi costringeva con la forza a baciarlo.

La paura venne e io allontanai Thomas scoppiando a piangere.
Mi coprì la faccia con le mie mani e mi portai le ginocchia al mio petto.
<<Ei ei non importa, se non vuoi okay, non piangere!>> disse Thomas abbracciandomi.
<<Scusa...sono un disastro>> risposi singhiozzando.
<<Ma che dici!>> mi sorrise lui stringendomi forte.

Io sospirai e poi mi alzai prendendo le rose e uscendo abbattuta dalla stanza.
<<Ei>> mi bloccò lui prendendomi la mano.
<<È tutto apposto!>> aggiunse sorridendomi
Feci anch'io mezzo sorriso e poi uscì.

Entrai nella mia stanza e mi chiusi in bagno a piangere.

Mi spogliai e mi infilai sotto la doccia con l'acqua bollente.
Poi uscì, mi vestì e andai in verandina a fumare e ad aspettare l'arrivo degli altri che erano andati chissà dove.
<<Tutto bene?>> chiese Thomas da dietro sedendosi accanto a me.
<<No... ho rovinato tutto>> risposi sbuffando e facendo uscire il fumo dalla bocca.

<<Ancora? Ho detto che non importa!>> mi sgridò sorridendomi.
Io aspirai e buttai il fumo con lo sguardo abbattuto.
<<Francesca ti amo da impazzire e farò il passo avanti soltanto quando tu ne sarai completamente certa e sicura, okay?>> mi chiese facendo girare il mio viso con le sue mani per un contatto visivo.
<<Okay>> risposi sorridendo.

Mi diede un bacio sulle labbra dolce e poi ci staccammo dalla porta del cancelletto che si apriva sentendo le voci di Mike, Shady e Sebastian che parlavano.
<<Oh ma salve!>> disse Mike sorridendoci.
<<A lei>> risposi ridacchiando.
Entrarono dentro e io buttai la sigaretta per poi entrare insieme a Thomas mano nella mano.

Ad un tratto, mi arrivò un messaggio dal telefono della produzione dicendo che c'era qualcuno che mi aspettava in sala relax e che potevo venire accompagnata.
<<Thom!>> urlai chiamandolo.
Subito lui venne impanicato e mi scappò una risata.
<<Verresti con me in sala relax? La produzione mi ha detto che c'è qualcuno per me>> dissi tornando seria.

<<Certo!>> rispose lui sorridendomi.
Così uscimmo e ci avviammo agli studi di Amici.
Entrammo nel corridoio e Thomas stava dietro di me.
Non appena aprì la porta mi bloccai.
<<Cosa cazzo ci fai qui?!>> urlai entrando in sala.

Era mio padre.

<<Francesca...>> disse lui.
<<Vattene subito!>> urlai indicandogli la porta.
<<Fra calmati, fallo parlare>> disse Thomas toccandomi la spalla.
<<Francesca ti prego lasciami spiegare>> disse mio padre impanicato.
<<SPARISCI O CHIAMO LA SICUREZZA!>> strillai.

<<Aspetta ti prego!>> alzò lui il tono.
<<Non aspetto un cazzo, mi hai già dato tante risposte sette anni fa, sparisci dalla mia vista! Non voglio più vederti!>> urlai con gli occhi lucidi dalla rabbia.
<<Francesca ti scongiuro almeno oggi che compi diciassette anni!>> mi implorò mio padre.

<<Fra, fallo parlare! Io ti aspetto fuori>> disse Thomas dandomi un bacio sulle labbra e uscendo dalla stanza.
Non appena chiuse la porta mio padre si sedette ma io rimasi in piedi fulminandolo con lo sguardo.
<<E così tu e lui state insieme?>> chiese cercando di allacciare un discorso.
<<Che ti importa>> risposi fredda e distaccata.

<<Francesca, voglio scusarmi per come mi sono comportato quella volta, lo so, è la cosa più banale e ridicola che ti possa dire dopo sette anni, ma sono pentito, mi sento uno stupido ogni volta che ci ripenso! Francesca ti prego perdonami!>> disse mio padre con gli occhi lucidi.

<<Senti smettila, oggi è il mio compleanno e l'ultima cosa che volevo era che tu venissi dopo sette anni che sei letteralmente scomparso dalla mia vita. E ora di certo che vuoi che ti risponda? "Si papino ti perdono ritorniamo a essere una famiglia?!" Ma per chi mi hai preso?! Sparisci e non farti più vedere!>> dissi alzando la voce aprendo la porta e subito Thomas scattò in piedi dato che era
seduto appoggiato sul muro.

<<Francesca so che non potrai mai perdonarmi ma ti prego provaci!>> rispose mio padre alzandosi.
Non risposi nulla, semplicemente gli indicai la porta e lui senza dire niente se ne andò.
Non appena chiuse la porta d'uscita io scoppiai a piangere e mi buttai sul divanetto dando pugni ai cuscini buttandoli a terra.

Thomas venne accanto a me e non appena si sedette, io mi buttai sul suo petto scoppiando a piangere ancora più forte.
Non diceva niente, mi accarezzava il dorso per calmarmi.
<<Perché è venuto dannazione!>> dissi singhiozzando.
<<Fra calmati, non riesco a vederti così e non poter fare nulla>> rispose Thomas prendendomi il viso con le sue mani.

Mi asciugai le lacrime con la manica della felpa e poi mi alzai sospirando.
<<Andiamo in casetta ti prego>> dissi tenendogli la mano.
<<Certo>> rispose lui sorridendomi per tranquillizzadmi.
Entrammo in casetta e poi io mi buttai sul mio letto.

Era stata una giornata perfetta, indimenticabile, poi arrivò mio padre e rovinò tutto.
Stava per diventare il mio unico giorno di felicità che ci fosse stato nella mia vita.
E non fu così.

Migliaia di lacrime mi scesero bagnando tutto il mio cuscino.

Per fortuna era sera e mi addormentai con le lacrime che inumidivano le mie guance.

E arrivi tu ||Thomas Bocchimpani|| ~Wattys2017~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora