Capitolo 43 《You complete me》

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Ci addormentammo abbracciati per tutta la notte.
Beh, lui dormì, io no.
Ogni volta che cercavo di chiudere occhio, ricompariva quell'orribile e maledetto sogno e i ricordi di quando Max mi toccava contro la mia volontà.
Mi venne in mente che da un lato forse perdonarlo quella volta non fosse stata una buona idea, ma dall'altro invece si, perché non lo sentivo più da mesi e mesi dall'ultima volta che lo vidi quella mattina seduto su quel muretto.

Chissà dov'era finito.

A me non importava.
Se n'era andato dalla mia vita e questa era l'unica cosa che contava.

A distogliermi da quei pensieri, fu la pioggia che batteva incessantemente sulla finestra di casa.
Le braccia di Thomas mi prendevano il petto e il mio internocoscia.
Cercai di liberarmi dalla sua presa e mi avvicinai alla finestra.

C'era un tempaccio.
Una tempesta di lampi, pioggia e tuoni.

Proprio come mi sentivo io dentro.

Nonostante ormai avessi fatto successo, nonostante tutti parlassero di me.
Nonostante le migliaia di soddisfazioni che mi davano le persone non appena mi vedevano  urlavando ed esultando il mio nome.
Nonostante le gioie che davo a chi mi adorava.

Io non mi sentivo completa.
Ma non nel senso sentimentale.
Thomas mi completava.
La musica pure.
I miei "fan" stessa cosa.

Ma sentivo un vuoto dentro di me.
Magari era la mancanza di mia madre.

Era normale sentirsi vuoti dopo la perdita di un genitore.

Si ma non pensavo ci si sentisse così male.

Avevo tutto, ma non mi bastava quel tutto.
Io volevo mia madre.
Volevo raccontarle quello che mi stava succedendo anche se già sapeva tutto da lassù.
Mi mancava anche litigare con lei.
Parlare.
Ridere.
Sorriderle.
Mi mancava lei.
E nessuno riusciva a colmare in pieno quel mio vuoto.

Mentre pensavo a queste cose, una lacrima mi scese mentre osservavo il paesaggio di Vicenza piovoso.

Sentì un movimento provenire dal letto.
Sentivo le mani di Thomas che picchiettavano sulla mia parte del letto cercandomi.

Mi girai e infatti lo vidi mentre mi cercava disperatamente con gli occhi ancoea chiusi.
Mi scappò una risata.
Era troppo buffo.

Dopo un po' si svegliò e non appena mi vide accanto alla finestra con le guance umide, si avvicinò a me.

<<Ei che succede?>> mi domandò abbracciandomi da dietro.
<<Nulla... solo brutti ricordi>> risposi singhiozzando e asciugandomi le guance umide.
<<Sicura? Ti vedo così malinconica in questi giorni... soltanto ai concerti sei te stessa>> disse Thomas facendomi girare e costringendomi in un contatto visivo.

<<Cavolo, si vede così tanto?>> ammisi abbassando lo sguardo dato che avevo di nuovo gli occhi lucidi.
<<Si, e lo sai che a me non piace quando mi nascondi qualcosa che ti fa stare male>> rispose serio mentre mi fece alzare il viso con le sue dolci e morbide dita.

Non gli avevo detto che Max mi toccava contro la mia volontà.
Sapeva soltanto che mi picchiava.
E avevo paura di dirglielo.

Paura che potesse arrabbiarsi con me per non averglielo detto subito.
Paura che potesse arrabbiarsi con Max per il male che mi aveva fatto.
Paura che potesse infuriarsi con me dato che l'avevo addirittura perdonato.
Avevo paura.
Paura e basta.

E arrivi tu ||Thomas Bocchimpani|| ~Wattys2017~Where stories live. Discover now