Capitolo 14 《I would go》

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La serata passò.
Mi ero sentita veramente speciale, per la prima volta sentivo che qualcuno mi voleva davvero bene.
Andreas di tanto in tanto si girava di scatto verso di me e iniziava a farmi il solletico e Riccardo e Mike urlavano in coro <<Di più! Di più!>>.

C'era Shady,poi,che cercava di far imparare il marocchino a Federica, fallendo miseramente.
Diceva solo parole incomprensibili.

A fine serata, io avevo le lacrime agli occhi dalle risate.
Thomas stese in silenzio a guardare per tutto il tempo.
Ma io non ci feci caso.

L'indomani era l'ultimo giorno di prove perché poi il giorno a seguire avremmo registrato la puntata di sabato pomeriggio.
Io avevo cinque canzoni da preparare e ne avevo provate tre, ne mancavano solo due.
Era "I giardini di marzo" di Lucio Battisti
E "Io me ne andrei" di Claudio Baglioni.

L'ultima canzone era veramente tosta, ero insicura su certe parti.

Oh meglio, questo era quello che facevo credere agli altri.
C'era ben altro... .

<<Dai Francesca! col timbro che hai sono sicuro che riesci a farla!>> mi incitava Boosta .
<<Non riesco! Ho paura di graffiare!>> continuavo a ripetere.
Io sbuffai.
<<Non graffi! Te lo assicuro! Secondo te perché i professori hanno scelto di farla fare a te? Perché sono sicuri che riuscirai a farla!>> rispose alzando un po' la voce esasperato.

<<No, professore, non riesco, non me la sento!>> continuavo a ripetere sedendomi su una sedia e mettendomi le mani sopra la faccia.
Boosta accorgendosi della mia crisi, si sedette accanto a me.

<<Secondo me tu non è che non te la senti, hai paura di farla per qualcosa.>> affermò serio.

Cazzo, aveva ragione. Si, avevo paura, paura perché quella canzone rispecchiava ciò che era successo fra a me e Thomas e non volevo più ricordare quella sera.

Io non dissi niente.
<<Chi tace acconsente>> affermò Boosta ridacchuando.
<<Senta, di pomeriggio le prometto che la farò, però in questo momento non riesco proprio>> risposi sospirando e rassegnandomi.
<<Va bene, ma niente storie eh!>> disse severo il professore.
Io annuì.

<<Bene, ora puoi andare in sala relax>> aggiunse andando a sedersi dietro al pianoforte.
<<Va bene>> risposi.
Chiudei la porta della sala prove e mi avviai in sala relax.

Non avevo più paura di entrare in sala relax, io sarei stata per conto mio con Andreas e gli altri, e lui sarebbe rimasto a guardare da lontano come questi giorni che sono passati.

Entrai e fu davvero così, lui parlava con Sebastian, appena entrai subito mi guardò come sempre. Però lui stava per conto suo e io per conto mio.

Si, io e lui ci eravamo persi di vista.
E sinceramente, per ora andava bene così.
Anche se mi mancava parlare con lui la sera, mi mancava ridere con lui, ma solo un po'. Era una mancanza che riuscivo a controllarla. Quindi andava tutto bene.

<<Ei nanetta a cosa pensi?>> chiese Riccardo riportandomi alla realtà sedendosi accanto a me sul divanetto.
Io non dissi niente, feci mezzo sorriso e abbassai lo sguardo.

Riccardo capì e mi fece appoggiare la testa sulla sua spalla.
<<Io non volevo tutto questo>> dissi io trattenendo i singhiozzi con la voce tremante.
<<Nemmeno lui lo voleva>> rispose accarezzandomi la testa.
Io sospirai.

<<Boosta mi ha dato da fare "Io me ne andrei" di Baglioni... io ho paura a cantarla in puntata mentre c'è lui.>> dissi io coprendo il microfono per non farmi sentire.
Lui capì tutto e mi abbracciò.

E arrivi tu ||Thomas Bocchimpani|| ~Wattys2017~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora