Capitolo 37 《The birthday!》

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"...E mentre tutto mi cade addosso, sento quel tuo sorriso comparire sul mio volto.
Non è il mio sorriso, è il tuo.
Io non riesco più a sorridere, perciò quando sorrido, è solo per mostrare a tutti quanti, quanto era bello il tuo.
Mi manchi, non c'è nulla da aggiungere, la tua mancanza manca come quando ai subacquei manca il respiro sott'acqua.
La tua mancanza mi mangia da dentro ogni giorno che passa, e anche se non lo faccio notare, e anche se a volte riesco a non pensarci, in realtà sto solo scappando dalla tristezza che cerca di assalirmi ogni notte.
I miei occhi sentono la tua mancanza, il mio naso manca del tuo profumo che mi faceva sentire viva.
La mia bocca manca del tuo sorriso.
Le mie orecchie mancano della tua risata.
Le mie mani mancano nelle tue mentre me le stringevi forte.
Il mio cuore manca dei tuoi battiti.
A me manchi semplicemente tu, e niente e nessuno riuscirà a riportarti di nuovo quaggiù..."

.

E io che avrei tanto voluto farmi una dormita decente almeno il giorno del mio compleanno.
Ma per niente.

Stesi tutta la notte a piangere e a ripensare,come d'abitudine, a tutti i compleanni passati con lei.
In realtà avrei voluto festeggiare il mio compleanno.
In fondo erano i miei diciassette anni.

Il fatto è che odiavo quel giorno ormai, dopo la sua morte.
Mi ricordava sempre quell'orribile giornata.

E io non volevo ricordarla.
Avrei voluto dimenticarla.
Oh eccome se avrei voluto.
Ma non potevo.
Non ci riuscivo.
Non ne avevo la forza.

E così passavo ogni mio compleanno da quella giornata, a letto, senza nemmeno alzarmi, a ripensare alla mia infanzia e a piangere straziatamente.
Non riuscivo più nemmeno ad andare al cimitero.
Non riuscivo più nemmeno a guardarla nelle foto.
Poi qualcuno o qualcosa mi smosse da quella sedia che mi teneva legata al passato e alla malinconia.

Un po' Thomas.
Un po' mia sorella, la mia unica famiglia.
Un po' la musica.
Un po' la mia voce.
Stavo riuscendo a cercare ad avere una parvenza di una ragazza che stava quasi per vivere di nuovo.

Ma c'era quel "quasi" che non riusciva ancora a farmi andare pienamente avanti.
Quel "quasi" era il giorno del mio compleanno.

Lei non c'era più e io volevo di nuovo soltanto quella sua torta di fragole e panna che mi preparava ogni anno.
Volevo soltanto quel suo abbraccio e quella sua voce uguale alla mia che mi cantava "Tanti auguri a te".

Volevo di nuovo soltanto un suo sorriso e sentirmi dire ancora una volta "Tesoro mio, sono orgogliosa di ciò che sei diventata".
Volevo soltanto lei.
Anche solo per il mio compleanno.

Mente pensavo a tutta questa malinconia che mi assaliva, migliaia di lacrime mi rigavano le guance.
E io volevo solo urlare dalla rabbia, piangere dalla rabbia, finire con una camicia di forza se era pure necessario.
Ma avevo troppa rabbia.

Troppa rabbia accumulata in otto anni della sua assenza.
Uscì dalla casetta per poter dare sfogo ai miei singhiozzi sempre più affannosi.
C'era semore quel venticello che cercava di farmi asciugare le mie lacrime sulla mia pelle stessa.
E sapevo che era lei.
Perché lei non sopportava quando io piangevo e faceva di tutto per farmi smettere.

E arrivi tu ||Thomas Bocchimpani|| ~Wattys2017~Where stories live. Discover now