VERSO IL SUD (5)

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Mi portò, tirandomi per mano, fino a uno stanzone vicino alla stazione. Entrammo e dentro vidi tanta gente giovane come noi due, se non di più, seduti a rappare canzoni.
"questo è il gruppo dove si fa rap, di cui ti avevamo parlato" disse Christian, un po' imbarazzato
"già, lo vedo" dissi sorridente, accolta dal locale di gente. Nel gruppo si trovavano ragazze sbandate o meno sbandate, in minoranza però rispetto ai maschi. Ognuna di quelle persone aveva una vita disagiata e triste da raccontare. Molti di loro usavano droga, chi più... Chi meno. Salutai subito vedendo Alice, che sapevo frequentasse il gruppo di rap di Christian. Per un paio d'ore sentii le loro canzoni. Mi piacque sempre di più rispetto a quello che avevo scoperto di questo stile particolare, diverso, ma colmo di pensieri ed emozioni, almeno quasi sempre
"quanti anni hai?" chiesi alla bruna che avevo conosciuto da poco
"sedici e tu?" mi disse osservandomi
"diciassette" la ragazza aveva una voce meravigliosa e si chiamava Milena
"vedi Sara? È tutta gente come me qui..." disse Christian sorridendo "qui sono libero di essere me stesso... e invece di usare merda, magari ci facciamo un po' di canne" disse ridendo, un viso meraviglioso e poi riprese "giusto raga?" qualcuno rise. Anche io ridacchiai insieme a loro e finendo la frase, vidi Christian accendere una canna insieme ad altri. Quella fu una serata memorabile, dove sentii quasi tutti i pezzi rap di quei ragazzi tanto disagiati ma tanto forti. Milena, che si era affezionata subito a me, mi confessò la sua vita poco fatta di favole. Con i genitori morti quando era molto piccola, fu cresciuta dal fratello cocainomane che era all'epoca sedicenne. La ragazza era cresciuta in un brutto clima, tralasciando l'ambiente. Aveva lasciato la scuola ai soli quattordici anni. Mentre ero assorta nel racconto della mia nuova amica, io la studiavo... Alta pressappoco come me, ma ben delineata e formosa. Aveva lunghi capelli neri arricciati e il bellissimo viso, dai lineamenti perfetti, era accentuato da due occhi color verde smeraldo. Fummo spensierate e ci facemmo tante grosse risate insieme. Alcuni ragazzi, tra cui la solare Milena, mi spronarono perché sperimentassi il rap. Come altri componenti del gruppo, neanche troppo numeroso, conobbi Dreina. Una ragazza del Marocco di diciassette anni. I capelli mori e ricci avvolgevano un visino dolce con occhi castani e una pelle delicata e sensuale definiva un corpo magro e ben fatto. Aveva vissuto nella sua città fino ai quindici anni di età. La piccola viveva quasi da sola, nelle strade imprevedibili del Marocco. Per sopravvivere fece da sempre la prostituta. Dopo aver subito un po' di ogni sofferenza, anche economica, si trasferì in Italia. Sua mamma era italiana ed era rimasta incinta del marito molto giovane. Fin da sempre veniva tradita e maltrattata dal marito. La giovane sedicenne Margherita, dalla pelle bianca come il latte. Sempre con un trucco nero e un rossetto rosso. I capelli lunghi e neri, stupendi, non facevano notare i tanti tagli incisi sul corpo. Come ragazzi c'era anche Daniele, della palestra di MMA. Conobbi anche Federico, di diciotto anni. La sua non era una vita poi così strana, ma solo vissuta in solitudine. I modi con i quali crebbe furono imbrogli, furti. Il nostro Daniele era cresciuto con genitori che lavoravano tutto il giorno ed erano divorziati e quindi con una strada non sempre giusta e corretta, avendo praticamente passato la vita insieme a Christian. Infine, c'erano due fratelli di quindici e venti anni. Di nome rispettivamente Luca e Riccardo. Con la madre morta e il padre spesso in trasferta, i due giovani erano cresciuti con la malavita, insieme a Christian. Insieme anche ad Amir, il giovane ragazzo del Marocco di diciotto anni. Erano due fratelli piuttosto simili di aspetto. Se non per il fatto che Riccardo era più basso seppure fosse più grande. Era più chiaro, rispetto al fratello, di capigliatura. Io osservavo e ascoltavo quei giovani. I due fratelli conversavano con Milena e Amir. Christian parlava con Dreina. Alice rideva e provava un pezzo con Federico e coinvolgeva anche me. In tutta la serata parlai e socializzai con tutti. Diciamo che ognuno di loro, ora,si era trovato un lavoro e cercava di andare avanti.
Dopo la magnifica serata, con tante nuove conoscenze per me e tanti cannoni, Christian continuava a guardarmi, praticamente da tutta la sera. Ero intenta a chiamare mio padre per andare a casa. Prima che uscissi fuori e andassi via, mi si avvicinò Christian. Fuori dal piccolo locale. Mi fermò
"non chiamare Sara, ti porto io"
"oh mio Dio!" sentendo che nessuno si interessava, nel buio della notte, mise le sue mani ai miei fianchi e il mio cuore batteva così forte da esplodere. Sentivo davvero qualcosa di speciale per lui? Così le sue labbra si immersero nelle mie. Si strinse al mio corpo, lasciandomi gustare la sua pelle, le sue labbra... I nostri respiri e gemiti che ci coinvolgevano. Lui poggiò, socchiudendo gli occhi, la sua testa su di me. Mi sentii impacciata, immobile
"dove sei stata tutti questi anni?" non dissi nulla, ridacchiai e sorrisi. Sfiorammo le nostre labbra, poi miscelammo le nostre bocche.
Mi congedai con i ragazzi del gruppo e promisi a Milena che saremmo uscite magari tutte insieme. Quando diedi un bacio sulla guancia a Federico, rimasi sorpresa. Non provavo niente. Ma proprio nulla, come fosse una ragazza. Intanto, coltivavo l'amicizia con la giovane Milena. Piena di dolori, struggimenti e delusioni. Spesso invitavo la ragazza a casa mia. E in tutto questo mese Milena ascoltò e partecipò all'accecante... Non si sapeva che cosa io provassi verso Christian. Inoltre io contavo ciecamente, oramai come fosse una fratellanza, sull'amicizia con Alice. La sua vita era poco fatta di favole. Aveva un padre adottivo e violento che veniva dall'America. La madre era impegnata nella prostituzione. Così questa donna lasciò in America sua figlia alla zia tossica e cocainomane. La madre di Alice se ne andò in Italia con il marito. Dopo nove anni che si trovava con questa donna, la madre la fece venire in Italia con lei. Ma lei ricordava benissimo che proprio il compagno della madre la violentava. La ragazza non crebbe affatto in un clima di serenità e anche lei lasciò la scuola, ai soli quindici anni. Da poco il padre adottivo era, forse per fortuna, deceduto. Era come una sorella per Christian e si conoscevano dalla nascita. Da poco aveva iniziato a condurre una vita pressappoco normale, vivendo da sua nonna che le dava quello di cui aveva bisogno... Non certo solo i soldi, ma l'affetto. La ragazza aveva iniziato a lavorare come commessa, alle Torri Bianche di Vimercate, e le cose andavano indubbiamente meglio. Ci divertivamo sempre io e lei. In discoteche, o anche solo in giro per i paesi. Se si stava da me ovviamente stavamo, magari, tutti alla piazza del mio paese o altri posti, con la compagnia del mio paese. Sapevamo praticamente ogni singola cosa che riguardasse l'altra.

LA LUCE E L'OMBRA (PARTE 1)Where stories live. Discover now