UN'ALTRA ESTATE ARRIVERA' (6)

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Quel giorno Christian era rimasto a dormire a casa mia dopo il week-end con i nostri familiari a Napoli. Avevamo dormito da mio padre. Lui restò nella camera di sopra. Io mi ero svegliata e dalla camera di sotto avevo iniziato a fare colazione. Mi ero data una sistemata al viso e ai capelli. Mi guardavo riflessa allo specchio, stupita. Mio padre era giù con me e si stava preparando per andare a Carnate, da Anna, perché era un giorno festivo. Mio fratello era di sotto che stava guardando la tele. Decisi di salire a vedere se Christian stava bene. Non era proprio sceso! Mi mancava da togliere il fiato. Mi avvicinai alla porta e da uno spiraglio lo vidi seduto a terra, perso nei pensieri mentre aveva finito di fumare qualcosa e lo poggiò sulla mensola sopra di sé. Mi si spezzò il cuore quando si chinò sopra le sue stesse mani. Io bussai ed entrai in camera. Lui alzò il viso velocemente e i suoi occhi neri mi scrutarono da terra. Non riuscì a nascondere una forma di sorriso. Poi tornò a chinarsi leggermente su se stesso. Era vestito con un pantalone scuro un po' stretto e costoso e una maglia a maniche corte. Aveva una catena al collo e si vedeva qualche tatuaggio sulle braccia. Pensai che era un bene che ne avesse qualcuno sul corpo e qualcuno sulle braccia e che invece non ce ne fossero sul collo. Mi avvicinai a lui mentre teneva lo sguardo su di me. Aveva contratto i tratti del viso, i suoi occhi seri, bagnava le labbra tra loro... Guardava e captava tutto dal mio viso alle gambe. Mi divinizzava solo guardandomi. Non mi parlava. Lo vidi tendersi e impaurirsi mentre mi avvicinai. Mi sedetti vicino a Christian e lui si girò di sfuggita verso di me e si chinò sulle sue gambe, dandomi le spalle
"mi dispiace" dissi mentre mi colò una lacrima. Lui fece dei versi e tremò. Tremò ancora di più quando passai la mia mano per tutta la sua schiena e sui suoi capelli. Christian si rilassò ma non si girò verso di me, il suo corpo si distendeva al mio tocco. Io mi avvicinai al suo corpo accovacciato. Aprendo le mie braccia e toccando il suo viso. Aprendogli una via di uscita al dolore. Liberandolo in parte dai demoni che lo buttavano giù e lo facevano rannicchiare. Io mi avvicinai al suo corpo, lui si voltò e si spostò da me. Mi guardò, indurendo leggermente i tratti del viso e sentendosi pieno di emozioni allo stesso tempo
"non guardarmi come se mi implorassi di toccarti"
"non vuoi starmi vicino adesso?" deglutii sentendo una lieve fitta al cuore. Lui si chinò ancora su se stesso, perso nel dolore. Io misi una mano sul suo viso e superai la sua barriera. Ruppi quella chiusura che lui aveva fatto, toccando le sue braccia e abbassandomi alla sua bocca. Lo cercai e baciai le sue labbra... Scossa dai brividi. Strinsi le mani di lui. Christian si girò e si gettò tra le mie braccia, cercando subito le mie labbra, assaggiandole e muovendo la lingua nella mia bocca. Gemendo e stringendo forte il mio corpo. Avevo delle righe tracciate dalle lacrime e tenevo forte il suo viso e il suo corpo
"ammetti che provi qualcosa" Christian mi guardò e deglutì. Schiuse la bocca e sospirò. Guardandomi con i tratti del viso seri e induriti. Era terrorizzato
"lo sento, so che provi qualcosa. Dimmelo per favore. Non per forza deve essere che mi ami fino a toglierti la vita, ma dimmi che cosa provi" lui mi guardò fisso e respirò. Era una forte lotta dentro di lui. Doveva ammettere i sentimenti, cosa alla quale non era certo abituato
"io ti amo, veramente. Da impazzire" disse Christian respirando ancora forte e io lo guardai. I suoi occhi puntati su di me. Mi avvicinai e gli diedi un bacio stampato sulle labbra
"ti amo anche io, Christian" lui baciò le mie labbra facendo schioccare la bocca. Muovevamo le labbra, gemendo soffusamente mentre le nostre lingue si mischiavano.
Io non potevo non pensare che in passato Christian mi aveva fatta stare male davvero. Nonostante lui fosse una testa di cazzo, sapevo che il passato turbolento, gli assistenti sociali e tutto ciò che gli era accaduto l'avevano portato ad avere sfiducia nelle persone. Non potevo farci niente se sentivo da tempo dei sentimenti per lui. E poi, aveva detto di amarmi. L'avevo capito dai suoi modi ma sentirlo dire faceva un certo effetto... Mi sentivo lo stomaco contorcersi nel vero senso della parola. Mi batteva forte il cuore, manco avessi finito una canna. Io portavo una canottiera nera abbastanza larga con delle scritte bianche e dei pantaloncini in jeans chiaro. Avevo delle Nike bianche e i capelli biondi e lunghi erano sciolti e per fortuna ero a posto anche con quel poco di trucco che avevo. Lui mi sorrise ancora. Christian mi abbracciò e mi strinse fra le sue braccia. Quello era il posto dove volevo stare
"ho una cannetta buona, vuoi... vuoi fumare?"
"sei molto gentile... io..." dissi guardandolo e dando un occhio ai suoi tatuaggi che si intravedevano
"andiamo, perché no?" disse ridendo "facciamo sta canna, Saretta" disse togliendomi l'imbarazzo mentre mi guardava e mi accarezzò i capelli. Avevo un'aria interrogativa e la libido già sveglia "fai quegli occhi così... se mi guardi in quel modo mi fai diventare matto, Sara... e smettila di muovere le labbra tra loro" disse vicino a me, scontrando i miei occhi
"Chri... io..." dissi sospirando
"io non ce la faccio più, Sara" disse avvicinandosi a me e mettendomi una mano sul collo. Mi prese le labbra tra le sue e muovemmo in una danza le bocche. Mi sentivo svenire, sentivo il piacere di averlo vicino e di sentire le sue labbra. Gemevamo leggermente. Accarezzò il viso e mi guardò negli occhi
"mi sei mancata così tanto" disse gemendo vicino al mio collo
"anche tu..." sospirai
"e quindi ti senti pronta a fare ancora... l'amore... con me?" disse sussurrando, facendomi accapponare la pelle. Il mio ventre si sentiva già contrarre per il piacere
"ma tu mica non facevi l'amore?" dissi sensualmente accanto a lui. Mi guardò, teneramente... Fece un ghigno sorpreso e divertito, stupendo
"sei stronza, eh" esclamò. Strinsi le labbra e sorrisi. Lui mi guardava ancora fisso e penetrante
"non hai risposto..." disse mangiandomi con gli occhi. Annuii guardandolo, persa di lui. Vicino a me lui si posò sul mio collo a baciarmi. Io lo guardavo. Lo stomaco mi si contorceva e non mi ero mai sentita come mi sentivo in quel momento. Lo abbracciai istintivamente e rimasi zitta per un po'. Lui sospirò e gemette addosso a me. Strinse le mani sulla mia schiena e iniziò a baciarmi il collo. Poi tornò sulle mie labbra muovendo, poi, le nostre lingue tra di loro. Il piacere si muoveva per il corpo. Mi stese sul letto e mi toccò delicatamente i seni. Le sua labbra erano sulla guancia, sul collo, sulle orecchie, sui seni. Mi guardò. Succhiò il mio piercing all'ombelico, facendo risalire i brividi per tutto il corpo. Poi, risalì al mio viso e al collo. Mi guardò, alzando lo sguardo, come se cercasse approvazione. Mi alzò la maglia e mi baciò i seni e il corpo... Christian mi baciò fino al fondo della pancia, fece una scia di baci fino al mio sesso e là si soffermò un bel po'. Mi sfilò il reggiseno togliendomi la maglietta. Mi diressi a baciare il suo petto, sentendolo gemere, fino al fondo della sua pancia e sfiorai con le mani il jeans. Tratteneva un respiro. Era rilassato e gemeva al mio tocco. Mi sfilò via i pantaloncini e le mutande, poi alzò le gambe baciandomi sul mio sesso giusto per assaporarmi. Christian, ancora con il jeans, mi prese su di sé. Sentii il contatto della pelle e dei miei seni sopra il suo petto e il contatto del mio sesso scoperto sopra di lui
"che cosa mi stai facendo, Saretta" disse lui sorridendo, sospirando e scostando dolcemente i miei capelli. Lui mi accarezzò il viso e mi studiò
"è vero che sei innamorata di me?" mi sussurrò Christian quasi gemendo. Ma quante volte avrei dovuto dirglielo?
"sì, Chri" lui rimase in silenzio e mi strinse, massaggiandomi la schiena nuda con le mani. Lui si spostò, mi passò una mano sulla bocca infilandoci delicatamente e anche goduriosamente due dita dentro. Lui si aprì, respirando in modo irregolare, la cintura dei suoi pantaloni. Io posavo le braccia sul suo collo e cercavo la sua bocca quando lo sentii entrare dentro di me. Mi lasciai adagiata, mancandomi il respiro... Iniziò a muovere il mio corpo più velocemente, io mi muovevo sopra di lui.

LA LUCE E L'OMBRA (PARTE 1)Where stories live. Discover now