LA LUCE E L'OMBRA (12)

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Qualche giorno dopo ci fu la lezione abituale lezione di kung fu. La lezione iniziava con la corsa dove tutti finivano stremati. Era mediata da esercizi di corsa con pugni e varie modalità di corsa ad esempio la laterale, skip, eccetera. Gli scontri seguenti consistevano nelle combinazioni di pugni, calci, proiezioni. In coppia, da soli, coi guantoni o meno. Dipendeva da cosa decideva l'istruttore per quella lezione. Si lavorava, però, davvero molto in coppia. Per tutto quanto, parate, colpi, proiezioni, sparring... Tutto era più chiaro se lo si sperimentava davvero. Christian venne in coppia con me. Lo restai per un attimo a guardare.
E cercavamo di eseguire gli esercizi
"tira il calcio" disse Christian in modo autorevole. Io eseguii il circolare, ovvero colpire con l'esterno del piede girando la gamba per terra e Christian bloccò il calcio con le mani
"io scendo nelle tue gambe, proteggendo la faccia" disse lui abbassandosi appunto ai miei fianchi e mettendo le mani dietro alle ginocchia
"da qui proietti" disse lui, facendomi finire per terra con un colpo secco e inaspettato. Da terra lo guardai, dopo una giusta caduta, mi porse la sua mano facendomi rialzare. Mi fece finire davanti a lui mettendomi con foga le mani sui miei seni e mettendomi la bocca sul collo. Rimasi immobilizzata, mi allontanai subito prima che ci vedessero
"capito?" disse sussurrando accanto al mio viso
"Christian!" dissi come supplica, anche se non era ben chiaro in che direzione. Lui scoppiò a ridere, continuava a guardarmi. Alessandro ci diede il permesso di andare a bere e ci dirigemmo subito nei bagni. Alice e io oggi eravamo le sole ragazze a lezione, spesso i giorni non coincidevano e si trovavano poche ragazze. Alice passò veloce dagli spogliatoi femminili, bevve l'acqua e uscì, mi fece un'occhiata divertita quando stava uscendo e vide entrare me. Io bevvi poi tranquillamente dal lavandino ma a un tratto sentii delle mani calde sulla maglia. Mi girai e sobbalzai vedendo Christian
"Christian, cazzo, ma sei pazzo! Esci che ci fanno il culo!"
"shhh!" mi disse lui per zittirmi, guardandomi attento
"sono quasi tutti di là, tranquilla" dette queste parole immerse la lingua nella mia bocca, stringendo la mia vita con le mani. Assaporava le mie labbra, mischiando le lingue
"dai, andiamo" dissi con le braccia sul suo collo e prendendo delicatamente i suoi capelli.


Qualche giorno dopo, Christian e io eravamo insieme all'uscita di scuola ed eravamo diretti a casa sua perché si sarebbe tenuta una cena con sua madre, mio padre e altri parenti di Anna. Ero veramente molto ansiosa per questa situazione. Intanto lui mi passò una mano sul viso senza far sì che si distogliesse lo sguardo
"non hai idea di quanto mi piacerebbe prenderti qui" io mi paralizzai sentendo defluire il sangue. Guardai la sua immagine guidare. Solito stile stupendo. I jeans larghi, scuri e una maglietta bianca con parti argento larga sul suo corpo
"amore, calma sto scherzando... per quanto l'idea non sia brutta" io mi morsi il labbro inferiore delicatamente. Allungò una mano verso la mia gamba, mentre stava attento a guidare. Guardava fisso avanti a sé. La sua mano arrivò fino alle mie cosce ed emisi un sospiro per il suo tocco. Mi guardò sorridendo e con la mano arrivò al mio sesso. Per stuzzicarmi un po' e allontanarsi ancora
"non qua... Saretta" disse cercando il mio sguardo mentre questa tortura continuava, arrivammo a casa di Christian. Salutai Anna e mio padre e diedi la mano a tutti quelli che non conoscevo, presentandomi a signore più o meno anziane o di mezza età coi loro mariti. Ero davvero a disagio, Christian non mi aiutava affatto!
"hai fame?" gli chiesi con uno sguardo in soggezione
"sì, amore. Che facciamo?"
"mangiamo"
"ma io non ho fame"
"ma ci sei o cosa?"
"non ho fame di cibo" disse guardandomi fisso. Pressai le labbra tra loro. Era bellissimo. Vedergli questa eccitazione negli occhi mi sconvolgeva. Sentii il sangue passare per tutto il mio corpo. Mi mise un braccio al collo e passò la mano alla spallina del reggiseno. Il mio corpo ebbe brividi fino ai piedi
"Christian, dai!" dissi senza dargli troppa corda. Eravamo tutti nei pressi del tavolo con un abbondante aperitivo. La gente parlava tra loro e io restavo impaurita nel mio mondo. Mio padre mi raccontava delle faccende e mi presentò un ragazzo che notai solo in quel momento. Doveva essere un cugino di Christian, ovviamente non di sangue. Questo ragazzo era alto, scuro di capelli, vestito normalmente e mi iniziò a parlare in un certo modo che mi metteva soggezione. Questo Carlo mi guardava in modo strano, nonostante avessi una semplice gonna sbarazzina con delle calze scure e una maglietta nera e corta, dato che la gonna era a vita alta. E, soprattutto, nonostante Christian fosse là vicino e lo guardasse in un modo che forse avrebbe fatto scappare via chiunque. Christian cercava di avvicinarsi a me e di mantenere la calma, fino a che mi avvolse la vita e lo guardò fisso. Il ragazzo si era ammutolito. Ma non si fermava davanti a nulla. Mentre stavamo seduti sulle sedie, in un momento di distrazione, Christian mi versò dell'acqua addosso e mi fece sobbalzare. Avevo visto benissimo che l'aveva fatto appositamente
"ma che cazzo?" dissi cercando di trattenermi, ma guardandolo fisso e davvero furiosa
"solita sbadata. Devi andarti a cambiare" disse, squadrandomi dall'alto al basso. Avrei voluto ucciderlo, urlare, fare casino, ma feci un bel sospiro guardandolo ancora malissimo e mi alzai
"ti accompagno in camera mia" disse guardandomi fisso. Quello era davvero un piano malefico!

LA LUCE E L'OMBRA (PARTE 1)Where stories live. Discover now