UN'ALTRA ESTATE ARRIVERA': CAPITOLO 7 (1)

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Tutti furono contenti di poter finalmente passare tre mesi pacifici, liberi e vuoti da ogni problema. Cercavo di evitare Christian e non pensare a quello che sarebbe potuto accadere in quel momento. C'era chi spesso si esercitava nel Kung fu e non mollava la passione. Chi faceva anche Rap come Christian e i ragazzi del gruppo. Fulvio, Lorenzo, Palma, Christian, Anna e io eravamo nuovamente in viaggio verso la nostra patria Napoli. Grazie all'aereo, in solo un'ora potevi atterrare nel luogo destinato. Appena arrivati, girare per il bellissimo lungo mare di Mergellina non era lo stesso con quel clima di astio fra me e Christian. Ma si vedeva che ci cercavamo e che ci volevamo. Nella casa di Napoli tutti e due, per il primo giorno, parlavamo poco. Giusto quel che serviva per il rapporto cortese di coinquilini. Il giorno seguente, per andare al mare, ero nella mia camera a cambiarmi. Fissavo il sole dalla finestra. Senza notare Christian all'erta a vedermi. Entrai nello sgabuzzino vicino alla camera a cercare delle scarpe. Christian uscì in balcone in silenzio a fumare una sigaretta. Mi fissava senza scrupoli, era stupendo. I pantaloni scuri gli stavano da Dio, leggermente aderenti, mentre la maglietta Gucci, piena di ricami, stava larga
"perché sei in camera mia?"
"non ti interessa"
"non fare il coglione, per favore"
"vedi di andare affanculo. Ho i cazzi miei. Lasciami stare" disse quasi con occhi lucidi
"ma vaffanculo! Tu e le tue puttane!" lui si girò di scatto verso me. Fece cadere qualcosa. Io singhiozzai e feci un verso di paura indietreggiando, mentre lui teneva lo sguardo su di me. Mi sbatté sulla scrivania attaccata al letto e si avvicinò furioso al mio viso
"vedi di non farmi incazzare, bimba"
"sei solo un infame" ci scambiammo uno sguardo. Mi prese e mi alzò, posandomi nello sgabuzzino. Eravamo troppo vicini. Troppo. Chiuse la porta dello stanzino, dopo che era stata chiusa anche la stanza. C'era poca luce, che proveniva dalle fessure e da una finestrina alta. Ci guardavamo e rimanevamo fermi e frementi. Deglutivo e guardavo il corpo e il viso di Christian che restava fermo a scrutarmi. Come se chiedessi di essere toccata, io chiudevo gli occhi. Come se implorassi di ricevere un contatto necessario. Lui mi sfiorò dolcemente il viso e si avvicinò delicatamente, accendendo il mio corpo in ogni parte e baciandomi l'angolo della bocca e il collo. Feci un verso di goduria, un piccolo gemito, mentre riuscivamo a vederci gli occhi a vicenda... Riuscivamo. E ci desideravamo
"cosa devo fare con te?" disse lui sussurrando. Respirò vicino a me, vicino alle mie labbra e riprese "mi fai impazzire, giuro" posò le dita sulla mia bocca, mentre lo guardavo allibita e desiderosa. Innamorata persa di lui. Dimenticavo ogni cosa con lui. Non mi avrebbe mai fatto del male, quello lo sapevo
"amo possederti" mi sussurrò all'orecchio scorrendo le mani per la mia schiena. Mi tastò godurioso i seni e io già mi arrendevo a quel piacere così intenso solo con un tocco. Christian mi baciò il collo e io mi chinavo indietro e mi poggiavo al muro dello sgabuzzino. Mi fece sedere e si sedette per terra anche lui, mi scostò i capelli. Mi fissò e mi studiò. Come ti studia solo chi ti ama. Sempre come se ti vedesse per la prima volta e ne rimanesse stupito. Christian mi posò le mani sulle braccia
"serve tempo... Sara. Ora come ora non riesco manco a guardarti, mi faccio schifo da solo!" che stava dicendo? Mi rabbuiai e sospirai
"fa tanto male anche a me"
"lo so, ma ti giuro mi sento a pezzi" sussurrò lui. Feci cadere una lacrima ed essendo seduta per terra vicino a lui ci spingemmo a lungo nelle braccia dell'altro, ascoltando i brividi "provo troppa rabbia soprattutto verso me stesso, per ciò che ho combinato..." disse lui, gemendo sul mio collo e respirandomi intensamente. Stava dicendo quello che provava? Seriamente? Ero commossa "quando ci penso, io penso a te e anche al dolore generale per ciò che è successo... e non vorrei provarne ancora"
"chi lo vorrebbe?" esclamai verso i suoi occhi intensi
"ovviamente" pronunciò lui. Stavo troppo male. Mi strinsi a lui, che mi accolse con cautela. Iniziai a lasciare cadere lacrime sul collo di Christian. Lui sospirò. Mi baciava sulla guancia e io mi perdevo in quel contatto... Gemevo ai suoi baci sul collo. Eravamo così vicini, con un contatto lieve. Persi nelle mani dell'altro. Lui mi stringeva la schiena e le mie lacrime scorrevano. Mentre tra di noi ci sfioravamo le gambe e c'era un dolce contatto delle mani di Christian sul mio viso, capace di scuotermi nel profondo
"mi manchi" dissi respirando, con un miscuglio di emozioni
"anche tu, te lo giuro" disse Christian con gli occhi socchiusi, assaporando il sapore dei miei capelli, della mia pelle, dell'amore "volevo dirti che ci sto troppo male... vederti mi dà i brividi, bei ricordi e anche molta rabbia, pure verso me stesso per ciò che ho fatto, non riesco a cancellare" pronunciò ancora lui, toccando il mio viso e passandomi il dito sulle labbra. Io socchiusi gli occhi e lui mosse il dito dentro alle mie labbra. Io deglutii gemendo, sempre sorpresa dai brividi e dall'effetto che Christian mi procurava. Il cuore accelerava sorprendentemente
"sono le stesse emozioni mie, Christian"
"sì, ma io ti ho visto, tu a me no" disse guardandomi più duramente e attentamente
"tu ci hai scopato, io no" Christian deglutì
"non voglio litigare e portare la discussione su questo livello" disse sospirando "Sara... io... sai come sono, sai come ho vissuto e vorrei solo stare tranquillo" diceva lui stringendosi, poi, sul mio collo e toccandomi dolcemente con un abbraccio
"ultimamente vuoi dirmi che sei tranquillo?" Christian scosse la testa e mi riabbracciò, baciandomi la fronte e il viso
"ma mi fa male solo vederti, ci vuole tempo"
"ci sto tanto male anche io, non puoi immaginarlo"
"lo so" disse lui posando una mano sul mio viso "ti conosco, lo so" sospirammo entrambi sul collo dell'altro. Ricominciai ancora a piangere sul suo collo, stringendomi e liberando troppa disperazione. Mi abbracciava forte sul suo petto e io piangevo vorticosamente. Christian mi stringeva il viso e la schiena. Facendomi risvegliare i sensi. Mi tenne per un po' a piangere, poggiata a sé
"dai, non fare così"
"devi stare tranquilla..." riprese lui stringendomi a sé e accarezzando i miei capelli
"mi manchi troppo" dissi agonizzante e in lacrime, quasi singhiozzando
"anche tu" disse lui baciandomi sul mio viso e accarezzandomi... Mi persi nel contatto e guardai verso l'alto, mentre lui mi teneva il viso e mi asciugava le lacrime. Guardai verso il suo viso, verso la sua bocca e ne venni praticamente attratta. Lui mi fermò
"no, Sara... no. Baciarti, sai che non è una buona idea..." mi massaggiò le labbra con un dito. Le mie lacrime violente si riversavano sul suo petto. Lui mi zittì gemendo con un suono di dolore. Poi si calmò
"dai, piccola, ora calmati" strinsi le braccia al collo di lui, piangendo. Perdendomi nei brividi assurdi
"Christian..."
"ho voluto starti lontano e ti ho trattata male, ma era per difesa. Voglio che tu lo sappia"
"okay, Chri" sussurrai distrutta. Mi prese il viso e lo alzò, asciugandomi le lacrime
"basta, su" mi baciò il viso e scese lungo il mio collo. Dilagarono subito i brividi e socchiusi gli occhi, emettendo un verso di piacere e gettando la testa leggermente indietro. Io lo guardai e mi bagnai le labbra, poi distolsi lo sguardo e mi diressi verso il suo collo. Christian mi fermò il viso e sfiorò il capezzolo dalla mia maglia. Con uno sguardo acceso mi guardò
"non farlo" sussurrò palpitante lui. Mi toccò la bocca con un dito
"ma come puoi dirmi così?" dissi praticamente esausta
"non fraintendermi. Io... sai che ti voglio..."
"Christian, io non lo faccio per farti un dispetto ma perché provo qualcosa"
"non volevo dirti che era un dispetto... è solo che voglio stare lontano da te..."
"ti trovo contraddittorio..."
"perché?" disse lui guardandomi scosso dalla paranoia
"perché dici che ti manco, che sono una cosa nuova, e poi che non vuoi avere a che fare con me"
"lo sai che ci tengo a te... che sei importante... però mi hai fatto comunque altro male. È così difficile stare lontano da te... io..."
"anche se è finita" riprese lui, non riuscendo a non esserne commosso
"io ti amo anche se è finita" dissi prendendo la forza in me. Lui sospirò un attimo. Un silenzio agghiacciante. Sentii tendersi il corpo di Christian accanto a me. Tutto il suo corpo. L'avevo commosso
"smettila" disse lui sussurrando, senza mostrare la commozione. Si alzò da terra e subito lo feci anche io
"smettila cosa?" chiesi dopo poco
"ripeti sempre 'ti amo', tu non puoi amarmi..."
"sì che posso" lui non parlò e andò a fumare, fissando il panorama
"ti avevo detto che non saresti stata bene con me" disse espirando fumo
"oh, Christian non iniziare con 'ste cose!"
"è così'" lasciò fuori in balcone la sigaretta e rientrò, uscì dal balcone, guardando fino a dentro di me perso nei miei occhi
"mi dispiace" disse lui. Io avevo quasi le lacrime agli occhi, cazzo, basta! Non ancora! Le trattenni, avevo la testa chinata e non parlavo. Rimasi quasi con le lacrime sul punto di uscire
"guardami, Sara, cazzo..." mi alzò il viso dal mento e potei scontrarmi coi suoi occhi e vedere la sua espressione mortificata e delusa
"capisci che ci tengo a te?"
"sì, Christian, anche io"
"Sara, lo capisci o no quel che è successo?"
"sì, lo capisco... anche che tu ti sei scopato un'altra e ricorda anche quello che stavi per fare a me" restò attaccato a me a fissarmi duramente e la piccola Palma bussò alla porta
"ti ho già chiesto scusa mi pare" disse stringendo i denti.

LA LUCE E L'OMBRA (PARTE 1)Where stories live. Discover now