LA LUCE E L'OMBRA (5)

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Salii accanto a lui. Solo stando vicini ci trasmettevamo la voglia. Percepivo lo stesso il suo corpo. Guidò per un po', mentre io mi persi nel suo viso deciso. Arrivammo a un lago, io pensai di riconoscerci quello di Lecco. Erano le quattro di mattina e non sapevo per quale motivo eravamo venuti lì. Era tutto buio e deserto. Lui fermò la macchina e ci imboscammo su una piccola spiaggetta dietro dei massi
"perché siamo qui?"
"perché è una figata di posto, è tranquillo" ah. Mi guardai in giro. Christian mi prese le braccia e mi attirò a sé aderente alle sue gambe, mi fissò e mi mancò del tutto il respiro
"ehi, non soffocare, stai tranquilla..." disse ridendo "sei comparsa come un miracolo" sussurrò accarezzandomi. Sorrisi, senza aver parole da dirgli. Ci sedemmo vicino alla roccia. Eravamo seduti per terra e io fra le sue gambe. Parlammo della vita, della filosofia, di Dio, della sua storia di strada, ciò che del disagio voleva raccontare. Di me, che ero rimasta nella bambagia fino a quattordici anni con una nonna possessiva, il rifugio di vetro in cui avevo vissuto... Che appunto, prima o poi, si rompe
"dai amore, però alla fine sei cresciuta" sussurrò Christian, ancora non mi ero abituata alla parola amore dalla sua bocca. Rimasi immobile. Io mi poggiai sul suo petto. Iniziammo a farci il solletico, ridevamo di altre cose. Saranno stati i drink al bar che iniziavano a fare effetto. Lui si stese a terra e io mi poggiai sulla sua felpa. Rimanemmo a guardare le stelle. Christian mise una mano nella mia maglietta e la passava lievemente sulla schiena, massaggiandomi. Io mi persi subito nel contatto
"mi spieghi un po' i tatuaggi? Voglio vederli bene"
"se mi spogli, ti scopo" disse ridendo
"dai!"
"come, scusa?" disse ridendo. Risi anche io. Mi avvicinai e gli tolsi la felpa e la maglia. Lui aveva gli occhi persi in mille drammi, sofferenti, ma oramai già eccitati.
'Mio Dio.'
Tanti tatuaggi sul busto, un po' sul petto, sui fianchi, sulle braccia... Li toccai con la mano. Osservandoli tutti. Per me era bellissimo vedere tutti quei tatuaggi, poterli studiare e toccare mentre lui mi raccontava cosa fossero e da dove venissero. Christian sospirava per stare calmo, ma io ero sui suoi jeans e sentivo che non lo era davvero. Toccai la cicatrice simmetrica nel centro del petto, uno squarcio successo in strada, o forse anche un'operazione al cuore avuta appena nato. L'avevo vista un sacco di volte, eppure in quel momento mi fece inumidire gli occhi. Dire che lui era sorpreso è dire poco
"ehi, non piangere per me ti prego" non risposi e lui mi strinse le mani sui fianchi, dopo che si era messo a sedere con me in braccio "non preoccuparti per me"
"invece lo faccio. Voglio che tu stia bene"
"perché lo fai?" disse Christian iniziando a sospirare
"perché ci tengo a te" lui mi asciugò le lacrime e mi guardò
"non piangere ti prego..." le lacrime mi avevano rigato il viso, sentivamo empaticamente che eravamo vicini al dolore dell'altro. Iniziammo a baciarci, con il sapore delle labbra e delle lingue. Lui si tirò a sedere e si mise a leggere i testi. Aveva il viso concentrato e luminoso. Era difficile spiegarli bene dato che era restato a petto nudo!
"bello, sei brava" disse lui fissandomi
"grazie" dissi, mordendomi il labbro senza fare apposta
"madonna, che voglia di scoparti" disse fissandomi negli occhi e poi la bocca e dirigendosi addosso a me. Mi allontanai e feci finta di scappare strisciando via sulla sabbia, Christian mi raggiunse e si mise sopra di me... Bloccando le risate di entrambi, quando i suoi occhi furono sopra di me che si immergevano fissi e mi fermò i polsi a terra
"lo facciamo?"
"qui?" sussurrai io che mi sentivo diventare polvere nella sabbia. Lui annuì. Il viso serio ed eccitato, un tocco al mio viso
"non resisto più"
"ho un po' paura" dissi evitando i suoi occhi. Lui mi baciò velocemente, mischiando le sue labbra e la sua bocca
"mi fermi te, in qualsiasi momento" sussurrò cercando di prendere sicurezza ridendo. Nella poca luce mi accarezzava il jeans. Io impazzivo per essere a contatto col suo petto nudo. Mi strinse le mani e si poggiò col viso sul mio seno coperto. Passò le sue mani per le mie gambe e per il mio seno. Mi baciava il collo mentre io già stavo sognando. Mi poggiai sul petto e sentii un forte frastuono. Entrambi cominciavamo a tremare leggermente
"stai tremando?" sussurrai sul suo petto, vicino al suo viso. Non mi disse nulla e si bagnò le labbra
"non mi capita spesso. Sei tu... è...." fermai con un bacio la sua frase e accarezzai i suoi capelli mossi, un po' rasati e scuri. Il respiro, la sua lingua fra i miei seni che si muoveva. Le sue mani fredde e piene di voglia che si muovevano sui miei prosperosi seni. Lui, con occhi lucidi, respirava forte e si immerse nel mio collo baciandomi da lì, poi, fino alla bocca. Lui mi guardò negli occhi, sentivamo divorare il corpo dal caldo. Christian, dalla superficie della mia maglia, riuscì a entrare nel reggiseno e strinse un mio capezzolo. Io emisi un suono di piacere. Lui sorrise. Labbra che si cercavano disperate e poi la lingua si infilò nella mia bocca delicatamente... Lui sospirava, gemendo, attaccato al mio viso. Ci guardavamo fissi negli occhi
"alza le braccia che ti sfilo la maglia" disse lui con un suono che riusciva a rendere indecenti quelle parole. Io protesi in alto le braccia e lui la sfilò, attaccandosi, poi, al mio corpo e posandomi la bocca sui seni. La sua magia dalla bocca si propagava su essi. Pensavo quasi che potessi venire così "vuoi togliermi tu i pantaloni?" disse Christian con aria di comandante. Io mi alzai, mi misi a sedere e misi le mani nella sua cintura. Non avevo mai avuto il respiro così forte
"beh, non sono affatto pratica, non arrabbiarti" lui rise e annuì. Sbottonai il primo bottone. Lui era già mezzo perso solo con questo gesto. Mentre ci baciavamo, i gemiti e il respiro erano così prorompenti che sentivamo quasi girare la testa
"togliti il reggiseno" disse lui spingendosi un po' indietro da terra. Io alzai le mani e mi tolsi velocemente il reggiseno. Lui mi guardava con una faccia eccitata, gli occhi pieni di eccitazione e fissi su di me, la bocca schiusa. Era tornato subito sopra di me, osservandomi intensamente
"adoro le tue tette" sussurrò vicino al mio orecchio, facendomi sorridere. Restavamo stesi per terra. Lui mi fissava imperturbabile. Christian respirava sempre più forte e si avvicinava al seno
"sembri agitato anche tu boss, vero?" lui rise e si mise nuovamente tra i miei seni mordendo e baciando. Mi sfilò piano i pantaloni. Una volta nuda, ero un suo punto fisso. Non spostava gli occhi. Eravamo sensibili a ogni minima cosa. Mi strinse forte con le mani sulla mia schiena. Premette il membro e il suo corpo sul mio, con il viso sul mio collo. Era un movimento fantastico, completamente nudi e desiderosi l'uno dell'altro. Passai una mano sotto l'elastico delle mutande e lui gemette sussultando. Mi spinsi a baciare il suo petto e di nuovo la cicatrice. La sfiorai con le mani e, poi, l'adrenalina mi condusse alle sue mutande. Lui stava quasi impazzendo. Tirai fuori il suo membro e iniziai a usare la mano. Lui si lasciò andare. Era così strano. Io mi muovevo su e giù mentre lo guardavo stringere la bocca e gemere leggermente. Ascoltavo i suoi respiri più decisi, guardavo i suoi occhi socchiusi... E mi sentivo eccitata anche io. Lembi bagnati, ormai, in mezzo alle gambe. Lui, poi, mi fermò il polso e mi guardò fisso negli occhi, sopra di me
"devi smettere, piccola, se vogliamo fare quello che abbiamo in mente" Christian mi sussurrò nell'orecchio. Risposi solo con un gemito soffuso. Lui scese fino alle mutande con le sue labbra. Lui e quella bocca dannata... Passò un dito nel mio sesso e iniziò, poi, a entrare con due. Spostò le mie mutandine e, con i suoi occhi così assorti, iniziò anche a usare la sua bocca. Restare sotto quelle labbra non era facile. Si muoveva baciandomi e leccandomi sul mio sesso, spingendo le dita dentro di me, emanando calore che mi faceva uscire di testa. Il mio corpo era in sua balìa, dal viso alle gambe. Il piacere era ovunque nel mio corpo. Volevo averlo dentro di me. Adesso. Il mio corpo lo chiedeva.

LA LUCE E L'OMBRA (PARTE 1)Where stories live. Discover now