UNTITLED, FLASH BACK

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Era da poco che Christian e io ci frequentavamo, avevo poco più di diciassette anni... Era Marzo, eravamo stati a Napoli e avuto quei bei momenti di relax e preliminari. Avevamo,comunque, avuto altre discussioni. Quel giorno, Christian era venuto a casa mia di pomeriggio e vederlo entrare nella mia abitazione mi aveva fatto sussultare come sempre... Entrò dalla porta in casa di mia mamma, lei era in soggiorno a guardare la tele e stava quasi dormendo, ma quando sentì delle voci, mi chiese subito chi fosse
"è Christian, è venuto a lasciare dei vestiti che non usa per Lollo!" davvero? Che razza di scusa sarebbe? Lui mi guardò divertito, ridacchiò e ghignò sotto i baffi. Così dissi a Christian di venire in camera
"arrivo" disse con uno sguardo malizioso. Oh no! Ti prego!
"devi stare attenta, Saretta" disse cingendomi la vita. Deglutii abbastanza forte da farlo sentire a tutto il condominio "sei una bugiarda scarsa" disse sorridendomi
"non sapevo che dire!" dissi ridendo "dovevi parlarmi, sbaglio?" ripresi agitata
"oh, sì" si passò una mano tra i capelli e si sedette sul mio letto. Guardò fuori dal balcone
"non dirai in giro nulla, vero?"
"che? Perché dovrei farlo? Christian? Finiscila!" mi guardò cercando i miei occhi
"mi... io... a tredici anni... No, forse un po' dopo..."
"fai una frase di senso compiuto" dissi guardandolo e facendolo ridere
"a tredici anni ho avuto quella donna là, la prima... Io l'ho conosciuta tramite mia madre e lei un giorno disse di volermi portare a fare un giro. Io andai. Era una cosa così eccitante, lei era davvero bella" mi guardò ed era nervoso, si toccò la mascella "era veramente strano per me, così quando eravamo insieme mi inizia a baciare. In un modo così..." fece un respiro "passionale, strano... Poi io ne rimasi scioccato, ero così piccolo... Avevo limonato poche volte, fatto qualcosa ma... Quando ero a casa da solo lei venne, con la scusa di dover aspettare mia mamma la feci entrare e scopammo. E continuammo spesso...La mia mamma non seppe nulla di tutto ciò"
"intendi che Anna?"
"no, non lo sa" disse ridacchiando per il mio imbarazzo "ho continuato a vederla per tanto tempo, era così bello poter scopare con una donna grande! Ai tempi non capivo neanche quanto la cosa potesse essere sbagliata"
"e dopo di lei?" chiesi cercando il suo sguardo... Mi sedetti sul letto accanto al mio, quello di mio fratello. Lui mi fissò un attimo prima di rispondere
"a tredici-quattordici anni, intanto, avevo iniziato a frequentare ragazzi... Poco di buono. In realtà, avevo iniziato a conoscere già a Napoli e poi..." fece un bel respiro "nell'orfanotrofio... Fumavo canne, eccetera. Senza manco che me ne accorgessi iniziavo a fumare canne tutto il giorno, poi mi son trovato a provare droghe varie... a pippare" lo guardai perdendomi nelle sue parole
"a che età?" chiesi con un filo di voce
"circa tredici-quattordici anni" disse posando lo sguardo nei miei occhi
"e dopo?"
"poi è arrivato il rap, e tutti gli altri" disse con una luce negli occhi
"quando?"
"circa a quindici anni"
"e che altro?"
"a quindici anni?" chiese ridendo e io annuii "a quindici anni ho conosciuto Francesca" disse rabbrividendo e respirando deciso "ero ancora piccolo e non capivo... Mi ero perso di lei in poco tempo, ero un ragazzino e..." deglutii mentre lo ascoltavo "le ho dato tutto, la trattavo benissimo e le stavo sempre accanto" mi si inumidirono gli occhi
"ma i tuoi amici?"
"non li facevo stare con lei, l'avevano vista pochissime volte... A lei non piacevano... Ma poi un mio amico mi venne adire che..." sospirò forte
"cosa?"
"mi venne a dire... Che se l'era scopata. Io ci rimasi davvero di merda. Non credevo si potesse stare così male. Ammazzai quel cane del mio amico di botte e se ne sparì, pochi giorni dopo, con lei. Io comunque non volevo più vederla... E da là, ho cominciato a scoparmi ragazze a più non posso, tutte,ovunque, non ho più smesso" disse sospirando e facendo un sorriso malizioso. Restai a guardarlo, imbarazzata e soggiogata
"oddio, Christian" dissi sospirando
"non è quella la colpa più grande di lei"
"e quale?" dissi sconcertata
"il mio migliore amico fu arrestato, mentre stavo con lei..."
"del gruppo di quando eri più piccolo?"
"sì" disse sorridendo "ma quello che se l'era scopata, no..." Annuii, ero allibita "sono stato così solo... Perché l'avevo conosciuto non appena ero arrivato da Anna ed era diventato come un fratello, sempre insieme... E senza di lui mi iniziavo a isolare e stare davvero giù perché lo volevo nuovamente... Francesca non lo capì, avrei solo voluto qualcuno che mi dicesse 'vieni qua e dimmi che cazzo c'è che non va e cosa ti prende" sentii un colpo al cuore, un sacco di volte anche io mi ero sentita così sola e avrei solamente voluto qualcuno che mi dicesse quelle parole
"e tu sapevi dov'era?" dissi con occhi sbarrati
"certo, Sara" disse sorridendo "ma non riuscivo ad andare molto a trovarlo, sai, non mi sentivo molto a mio agio al gabbio" disse ridacchiando e facendomi sorridere "in questo periodo, Francesca se ne era fottuta di tutto, non le interessava che stessi male, pensava solo a lei stessa..." che razza di persona, ascoltandolo mi venne quasi da piangere "mi diceva che ero uno sfigato, un tossico, che mi stavo rammollendo e che così si sarebbe stufata di me. A mio parere non era mai stata minimamente interessata, ma ero così piccolo e stupido..." sospirò cauto "un giorno... Un giorno stavo tornando a casa e mi era capitato di aver usato... della merda..." si fermò e tremò. Tutto il suo corpo iniziò a tremare e la mia mano strinse la sua, mentre andai vicino al mio letto. Mi guardò fisso mentre cercammo di ignorare i brividi e la voglia di saltarci addosso
"di che tipo?" fece un sospiro
"merda tipo keta, farmaci come Xanax, alcol ed erba e non so che altro schifo avessi mischiato..." mi guardò sospirando "mi sentivo malissimo... Le mie emozioni erano ancora più vaste... volevo sfogarmi e volevo farla pagare a qualcuno... Sono tornato a casa non so come e mi son trovato tra le mie mani..." si bloccò e mi guardò
"chi?"
"Palma" sussurrò respirando forte "come? Palma? Ma l'hai picchiata?" stavo rabbrividendo
"no... Sara" mi guardò severo "sapevo che avevo lei tra le mani e dopo un po' ho realizzato di dovermi calmare, dopo che ha urlato" rimasi a guardarlo. Mi sedetti sul letto vicino a lui "e da quel momento ho capito che non potevo andare avanti così, ho deciso che non avrei dovuto più toccare altro all'infuori dell'erba..." mi guardò sorridendo "sarà capitato un'altra volta o due, era una guerra dura... Ed ero solo, perché ad Anna e Franco non dicevo mai nulla. Ho continuato comunque a frequentare quella gente là, che anche ora vedo ogni tanto e... Insomma, tu a diciassette anni mi hai conosciuto" disse un po' imbarazzato, guardandomi e io rabbrividii al ricordo. Lo guardai seria annuendo "però, con Anna, Palma, col rap, mi era stata data un'altra possibilità, un'altra vita e non volevo buttarla via..." respirò forte e mi commosse "iniziavo ad avvicinarmi di più al gruppo dove facevano rap... Altri, dell'altro mio gruppo, furono arrestati, in quegli anni, uccisi per colpi di arma da fuoco e altro, non sto a dirti i dettagli... Alla fine, impari a non farti toccare più da nulla... Ma poi, a diciassette-diciotto anni un altro mio caro amico fu preso. Era anche lui un fratello, uno con cui ero cresciuto... Ma..." singhiozzò e respirò forte
"ma?" chiesi io
"lo uccisero. Prima di farlo arrivare in galera fu ucciso... A manganellate..." rabbrividì e anche io "avevo fatto dentro e fuori di galera qualche volta pure io, ma un giorno arrivarono anche a me e mi picchiarono in dieci poliziotti, coi manganelli. Faceva così male che non so come sono rimasto vivo..." lo ascoltavo a bocca aperta "poi, uscito di galera dopo poco, avevo capito... Avevo capito che quella non era la mia strada. Avevo perso un sacco di fratelli, avevo rischiato di morire anche io, avevo quasi picchiato mia sorella... Cercai di frequentare ancora meno quel gruppo là, mi persi totalmente nel rap e in quelle persone... Pian piano riuscivo pure a non spaccarmi a merda come un vegetale" si alzò sospirando e andò verso l'armadio di camera mia. Mi guardò avvicinandosi a me e mi sentii mancare la terra sotto ai piedi. Guardò un libro sulla mia scrivania, sfogliò il libro di letteratura e trovò un autore. Vide un uomo giovane e me lo indicò. Lo ascoltai impaurita e intensione. A fianco c'era un altro uomo
"questo è il figlio? No, il nonno?" disse guardando interessato. Io risi senza accorgermene e lui si voltò a guardarmi "sei bella quando ridi" arrossii completamente e mi nascosi dal suo sguardo. Lui si avvicinò e ridacchiò sorridendo "anche quando arrossisci" scossi la testa in preda al panico. Vide una bella maglia di mio fratello
"posso provare questa maglia? Ci sta" disse, dato che sono magliette larghe, tipiche di mio fratello
"no!" urlai quasi spaventata. In lui c'era un sorrisetto malizioso "no, non vorrei che si incazzasse"
"hai paura?" disse ridendo con lo sguardo malizioso
"no, io..."
"paura di saltarmi addosso, eh?" disse ridacchiando
"assolutamente no, non mi cambia niente" sorrise e si tolse la maglia. Vidi i suoi muscoli stirarsi mentre prese quella di mio fratello e prima che se la mise, potei vedere quel fisico sublime e quei tatuaggi... Pochi per braccia e corpo. Si provò la maglietta di mio fratello, che non sembrò andargli stretta. Gli stava bene ogni cosa addosso! Se la tolse e avvampai guardandolo. Era rovinato leggermente solo dalla cicatrice... Mi vide arrossire e guardarlo di nascosto. Si girò e ridacchiò soddisfatto. Lanciò la maglia sulla scrivania e si voltò verso di me. Oddio. Lo guardo fisso... Si poggiò nudo sull'armadio e mi guardò
"adesso voglio che mi dici qualcosa anche tu" il suo era un viso perso in me "io... ma?" mi guardò, vedendo che osservavo il suo corpo
"se ti distraggo posso vestirmi" disse imbarazzandomi, con un ghigno. Scossi la testa
"non serve" sorrisi e lui mi guardò. In realtà, volevo poter restare a guardarlo...
"che vuoi che ti dica?"
"non saprei" disse ridendo
"io...Beh, ti ho già detto del ragazzo di cui mi ero innamorata da piccola" "quale?" disse guardandomi. Oddio... "ne ero cotta solo io"
"ah, sì, ricordo..."
"beh, diciamo che, come già sai, ho avuto una vita un po' più tranquilla" lui ridacchiò insieme a me "a scuola ero un po' isolata... Non mi sono mai integrata bene alle medie, e ho subito bullismo, poi alle superiori e anche grazie al kung fu è andato tutto meglio..." lui mi ascoltò perso, mi osservava
"beh, anche io a scuola non mi integravo... Poi è grazie ad Anna se sono riuscito a prendermi un attestato professionale di tre anni"
"immagino..." dissi pensierosa
"e che intendi con è andato tutto meglio?" risi un attimo e morsi il mio labbro, i suoi occhi si spalancarono
"che ho acquistato più fiducia, ho iniziato a uscire e fare cazzate verso i quindici anni, manco da molto tempo, alla fine... Discoteche, tipici amici di parcheggi o piazze" lui ridacchiava "ho avuto due compagnie, prima a Bernareggio, per poco, poi nel mio paese... E ho iniziato a fumare canne, sui quindi-sedici anni... Non credo di esserci mai rimasta sotto, però in certi periodi fumavo di più, in altri di meno..."
"quindi, con la separazione?" annuii intristendomi
"esatto" anche lui mi guardò fisso
"e con chi hai provato, le prime volte, ad avere esperienze?" quasi mi stupii della sua delicatezza
"allora, un anno fa ho iniziato a frequentare quelli di Usmate, e quasi subito, ho iniziato a baciarmi con questo ragazzo, aveva quasi un anno in meno di me" mi imbarazzai molto mentre parlavo di questo...
"continua, tranquilla" disse lui sorridendo e vedendo il mio viso impaurito
"il fatto è che veniva da me di tanto in tanto, senza voler davvero nulla. Non mi parlava mai di quello che succedeva fra noi e non voleva che la compagnia lo sapesse..."
"te lo diceva lui che non voleva?" disse guardandomi
"no, davanti a tutti non mi sfiorava, mi evitava o mi trattava come una amica e basta... Ci stavo davvero male, non dicevo niente a nessuno se non ad Alice o qualche altra amica e lui tornava sempre da me... E senza che manco mi accorgessi, mi ero presa una bella cotta. E non dicevo mai di no. Sapeva che ogni volta che veniva non sapevo oppormi..."
"non gli hai parlato?" disse sconvolto
"ci ho provato, gli avevo chiesto di vederci... Mi aveva detto di sì ma poi non ci siamo visti. Non è venuto. Ogni tanto portava nella compagnia altre ragazze e ci provava... E anche se c'ero io, non aveva problemi a parlare con gli amici di quelle che si era fatto" mi guardò intenerito e sconvolto, si passò il labbro sotto ai denti...
"beh, bell'infame" disse alzando le spalle
"il bello era che era un mio caro amico, lo conoscevo da una vita" fece un'espressione come per dire "alla faccia"
"e cosa hai fatto?"
"beh, è andata avanti per un anno..."
"un anno?" disse lui allarmato
"sì..." dissi chinando la testa
"oddio... Ma è con lui che ci son stati i preliminari?" disse cercando appositamente di guardarmi e di mettermi a disagio. Non risposi subito e poi agitata annuii. Lo vidi sorridere, come se fosse contento di vedermi in soggezione per lui
"le ultime volte cominciava a illudermi, dicendomi che forse gli interessavo e altro... Ero così stupida da restare in questo circolo" dissi singhiozzando e lui deglutì
"poi?"
"e poi un giorno l'ho preso in disparte, ho tirato fuori ogni grammo di forza e gli ho fatto alcune domande, tipo perché avesse continuato a venire da me..."
"e lui?"
"lui niente"
"niente? In che senso?"
"mi ha detto che non lo sapeva..." lui sgranò gli occhi "gli ho chiesto pure perché avesse approfittato di ciò che provavo e non disse nulla. Gli chiesi se davvero non avesse niente da dire al riguardo e disse di no. Con un tono dispiaciuto... Me ne sono andata via senza dirgli nulla"
"e basta?" chiese amareggiato
"no, poi, è intervenuto Franco..." "Franco?" chiese allibito, sapendo il mio odio per lui
"sì, perché quando aveva iniziato a illudermi io non mangiavo più, ero dimagrita moltissimo e piangevo tutto il giorno... Andavo a vomitare appena mangiavo, per il nervoso" lui si stava quasi arrabbiando, era triste e pensieroso
"e Franco che ha fatto?"
"Franco gli è andato a dire che doveva stare lontano da me, che ero stata male e credo l'abbia minacciato un po'"
"e dopo ha smesso?"
"certo che sì, ha smesso e ci siamo parecchio allontanati. Non lo vedo mai, per fortuna. E me lo sono tolta dalla testa dopo un po'" dissi guardandolo fissa
"ma... Hai baciato altre volte vero, oltre a lui?"
"sì" dissi arrossendo. Lo vidi guardarmi fisso e spostarsi dall'armadio per venire verso di me. No, aspetta... Dove stava andando? Lo fissai. Stava venendo qua? Oddio! Mi paralizzai e mi venne quasi la tentazione di correre. Ero così in soggezione. Lui mi fece andare verso il muro. Ecco. Fregata. Mi guardò, prima di poggiare una mano sul muro. I suoi occhi neri ti facevano perdere in un universo. Mi sfiorò le labbra con le sue e il suo corpo nudo toccò il mio. Quanto avrei voluto toccarlo in quel momento... Gemetti mentre impresse la sua bocca fra le mie labbra
"nessuno sa quelle cose, nessuno quanto te... Sai?" mi sussurrò vicino al viso, inebriandomi di lui. Annuii. Mi sfiorò le labbra e mi baciò il collo... "grazie per avermi parlato di te" sussurrò
"grazie anche a te" sussurrai gemendo. Io volevo tremendamente toccare quel petto e quel corpo, guardai verso il basso, intimorita...
"vuoi toccarmi?" disse sorridendo. Io fui presa alla sprovvista e mi agitai
"eh? Io..."
"vuoi toccarmi?" ripeté serio e sensuale e poi riprese "sul corpo?" come per precisare. Io dissi di sì con un filo di voce e lui sorrise
"vai, tutto tuo" disse ridendo. Passai timidamente una mano sui pettorali e un po' sulle spalle. Lui rabbrividì al tocco e respirai. Sfioravo i tatuaggi che vedevo. Scendevo agli addominali facendolo emettere dei gemiti soffocati. Lo vedevo chiudere leggermente gli occhi. Il suo viso era molto vicino. Arrivai agli addominali e risalii sui fianchi, toccando i tatuaggi. Lui gemette ed emise un mugugno. Scesi fino agli addominali bassi, quasi al ventre, e lo vidi irrigidirsi e chiudere gli occhi. Gemette e si rilassò al tocco. Non resisté più e si scaraventò sulle mie labbra.

LA LUCE E L'OMBRA (PARTE 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora