SE SOLO FOSSE VERO (7)

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Uscii, un giorno di quelli, in una profonda agonia. Alice mi aveva presentato un ragazzo e una ragazza, che avevo anche visto a kung fu per vedere le lezioni. Provenivano da altre palestre. Michael era un ragazzo alto circa 170 cm. Abbastanza muscoloso, alto e biondo scuro. Stavamo girando insieme, con Alice che era alle prese con un amico di Michael e io parlavo con il biondo
"quanti anni hai Sara?"
"diciassette. Te?" dissi io fingendo un sorriso, effettivamente mi piaceva questo ragazzo. Il primo impatto non era stato male. Potevi parlarci ed era proprio bello. Lui iniziò a baciarmi su un muretto della strada. Che strana però quella bocca... Non era Christian, non era lui. Io lo sentivo. Camminavamo insieme. Lui era aperto, disposto a conoscermi. Io avevo in mente il corpo di Christian. La sua voce. Lui. La depressione di quei giorni cadeva su di me. Era doloroso sopportare di aver poco vicino Christian. Continuavo a frequentarmi con Michael e qualche giorno dopo eravamo ancora in giro. Io passeggiavo vicino a Michael e Alice, coi pensieri altrove. Non vidi che una macchina correva senza controllo. Probabilmente dentro c'era un ubriaco. Venni spinta molto più in là a terra. Vedevo il cielo, sentivo il dolore atroce di una ferita che pulsava e vedevo sfuocato. Piansi come mai avevo fatto in vita mia. Vedevo solo Michael compiere dei movimenti. La visione divenne nera e svenni in breve, sotto le urla varie. Quando riaprii gli occhi mi trovavo in una stanza tutta bianca. Realizzai che era una sala ospedaliera. Mi guardai il corpo bendato. Mi venne da piangere. Improvvisamente, dalla porta entrò mia madre. Mia madre chiese con le lacrime agli occhi

"che è successo?" prima che potessi rispondere, entrò mio padre che voleva sapere
"una macchina, è stato un incidente" cercavo di calmare i miei genitori che erano preoccupati. Michael chiamò al mio telefono
"come va?" mi chiese
"ancora male..."
"povera cucciola" sorrisi e chiesi
"hai chiamato tu l'ambulanza?" lui mi disse di sì
"grazie mille, Michael"
"sta' tranquilla, un bacio, bella, devo andare, stammi bene"

chiesi a mia madre da quanto fossi là e mi venne detto che ero, da solo tre giorni, in una sottospecie di coma. Lei si avvicinò alla porta e in quel momento, quando venne aperta, entrarono vari amici, quelli del kung fu a partire dal maestro.
Vedere Christian mi provocò un fortissimo brivido. Mano a mano strinsi e baciai tutte le persone. Che bello era vedere anche la mia adorata Alice. Dopo un po' tutti salutarono e uscirono più sollevati. Solo Christian rimase dentro nella sala con me. Sorrise
"mio Dio Sara, ma che hai combinato?"
"incidente, in macchina"
"mi dispiace piccola" era così bello rivederlo e sentire la sua voce!
"vieni qui, abbracciami!" si stese sul letto e mi strinse forte. Era un momento eterno,volevo fosse per sempre. Lui mi passò le mani sotto agli occhi per togliere qualche lacrima. Non sapevo perché fossi al settimo cielo per essere con lui. Era un sogno fantastico
"come va a kung fu?" chiesi sospirando
"beh, si sente la tua mancanza..." disse sorridente. Christian si poggiò nuovamente sul letto e fremeva. Voleva baciarmi. Riuscivo a capirlo. Un bacio che sarebbe potuto essere eterno, se non per il fatto che entrò un'infermiera che fece uscire Christian. Con l'appoggio di tutti e soprattutto l'affetto, passò la settimana. Passarono a salutarmi mia cugina Giuli, i nonni, Stefi, tutti...
Finalmente fu domenica, erano le diciannove e trenta e in poco tempo sarei stata dimessa. Un'infermiera entrò nella mia stanza
"signorina Sara..." io annuii
"è dimessa, prenda le sue cose" l'infermiera, una donna alta e mora, mi tolse la fascia. Fu una sensazione di libertà! Salii in auto con mia madre e mi portò a casa. Era un sogno!

LA LUCE E L'OMBRA (PARTE 1)Where stories live. Discover now