NAPUL'È (6)

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Sorrisi appena percepii Christian, poco dopo, nella mia camera da letto. Lui rispose al mio sorriso
"c'è qualche motivo per cui sei così radiosa?" vidi che era vestito con i jeans più sensuali addosso a lui, a mio parere, e con una camicia aperta sul petto nudo. Senza maglia. Tatuaggi e fisico assurdo mi lasciavano a bocca aperta. La sua faccia era un po' sconvolta, aveva fumato parecchio, preso chi sa cosa e anche bevuto probabilmente
"perché?" dissi ridendo e concedendo una veloce occhiata
"hai fatto un sorriso bellissimo"
"grazie" dissi sbalordita e senza saper che dire
"vieni in camera con me? Tanto so che non dormo" disse ridendo
"in fondo è solo l'una e mezza. Hai ragione. Ma non farti strane idee" dissi senza guardarlo
"mai strane idee" disse giurando e ridendo mentre mi fissava
"perché porti una camicia aperta senza maglia?"
"avevo caldo e ho tolto la maglia..." mi disse ridendo. Si avvicinò a me e mi fissò. Perdendosi nei miei occhi. Senza che lui disse niente si mise a mischiare le labbra alle mie. Giravano le nostre lingue e la passione. Posai le mani sul suo corpo nudo, facendogli emettere un sottile mugugno
"vieni, dai" disse lui sorridendo. Entrammo in camera sua e ci sedemmo sul suo letto. Lui si mise sul cuscino e io vicina. Lui stava poggiato sul muro e mi guardava mentre iniziavamo a discorrere sulla nostra situazione familiare
"sai che Franco dice che mantiene sia mia mamma e noi, che Anna e voi due"
"al massimo mi mantiene il cazzo quello là" scoppiai a ridere. Parlavamo di altre cose che riguardavano la famiglia o cose che ci facevano ridere. Passò del tempo e poi per un po' ci fu silenzio, mentre ci guardavamo a vicenda
"qual è la volta che hai fatto l'amore che ti è piaciuta di più?"
"l'amore..." disse ridendo "solo una volta. Ed era stato bello. Poi boh, ho iniziato a fare sesso molto presto e non ho mai smesso" disse ridendo e io gli sorrisi, mi incupii, pensando a una domanda che avevo in testa da un po'
"anche con quelle del gruppo, vero? sei... andato a letto?" lui mi guardò teneramente, una luce negli occhi
"con Milena, è capitato anni fa. Le altre no, avevano già intrighi vari con altri della compagnia..." mi guardò, sapeva benissimo che io volevo sapere di Alice, nonostante lei mi avesse già detto tutto tempo fa
"e come mai Alice no, invece?"
"con Alice no, perché prima di Daniele stava col mio amico... E ci si era fidanzata prima che facesse quattordici anni. Prima che si mettesse con lui me l'ero fatta qualche volta, ma eravamo piccoli Sara" io ricordavo vagamente quel ragazzo. Alice me ne aveva parlato spesso. Ero turbata da questo racconto, d'altronde, lo sapevo ma volevo capire meglio
"e le altre volte sono state strane?"
"sono state molto strane..." disse ridendo "direi di sì. Una volta ero a un bar dove c'era anche un po' di musica, e tipo 'sta qua compare all'improvviso e mi chiede di scopare... eh, io dissi ai miei amici di aspettarmi"
"sei pazzo..." dissi ridendo "e le panchine, delle discoteche, o le colonne..." dissi alludendo a ciò che capitava nei locali
"quelle erano mie" disse lui ridendo "nelle discoteche erano il mio territorio, panchine e colonne" mi venne da sorridere, ero compiaciuta che avesse usato il tempo verbale 'erano'
"sai, fanno anche tanti pompini nelle discoteche" mi disse a un tratto
"già. Lo so. E tu solo nelle discoteche trovavi le tipe?"
"le troie stanno dappertutto, tesoro. Molte le portano i miei amici. Alcune le paghi, alcune no. Il succo è sempre quello. Una volta una era tipo ninfomane e me la feci in una campagna vicino alle strade del mio paese, tipo che le macchine passavano e ci vedevano" reggevo il fatto che ci fossero questi racconti. Li vivevo come li vivevo da amica "era davvero porca" disse lui "faceva di tutto" continuava con un sorriso sarcastico per farmi intervenire
"beh, 'amicizie' molto particolari no?" dissi in modo più freddo di quanto volessi. Lui prese le mie braccia e mi stese, posandosi sopra di me. Gli occhi persi e fissi nei miei
"vedi, che sei gelosa?"
"no, non lo sono" lui mi baciò passionalmente, posò le sue labbra per un favoloso attimo e poi si staccò
"no?" aveva un ghigno dipinto sul viso
"no" dissi respirando con fatica "non avrebbe senso, se dici che io e te non siamo nulla" dissi poco convinta e addolorata, in un sussurro. Esitò per un secondo, un eterno secondo in cui i suoi occhi si erano ancorati ai miei mostrandomi tutto il suo dolore
"sì, certo! Esattamente" io mi trattenevo, nel mio intento di non mostrare gelosia. Christian mi strinse baciandomi il collo "lo dicevo solo per vederti gelosa, mi piace... E poi il sesso più bello è quello con te" lo guardai in viso
"ma noi non abbiamo mai fatto sesso, Christian"
"serio?" disse con il viso ironico
"serissimo" dissi ridendo
"allora mi sarò confuso" disse mordendosi un labbro e io lo spinsi sul braccio facendolo ridere
"sei un cretino" ridevo insieme a lui
"comunque ti sbagli"
"Chri, me lo ricorderei. Non abbiamo scopato"
"invece sì"
"Christian..." dissi ridendo con un po' di esasperazione
"vuoi dirmi che non è già sesso quando ci fissiamo per tanto? È come se leggessi in me e io in te... Continuiamo a rimanere bloccati davanti all'altro" stavo quasi per piangere, mi misi a ridere commossa
"quando te le scrivi 'ste cose?"
"sai che faccio freestyle" disse ridacchiando
"mi hai convinta. Evidentemente abbiamo scopato..."
"già" disse lui ridendo "e non sai quante volte è già capitato nella mia testa" mi misi a ridere e mentre facevo finta di picchiare Christian mi trovai invertita di posizione. Io ero sopra i suoi jeans e avevo il passaggio libero nella sua camicia aperta e nei jeans sottoscritti. Favole. Mi iniziò a baciare lentamente. Le sue labbra morbide che premevano nelle mie. Si mise leggermente più seduto. Come mi attirava! Allungò una mano alle mie gambe e mi massaggiò la coscia, accendendo già ogni parte di me. Scavò nei miei pantaloni delicatamente. Con le dita entrò nelle mie mutande e mi guardava fisso, là seduto vicino a me. Un po' mi vergognavo e lui cercava di capire che cosa provassi. Non smettevamo di tenere le nostre labbra attaccate e di muovere le lingue. La mano di Christian spingeva dentro, il suo pollice massaggiò il mio sesso da fuori e sia io che lui trattenemmo il respiro emettendo un sussulto leggero. Mise due dita dentro di me e iniziò a muoversi, a girare in modo circolare. Stette dentro di me e nella mia bocca respirava dannatamente. Mi guardò spalancare quel poco la bocca e godeva con me, muovendo divinamente la mano. Troppo piacere per sentire quel minimo fastidio dello scarno dolore. Le sue dita giravano dentro di me e poi uscirono. Il pollice massaggiò l'esterno del mio sesso. Io stavo impazzendo. Perché aveva smesso? Che cazzo stava facendo? La mia testa si muoveva smarrita. Un pochino ero a disagio. Christian mi mise inaspettatamente due dita, dell'altra mano, nella mia bocca. Così mi alzò il viso in aria e posò le sue labbra sul mio collo, sul petto e sul seno. Le dita erano ancora dentro di me e spingevano, portandomi al limite
"Dio... Christian" dissi sospirando e gemendo
"shhh. Non parlare. Ti faccio male?"
"no" io mi chiedevo come piacesse così tanto anche a lui. Perché vedevo che a lui piaceva dal viso e... Dai suoi pantaloni. Respirò accanto alla mia bocca. Sentivo le sue dita muoversi insistenti e cercavo di andargli incontro
"ti faccio venire così?" disse sussurrandomi sul collo. Io annuii continuando a godere
"dimmi precisamente come, o smetto"
"Christian... Per... favore" dissi gemendo
"cosa?" disse lui col fiato sul mio collo
"continua"
"che cosa vuoi che continuo?"
"voglio che continui con le mani e la bocca" dissi gemendo tutto d'un fiato. Mi studiò e poi mi tirò verso di lui facendomi stendere. Mi portò giù del tutto i pantaloni, lasciandoli alle caviglie. Lo stesso con le mutande. Mi portò più sopra per stare anche lui nel letto e si abbassò fra le mie gambe, considerando sufficiente la mia risposta, e iniziò a muovere le labbra in modo deciso sul mio sesso. Usando anche le dita e stendendo su di me un suo braccio che mi avvolgeva fino al seno, la sua  mano arrivò alla mia gola e la strinse con veemenza mentre continuava a stare tra le mie gambe, io gemevo goduriosa
"hai un buon sapore... Sai?" disse sussurrando, facendomi defluire ancora di più il sangue. Mano a mano mi perdevo nel contatto, mentre le sue labbra insistevano decise e mi facevano perdere il controllo, inarcavo la schiena, gemendo, e godevo nei movimenti e nelle labbra di lui, fino a giungere al limite. Mi lasciai andare accasciandomi. Dopo qualche tenero bacio, io posai distrattamente la mano sui suoi jeans. Lui mi guardò negli occhi. Era una forza assurda che nasceva dentro di sé. C'era in me la sensazione di non essere pulita se fossi stata io a dirigere la mia mano. Christian mi sorrise in stato di piacere. Quel sorriso era rassicurante per me. Io impallidii vedendolo succhiare le dita che aveva usato dentro di me. Si avvicinava dandomi baci e risucchiando le mie labbra. La sua bocca capace di portarmi in un'altra dimensione. Mi accarezzava la mano e mi diceva all'orecchio di lasciarmi andare. Posai la mano sul rigonfiamento nei pantaloni. Vedendolo sussultare lievemente
"se entra qualcuno?" sussurrai molto vicina a lui e molto preoccupata
"non entra nessuno, tranquilla piccola..." il suo viso mi scrutava e sospirava cautamente. Rimisi la mia mano dove l'avevo prima. Iniziai a muoverla sui pantaloni, per poi estrarre il suo membro e dar piacere anche a lui. Lo volevo. Ignorai il suo ghigno quasi beffardo e contemporaneamente la sua espressione di godimento e desiderio. Iniziai a muovere decisa la mano lungo la sua erezione, lui trattenne il respiro e posò il viso vicino al mio collo. Il suo membro si induriva sempre più al mio tocco. Lui respirava sul mio collo perdendosi nel movimento. Espirò nel mio orecchio facendomi rabbrividire. Il suo respiro era sconnesso. Io emisi dei gemiti nella sua bocca, mentre le nostre labbra si baciavano e lui mi prese delicatamente il labbro inferiore tirandolo e gemendo di piacere. Io scendevo e risalivo sul suo membro, cercando di fare come diceva. Restavo al suo fianco, mentre ci baciavamo continuavo a muovere la mano su e giù
"vai veloce" sussurrò lui con tono sensuale e la voce roca e io cercavo di aumentare, girando bene la mano lungo l'erezione
"oh... Sì" disse lui gemendo "così" mi muovevo, ascoltando i suoi respiri e i suoi gemiti. Mi mise la mano sulla mia e teneramente mi fece partire dall'alto del pene
"oh, Sara" sussurrò guardandomi dopo che eseguivo il movimento. Quando arrivò al culmine del piacere si spostò verso il basso e venne per terra. Un po' del liquido caldo era sulla mia pancia
"cazzo!" disse lui ridendo e prendendo un fazzoletto me lo passò sensualmente sulla mia pancia mentre mi guardava, ribaciandomi
"grazie" sussurrai ridacchiando e poi vidi Christian usarne anche un altro per pulire a terra. Mi tornò a baciare, le sue labbra di nuovo sulle mie. Io mi ci perdevo in ogni momento. Le sue mani presero i miei fianchi, facendomi rabbrividire. Scese con la bocca sui miei seni e in un attimo la vista si era appannata... Il suo contatto sulla mia pelle scoperta mi inebriava insieme al suo profumo. Per il piacere, gemevo cercando di contenermi. Strinse i miei fianchi nudi, mentre tornava a mischiare la lingua nella mia, assaporandoci. Feci oscillare il bacino verso di lui e feci scontrare il mio sesso contro il suo membro nuovamente duro che premeva su di me. Io gemetti soffusamente e subito lui emise un verso gutturale per quel contatto sul suo membro. Prese i miei fianchi, senza smettere di baciarmi, strusciandosi ancora nella mia intimità, mi uscì un verso incontenibile
"oh, Sara..." disse lui gemendo vicino al mio orecchio, tenendo il mio viso e stringendo ancora la mia gola facendomi sussultare.
In quel momento mi sentii richiamata nel mondo reale. Non potevo lasciare che succedesse!
"Christian non possiamo" dissi gemendo anche io
"perché? Stiamo tutti e due desiderando la stessa cosa" disse con voce roca e sottile, baciando il mio collo e i seni. Stavo quasi in una dimensione ultraterrena!
"perché..." dissi gemendo, bloccandomi, dato che lui tirò delicatamente un mio capezzolo facendomi esultare
"su, dai Saretta lasciati andare..." disse respirando nel mio collo col fiatone "non ce ne pentiremmo" disse sottilmente, la voce roca ma seria in quello che stava dicendo
"no Christian, non se ne parla. Non voglio" dissi evitando il suo sguardo. Respiravo ancora a fatica. Lui mi stava osservando in modo deciso, captando tutto
"beh, se non vuoi scopare te ne puoi andare allora" disse dopo un'ultima occhiata, per poi alzarsi da me. Restai a guardarlo fissa sul punto di piangere. Era sceso dal letto, era in piedi e mi guardava fisso, con solo le mutande e il suo fisico esposto contornato dai tatuaggi
"mi hai sentito?" disse quasi urlando verso di me
"come puoi essere così infame?" dissi singhiozzando. Stavo per sentirmi morire
"ma che cazzo pensavi? Che saremmo stati a dormire insieme come una fottuta coppietta?" disse guardando severo verso il mio viso impaurito, verso il mio corpo nudo ora rannicchiato nel letto. Mi vergognavo terribilmente e mi sentivo nuda a tutti gli effetti, come un verme
"dai alzati e vattene, che voglio dormire. È già tanto che non ti ho fatta uscire subito di qui nuda"
"ho capito, vado" dissi con voce spezzata e sul punto di esplodere. Era serio mentre lo diceva ma il suo sguardo mi osservava mentre mi alzavo tremante. Non avrebbe voluto che andassi via realmente. Mi guardò vestirmi velocemente, perdendosi nel mio corpo e struggendosi quando una lacrima uscì dai miei occhi. Una lacrima incontenibile, che lui notò dal mio viso distrutto e in pena. Il mio stomaco era in subbuglio, la gola mi bruciava e non volevo altro che piangere, stavo facendo uno sforzo con tutta me stessa. Lui avrebbe voluto intervenire, fermarmi, asciugarmi quella lacrima ma non disse nulla. Mi guardava soltanto.

LA LUCE E L'OMBRA (PARTE 1)Where stories live. Discover now