LA LUCE E L'OMBRA (13)

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"vado io, so dov'è camera tua!" dissi dandogli una veloce occhiata e dirigendomi subito. Arrivai alla camera e aprii la porta velocemente. Non c'era roba mia, così presi un asciugamano dal suo armadio e tamponai per un po' la maglietta. Prima di uscire vidi che Christian mi aveva seguito. Era là fuori, con la camicia bianca e dei jeans strappati aderenti e chiari
"cazzo, mi hai spaventato!" gli urlai e lui si avvicinò a me, impedendomi di passare e lasciandomi respirare il suo profumo "si può sapere come ti è venuto in mente di fare una cazzata simile, Christian? Perché, porca puttana?"
"ci stava provando con te!" disse fissandomi temerario emettendo una mano sul muro della porta, accanto a me, per potermi tenere vicino. Mi spinse dentro alla camera e chiuse la porta, adagiandomi al muro
"non mi sembra il caso, Christian, c'è gente di sotto" mi bloccò con una mano e mi spinse ancora sul muro. Sfiorò i miei fianchi e strinse la mia coscia
"hai così tanta fretta di tornare di sotto?" mi disse quasi insicuro di sé stesso, come se avesse davvero timore che io potessi aver notato quello là. Mi guardava attento
"non... Non ho fretta, ho paura che ci beccano!"
"non verranno. E poi basta fare così" disse scostandosi da me e facendomi mancare subito il suo contatto, che tornò presto, non appena ebbe chiuso la porta della camera a chiave. Lo guardavo intimorita e vogliosa
"perdonami se ti ho bagnata, dovevo toglierti da quello là senza ucciderlo" sospirai e mi sentii un minimo anche compiaciuta
"ora, però, potrei bagnarti in un modo molto più bello" disse con un sorriso, cercando approvazione nel mio sguardo. Non potevo non farmi travolgere un minimo in una risata. Mentre mi osservava, posò la mano sul mio collo, per arrivare alla scollatura e poi tornare alla mia spallina e tirarla giù. Sentivo il calore del suo tocco, muoveva il pollice sulla carne libera sopra il seno. Fece andare la bocca al mio collo e mi attirò sempre più vicino al suo corpo. Fece scivolare la sua mano fino all'orlo della gonna e poi risalì. Spinse le punte delle dita verso il mio sesso, mentre ormai le nostre labbra si erano congiunte e si assaporavano, miscelando la bocca e le lingue
"Christian" dissi gemendo. Lui mi baciava, zittendomi
"che c'è, Saretta?"
"guarda che di sotto ci sono i tuoi parenti, potrebbero sentirci" il mio era quasi un lamento
"lascia che ci sentano" disse ridendo, continuammo a baciarci e lui strinse i seni dalla maglietta. Mi lasciai scappare un gemito e mi affrettai a slacciare la sua cintura, sotto i suoi occhi assorti e così a contatto con lui e abbassai la lampo. Sfiorai lentamente il suo membro indurito. Lui fece un verso e un ghigno godurioso
"eccola, la mia Saretta" disse gemendo sul mio collo
"vieni" disse con occhi luccicanti e pieni di passione. Vedevo grandi promesse da quegli occhi così intensi. Mi prese il braccio e mi tirò verso un mobiletto della camera. Prese un cuscino dal suo letto e lo posò sul mobiletto. Mi avvolse da dietro e respirò sul mio collo, prendendo i miei fianchi e spingendo il mio corpo sopra il mobiletto, facendomi aderire di pancia. Si mise dietro di me e mi spogliò a mano a mano di tutto. Abbassò la gonna e la sfilò dai miei piedi e lasciò la calzamaglia abbassata alle caviglie insieme alle mutande. Tolse la mia maglietta, impadronendosi poi di tutto il mio corpo, sul quale rendeva sovrane le sue mani e la sua bocca sulla mia carne nuda
"resta ferma là" mi disse vicino al mio viso con la voce vellutata e roca ero chinata su questo sgabello, nuda, dove cazzo era andato?

LA LUCE E L'OMBRA (PARTE 1)Where stories live. Discover now