QUANDO AMARE E' UNA SFIDA (7)

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La sera dopo, ero seduta in piazza. C'era la compagnia di Lomagna. Tante persone, maschi e femmine. Eravamo seduti sui gradoni, giravano già parecchie canne. Ero seduta vicino ad Alice, che era venuta a trovarmi e mi stava facendo compagnia. Il mio viso era distrutto, sconvolto... Come poteva esser possibile farsi prendere per il culo così?
"ma non è che magari c'è qualcosa di vero?" mi disse Alice osservandomi. Ha una maglietta aderente e dei jeans, con sopra una felpa e una giacca. Io avevo una maglietta corta nera e dei jeans a vita alta. Con sopra una felpa e un giaccone scuro
"no, Alice... Non mi ha saputo dire neanche i nomi, perché o cosa gli avessero detto..." lei scosse la testa e sospirò. Mentre stavamo fumando, lei si alzò e mi disse di andare a fare due passi. In quel momento, verso gli altri gradoni della piazza, vedemmo Christian comparire con la sua moto. Rimanemmo a osservarlo, si tolse il casco. Scontrai i suoi occhi scuri, intensi, pieni. Una giacca in pelle nera con dei jeans sullo scuro
"come stai...?" disse guardandomi fisso
"Christian, come sei venuto qua?"
"in moto" disse alzando le spalle. Lo guardai senza ridere, roteando gli occhi e scuotendo la testa
"smettila, per favore" fece un ghigno stizzito e scosse le spalle
"ho suonato a casa tua. Me l'ha detto tua madre che probabilmente eri qua" alzò le spalle
"tu devi essere fuori di testa, Christian. Suoni a casa sua e la vieni a cercare?" disse Alice, alzando un sopracciglio
"Alice, stanne fuori" disse guardandola con occhi gelidi, la mascella serrata
"no, il cazzo! Pensi di intimidire me? Mio caro... Lasciala stare! Perché continui ad approfittarti di lei? Direi che ora hai davvero esagerato..."
Rimase a guardarmi, i suoi occhi così profondi. Non ci potevo credere, tutti i nostri momenti vissuti insieme non erano veri... Se non lo avessi visto in certe situazioni potrei perfino pensare che si fosse inventato dei problemi avuti, di incubi, ecc...
"Alice..." bestemmiò subito dopo "credo che lei sappia parlare"
"tu sfrutti la sua bontà e i suoi sentimenti" gli disse alzando il tono e guardandolo fisso
"devo parlare con te" mi disse guardandomi
"lasciala... In... Pace!"
"porca troia, ti vuoi fare i cazzi tuoi?" disse in pratica urlandole contro
"no, lei è la mia migliore amica, caro mio!"
"Ali, è tutto okay. Non mi ucciderà mica..."
"vuoi... restarci da sola?" disse verso di me guardandomi seria, mentre Christian ci guardava beffardo
"sì..." dissi "sta' qua vicino. Stai più in là..."
"mi metto più in là sui gradoni" sospirò "e voi restate qua!" disse verso Christian
"non mi piace che quella stronza si comporta così" disse scuotendo la testa inacidito mentre lei si allontanava
"ti ho sentito testa di cazzo" gli urlò, lui la guardò impenetrabile
"vaffanculo" urlò velocemente. Ritornando poi a guardare me
"che cosa vuoi, Christian?"
"Palma... è sparita ieri sera..."
"come sarebbe sparita?" dissi con un colpo al cuore. Mi sembrava di stare per piangere di nuovo. Fissai la sua esasperazione, il viso chinato
"non ne ho idea" disse lui distrutto
"volevo che lo sapessi..." disse guardandomi e poi indurendo i tratti del viso. Strinse la mascella, mi guardò intensamente e salì sulla moto. Alice ci guardava. Rimasi a pensare, ero sicura che Palma fosse da Franco. Ebbi questa idea perché sapevo che lui voleva che i figli stessero di più con lui...
"che ti ha detto?" mi chiese Alice scrutandomi e alzando un sopracciglio, venendo verso di me
"che è sparita Palma... Non si trova" dissi con tutta la disperazione possibile. Mi guardò attenta, storcendo ancora il viso
"e se fosse l'ennesima cazzata per avvicinarsi a te?" per un attimo ci pensai. Quella idea era passata solo un attimo nella mia testa. Ma non era possibile, sapevo per certo che su questo non stava mentendo
"no, Alice. Non credo"
"come fai a dirlo" alzai le spalle, la guardai nei suoi occhi scuri
"certe cose noi donne le sentiamo. E poi non credo arriverebbe a tanto..."
"beh, non so..." disse osservandomi
"Franco ha sempre scazzato per avere i figli, non mi stupirei..." sospirai mentre lei mi guardava e schiuse la bocca
"pensi che sia lui?" disse squittendo
"sì... perdonami Ali, devo fare una chiamata..."
Presi il telefono e feci subito il numero di Franco
"pronto?" dissi schiarendo la voce
"ciao Saré... che è?"
"volevo dirti... avrai saputo della scomparsa di Palma. Volevo sapere se... si è saputo qualcosa..." annunciai intristendomi e facendolo confidare. Sentii un vuoto profondo e dopo un po' lui rispose
"non si sa nulla... io... ecco io... spero che la polizia..." il suo tono era preoccupato
"non la vedevi da tanto?" chiesi cercando di captare informazioni
"da una settimana..." rispose dopo aver atteso un po'. Lo congedai, chiudendo la chiamata con lui. Ero quasi sicura che stesse mentendo, cercai di chiamare Anna ma non mi rispose. Sbuffai e frastornata decisi di chiamare Christian
"ehi..." dissi titubante
"Saretta, quale onore... Hai cambiato idea?" disse con voce stanca
"No... Christian. Sei davvero uno schifoso totale a riprovarci ancora"
dissi col massimo disprezzo. Non l'avevo certo chiamato per parlare con lui... E per litigare!
"hai proprio una lingua biforcuta" disse lui con la voce sensuale
"insulti adesso la mia lingua, testa di cazzo, vero?" lui si fece una grossa risata
"è stata la cosa più buona che io abbia mai assaggiato a parte un'altra cosa..." Ero bloccata... 'Sta telefonata non doveva andare così! Mi sentivo accapponare comunque la pelle a sentire quelle parole
"cosa, cibi di Napoli?" dissi schernendolo col mio tono
"no... il tuo piatto della casa" disse Christian con un tale erotismo da farmi sprofondare
"ora basta. Smettila. Sono già stata chiara. Ho capito forse dove possa essere la bambina" ci fu un silenzio, sentii Christian muoversi
"che cosa?"
"ho chiamato... tuo padre. Franco" dissi imbarazzandomi, per fargli capire
"mio padre? E perché?"
"Christian, avevo il sospetto su di lui... da quando non vede Palma?"

"da un paio di giorni..." disse mostrando la disperazione
"a me ha detto che non la vede da una settimana! È una bugia... Quindi, nasconde qualcosa..." lo sentii bestemmiare e crebbe l'agitazione anche in me stessa
"sai dov'è?" chiesi ancora a Christian
"è dalla sorella!" mi disse esasperato
"Christian" dissi quasi come un'implorazione. Rimase zitto
"dimmi"
"non fare niente per favore... Davvero..."

"mi chiedi troppo..." disse mostrando tutta la sua ira
"non è il caso. Passami Anna... Se è con te"
"va bene. Ah, Sara..." disse attirando la mia attenzione. Sospirai e lui disse sospirando "grazie, per l'aiuto"
"figurati" dissi con un filo di voce. Lo sentii sospirare e lo sentii spostarsi, dopo qualche attimo sentii la voce di Anna chiedere chi fosse e poi mi sentii salutare
"Saré" disse con un tono distrutto ed esasperato
"ciao Anna. Scusa per l'ora..."
"ho saputo di Palma... Ho parlato con Franco... Temevo che lei fosse là e infatti lui mi ha detto una cazzata. Ha detto che non la vede da una settimana e invece Christian mi ha detto che è da qualche giorno..."
"sì..." disse sospirando
"io sto impazzendo Saré..." disse sconvolta
"fai fare un giro dalla sorella di Franco alla polizia... Va bene?"
"certo, sicuro... Per forza" sussurrò
"fammi sapere come va..." le dissi pacatamente. Chiusi il telefono e vidi tutti in piazza a farsi gli affari loro. Alice mi guardava poco distante, mi venne a stringere posando le mani sulla mia schiena. Io accarezzai i suoi capelli e lei strinse il viso sul mio collo
"Si risolverà tutto Sara, vedrai..." disse stringendomi ancora mentre sospiravo.

La polizia, appunto, si fece un bel giro da loro... Il giorno dopo si erano recati a casa della sorella di Franco, dove lei non sopportava più la presenza del fratello. Bussarono alla porta e la sorella, una bellissima ragazza dai capelli lunghi e bruni, aprì rimanendo scossa dalla loro presenza
"polizia... ci faccia entrare siamo qui per suo fratello Franco... sequestro di minori"
"io non volevo coprire tutta questa merda..." disse lei piangendo disperata, guardando i poliziotti
"siamo spiacenti, abbiamo il mandato. Dobbiamo entrare. La bambina è qui?"
"sì, è dentro"
"il signor Franco?" la donna annuì con le lacrime. E così entrarono in casa, trovarono Palma che non stava poi male e stava là senza capire cosa stesse succedendo. Arrestarono l'uomo e processarono la donna. La bambina, per la felicità della mamma disperata e di Christian, fu riportata a casa. Ero davvero felice che avessi dato una mano! Per fortuna non era successo nulla di grave. Franco continuava a ripetere ai poliziotti e in galera
"l'ho fatto perché volevo mia figlia... volevo mia figlia..." ovviamente a mia madre fece credere che Anna lo avesse fatto apposta per farlo arrestare. La piccola Palma poté ritornare dalla madre e ne era contenta, anche se non aveva capito che cosa fosse accaduto. Mia madre ormai sapeva che la mia situazione con Christian era complicata. Era consapevole di quello che era accaduto e non seppe più di tanto come consolarmi. Avevo momenti di così intensa rabbia, così tanto rancore per aver creduto a tutto quanto. Mi aveva detto "ti amo". Perché cazzo dover fare una cosa simile? Non c'era nulla da fare, avevo capito. Dovevo solo starci lontana. Lontana il più possibile.

LA LUCE E L'OMBRA (PARTE 1)Where stories live. Discover now