ᶠᴼᵁᴿ ❙ ᴾᴱᴼᴾᴸᴱ ᵂᴵᵀᴴᴼᵁᵀ ᵀᴿᴬᴺˢᴾᴼᴿᵀ †

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Dedicato a chi è consapevole
del fallimento,
e lo ama.
A chi ama essere ultimo,
perché tanto sa che
prima o poi
si troverà ad essere primo.

† † †

Tutti vanno via,
ma tu resta.
Tutti propongono di essere se stessi,
ma tu lasciamelo essere per davvero.
Tutti rischiano di sedersi sulla panchina mia e tua,
ma tu rimanici ad ascoltare il mio silenzio,
e ascolta la parte irrazionale di me,
ché il mondo è troppo sordo per poterlo fare.

-𝒜. 𝑀.

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𝐴𝑙𝑎𝑠𝑘𝑎'𝑠 𝑝𝑜𝑖𝑛𝑡 𝑜𝑓 𝑣𝑖𝑒𝑤

Mi svegliai con un cerchio alla testa atroce e l'affanno, oltre ad un bruciore agli occhi dopo essermi appisolata la sera precedente passata completamente in lacrime, patetica direte voi, e chi ha intenzione di darvi torto.

Le lezioni sarebbero cominciate tra due giorni e quindi per non rimanere ingabbiata nella mia testa ripassai gli orari per una buona metà della mattinata, giusto per prepararmi e non perdermi tra i vicoli dell'università.
Rilessi il foglio ancora una volta, e le paroline sembravano diventare incomprensibili, cominciare a mischiarsi tra di loro e muoversi solo per darmi il fottuto tormento.

E anche io mi sentivo così in fin dei conti, incomprensibile e incasinata, senza senso.
Sapete, ho sempre creduto che esistessero due modi di leggere, quasi non meritando di portare lo stesso nome. C'è chi legge tanto per, e chi invece mette a rischio la propria carne tra le pagine di un libro, mettendo a rischio quasi la propria vita. Perché un libro ti distrugge per quanto forte può essere l'impatto che ti trasmette, e tu non sei nessuno per sottovalutarne la potenza. Chi legge per davvero lascia i propri problemi in un angolino del mondo e se ne crea uno suo, giusto per smorzare la noia che lo assale. Le parole poi, arrivando al punto, sono una delle cose più enigmatiche che possano esistere: piccole lettere unite tra loro per dare senso, un senso che ha un peso e può essere pesato; parole che possono essere interpretate in modo diverso e ognuno di noi sceglie che impatto possano mai avere su di noi. Chi legge tanto per ne rimarrà solo confuso e non scenderà mai a fondo in quelle parole, mai; ma piuttosto rimarrà a mente sbilenca e con le sopracciglia corrucciante fregandosene delle parole che pregano di essere comprese appieno, e semplicemente volterà pagina solo per essere stato troppo pigro. E non vi pare l'ingiustizia più grossa della Terra? Le parole sono arte e vanno capite, comprese ed elogiate, eppure si ripone speranza in gente priva di trasporto.

E io mi sentivo proprio così, come quelle parole offese e come quelle stampate sulle mie carte: incomprensibile a tutta la gente priva di trasporto.

𝐃𝐀𝐑𝐊 𝐎𝐁𝐒𝐂𝐔𝐑𝐄 | [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora