ᴱᴸᴱᵛᴱᴺ ❙ ᵞᴼᵁ ᴳᴼᵀ ᴬᴺ ᴱᴹᴾᵀᵞ ᴴᴱᴬᴿᵀ †

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Dedicato a chi
dà per scontata
la propria bellezza,
e si sente poco,
poco, poco.

†     †     †

Mi interrogo sulla
capacità che hanno
gli altri nel respirare,
a me manca l'aria
al solo pensiero
delle persone.

-𝒜. 𝑀.

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𝐴𝑙𝑎𝑠𝑘𝑎'𝑠 𝑝𝑜𝑖𝑛𝑡 𝑜𝑓 𝑣𝑖𝑒𝑤

Mi svegliai relativamente presto, quella tranquillità venne spezzata mezzo secondo più tardi, lasciando riaffiorare subito dopo i ricordi, o il ricordo, di ieri.
Si avventò su di me come un'onda che era solita infrangersi sulla sabbia, che sbatte sul bagnasciuga e travolge tutto ciò che incontra nel proprio cammino. L'aria mi mancò come se l'avessi vissuta proprio in quell'istante, respirai pesantemente, fino a quando non chiusi e riaprii gli occhi più e più volte cercando di calmarmi focalizzandomi sulle palpebre che mi vibravano per il nervoso.

Scansai bruscamente il piumone andandomi a preparare per la prima lezione della giornata. Mi terrorizzava a tutti gli effetti l'idea di dover uscire da lì, ma dovevo. Dovevo farlo per me.
"Fa male, così male da togliere il fiato, perché è ingiusto patire per colpa alcuna, eppure si impara ad accettare che la vita è questa."

Mi fermai a fissare il soffitto bianco, poi sputai la schiuma di dentifricio sciacquandomi la bocca. Mi vestii nel modo meno attraente possibile, con cose larghe, comode ed estremamente confortevoli.

Preparai la borsa con il necessario e infilai le mani nelle tasche camminando a testa bassa fino all'aula dove si sarebbe tenuta la prima lezione. Passai tutta la mattinata con la testa chinata su quel piccolo banco, il braccio sotto la testa per sorreggerla e fingere di prestare attenzione alla lezione. Sembravano tutti di gomma, o di aria, o quel che sia, a chi volete che importi, sembravano solo assenti quando poi, in quel contesto, l'unica ad essere assente era la sottoscritta.

Avrei tanto voluto poter dire che mi sentivo al sicuro, ma in realtà mi sentivo completamente esposta, chiunque che anche solo per sbaglio posava lo sguardo su di me mi induceva ad abbassare il mio.

Appena aprii le porte della mensa Céline mi raggiunse per entrare con me, così presa dai miei pensieri neppure mi ero accorta che era stata alle mie spalle tutto quel tempo intenta a richiamare la mia attenzione tutto fuorché guardinga.

«Mi spiace per ieri» circondò la mia pancia con il suo braccio affiancandomi e sorrisi di nuovo, «non preoccuparti Céline, è tutto okay» le sorrisi cercando di convincere me stessa a credere nella mia stessa bugia, che andasse tutto okay.
Anche a me dispiace Céline, in modo spropositato.

𝐃𝐀𝐑𝐊 𝐎𝐁𝐒𝐂𝐔𝐑𝐄 | [h.s]Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt