ᵀᵂᴱᴺᵀᵞ ᵀᵂᴼ ❙ ᴰᴵᶠᶠᴱᴿᴱᴺᵀ ᴹᴼᴺᵀᴴ ᴰᴵᶠᶠᴱᴿᴱᴺᵀ ᴳᴵᴿᴸ †

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Dedicato
agli occhi tuoi miserabili
coperti
da un velo di serenità

†     †     †

Voglio essere quella
nuvola solitaria
che incombe sul cielo
spettacolare della sera;
che renda ancora più spettacolare
lo scenario.
Voglio essere quella cosa che,
nell'apparenza un fastidio,
sotto si riscopra essere
la bellezza in un qualcosa
già bello di suo

-𝒜. 𝑀.

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𝐴𝑙𝑎𝑠𝑘𝑎'𝑠 𝑝𝑜𝑖𝑛𝑡 𝑜𝑓 𝑣𝑖𝑒𝑤

Gli uccelli cinguettavano fuori, e la finestra della camera di Harry aveva la persiana abbassata, quindi la stanza era nella penombra, solo un po' di luce filtrava dagli occhielli; ma comunque, mi svegliai a causa del mio cellulare, che continuava a vibrare sotto il mio cuscino.

Allungai la mano per afferrarlo e accettai la chiamata ancora ad occhi chiusi senza muovermi di un millimetro, praticamente stavo ancora dormendo. «Avete fatto sesso?!» mi forò un timpano la voce di Céline alle otto del mattino, io ed Harry eravamo andati a dormire alle quattro se non più tardi, io sicuro: non ero riuscita a chiudere occhio dopo quello che era successo.

La sua domanda mi fece connettere immediatamente il cervello e le mie guance assunsero un colorito rossastro, inducendomi a coprirmi la faccia con una mano.
«Ma che? No—» sussurrai facendo per alzarmi, ma il braccio di Harry mi stava circondando la vita.

«Ma come no adesso?» si lamentò e mi sbattei letteralmente una mano sulla fronte, sorrisi e lanciai un'occhiata ad Harry accanto a me prima di trattenermi dal ridere e sussurrarle: «cerco di uscire dal letto senza svegliarlo e ti chiamo, okay?».

«Avete dorm—» non riuscì a finire la frase che le chiusi in faccia. Gettai di nuovo la testa sul cuscino guardando il soffitto scuro, la stanza di Harry era tutta nera e anche il suo letto era matrimoniale, era simile alla mia, solo che la sua era praticamente tutta nera e grigia, a partire dal piumone.

Sorrisi come un'idiota coprendomi il viso con le mani e mi girai a guardare Harry. Si era messo una maglia perché non voleva che mi sentissi a disagio, anche se mi aveva detto più volte che gli dava fastidio dormire vestito. Aveva la faccia schiacciata contro il cuscino e un rivolo di saliva era sulla fodera nera, che aveva creato una piccola chiazza all'angolo della sua bocca più chiara. Sembrava così sereno, e anche solo pensare di poterlo far soffrire mi uccideva. Non avrei mai voluto renderlo triste o fargli del male, era la persona più buona del mondo, che meritava solo amore e felicità.

𝐃𝐀𝐑𝐊 𝐎𝐁𝐒𝐂𝐔𝐑𝐄 | [h.s]Where stories live. Discover now