ᶠᴼᵁᴿᵀᴱᴱᴺ ❙ ᴴᴵᴰᴱ ᴵᴺ ᵀᴴᴱ ᴸᴵᴳᴴᵀ †

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2° ❙ 𝘈𝘧𝘧𝘳𝘰𝘯𝘵𝘢 𝘶𝘯 𝘣𝘢𝘭𝘭𝘰

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2° ❙ 𝘈𝘧𝘧𝘳𝘰𝘯𝘵𝘢 𝘶𝘯 𝘣𝘢𝘭𝘭𝘰




Dedicato
agli amanti
del pericolo:
innamoratevi.

†     †     †

L'amaro in bocca aumenta,
tento di rispondere:
eppure mi affoga.

-𝒜. 𝑀.

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𝐴𝑙𝑎𝑠𝑘𝑎'𝑠 𝑝𝑜𝑖𝑛𝑡 𝑜𝑓 𝑣𝑖𝑒𝑤

"Dovresti sforzarti, uomo dal cuore di zucchero, non lasciare che ti conduca nel buio, nasconditi nella luce" era l'unica frase che continuavo a ripetermi tra me e me da almeno venti minuti, era una cantilena straziante e noiosa, a cui però non riuscivo proprio a sottrarmi. Il pensiero di Harry che mi rimaneva al fianco tutta la vita doleva, era una morte lunga e dolorosa; non stavo affatto parlando per me: ma per lui.

«Va tutto bene?» mi chiese distogliendomi dai miei pensieri e annuii prestando la mia attenzione al suo viso illuminato di porpora e magenta.
Eravamo già seduti da un paio di minuti dietro a quel tavolino, su quei poufs; i ragazzi rivolgevano occhiate stranite ad Harry che non sembrava farci caso, al contrario mio che sembrava di mandar giù una lama piuttosto che la saliva ogni volta.

Seguii con lo sguardo due ragazze che scossero la testa guardando me e lui insieme evidentemente deluse dall'imbarazzante scelta del riccio. Perché continuavo a torturarmi?

«Vuoi mangiare qualcosa?» mi chiese in un tono dolce e pacato poggiando la mano fredda sul mio ginocchio, il che mi fece sobbalzare e di conseguenza fargli spostare la mano. Scossi con vigore la testa: «no, sto bene così—».

«—Due hamburgers, sì solo acqua grazie» m'interruppe dando l'ordine al cameriere e sospirai sorridendo cercando di reprimere tutto. Voleva che mangiassi, lo faceva per me: avrei mangiato.

«Hey Harry, bella scelta! Quando hai finito passamela» era un ragazzo alto e moro pure lui, con due grandi occhi azzurri e vestito di tutto punto; la sua giacca sembrava seta, eppure la sua lingua tagliava.
Harry fece per alzarsi, ma mi aggrappai con entrambe le mani al suo braccio trattenendolo a sedere, si girò nervoso verso di me e fissai le sue mani strette tra di loro e bianche, il sangue non passava: «dammi una sola buona ragione per non andare a prenderlo a calci e giuro che me ne rimarrò qui» negoziò con stizza e misi le mie mani sulle sue per aprirle e fargliele rilassare, tirò immediatamente un sospiro di sollievo e cercai nei meandri del mio corpo quanta più convinzione possibile: «perché non voglio, Harry. Sto bene» cercai di rassicurarlo al meglio che potevo. In parte ero stata sincera, ma non era propriamente vero al cento per cento, diciamo che, a quel punto, chi lo distingueva più il bene dal male se si aveva il terrore di vivere nel bene?

𝐃𝐀𝐑𝐊 𝐎𝐁𝐒𝐂𝐔𝐑𝐄 | [h.s]Where stories live. Discover now