ᵀᴴᴵᴿᵀᵞ ᴼᴺᴱ ❙ 𝟓𝟎𝟖𝟒 †

145 7 0
                                    

↴

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.



" Dedicato
alla leggerezza
con cui si scardinano
le sicurezze altrui "

†     †     †

A confortare il mio animo
era la consapevolezza che,
anche se non facevi più
parte della mia vita,
eri ancora parte del mio mondo.

E andava bene così.

-𝒜. 𝑀.

。☆✼★━━━━━━━━━━━━★✼☆。

Alaska's point o f view

Sentii dei leggeri scossoni, dormivo pesantemente e mi ci volle qualche secondo per rendermi conto che qualcuno nella vita reale mi stava scuotendo per le spalle, e non solo nel sogno. Aprii gli occhi di scatto ritrovandomi il viso di Céline incollato al mio, che mi guardava con un sorriso furtivo. I suoi occhi scuri brillavano e filtravano la luce dell'aereo.

«Siamo arrivati?» chiesi levandomi di dosso la coperta; lei si alzò annuendo, si sgranchì le gambe prima di infilarsi il suo cappotto di montone. «Continuerai a dormire in Hotel, hai bisogno di riposarti molto per affrontare la serata di domani, che credimi, non sarà una passeggiata» si infilò un paio di lenti scure e storsi il naso accorgendomi che fosse notte, e che non c'era il bisogno di portare gli occhiali da sole.

Un uomo mi venne incontro per passarmi un cappotto nero e un cappello che afferrai con riluttanza cedendogli a malincuore il mio piumino.
L'aria fredda di Washington mi filtrò nei polmoni facendomi frizzare sul posto prima di scendere le scalette, quando toccai il corrimano d'acciaio dovetti ritirare con immediatezza spaventosa il palmo, era ghiacciato.

«Alaska, dài muoviti! Sono incinta mica vuoi far diventare un polaretto il mio feto?» gridò lei da lontano con un piede già nel SUV.
Mi accorsi della presenza di due uomini alle mie spalle, vestiti con una giacca, una camicia e dei pantaloni all'apparenza sottili. Portavano un auricolare nell'orecchio sinistro entrambi. Il freddo non sembrava scalfire la loro apatia e risolutezza, mi dispiaceva così tanto per loro ma non ebbi il coraggio di parlare. Lanciai un'occhiata nella loro direzione di soppiatto, avevano due valigette in mano e quello più alto stava trasportando anche la mia valigia.

Jo Ward.

Allora c'era qualcosa sotto.

Harry andava fuori con il padre per chiudere degli affari e quando tornava era in condizioni terribili.
Emily, perché era con Emily? E perché la mamma di Céline portava lo stesso cognome del mio stupratore?

Ero stanca di farmi andare bene la supposizione che fosse tutto una coincidenza, e ancor di più di sentirmi dire che esageravo e che erano bugie a fin di bene. Volevo avvalermi della mia libertà, e quella si ottiene solo attraverso la conoscenza.

𝐃𝐀𝐑𝐊 𝐎𝐁𝐒𝐂𝐔𝐑𝐄 | [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora