ˢᴵˣᵀᴱᴱᴺ ❙ ᴵᵀ'ˢ ᴴᴵˢ ᶠᴬᵁᴸᵀ †

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Dedicato a chi
mi ha guardata
negli occhi e
si è chiesto
a cosa stessi
pensando

† † †

Capace di riflettere la sua luce su di me,
illuminare la stanza raccapricciante e oscura in cui mi ero rinchiusa da sola.
Gelo, dolore e incatenata ai miei ricordi,
eppure c'era di peggio:

mi stavo innamorando.

-𝒜. 𝑀.

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𝐴𝑙𝑎𝑠𝑘𝑎'𝑠 𝑝𝑜𝑖𝑛𝑡 𝑜𝑓 𝑣𝑖𝑒𝑤

Le lingue di fuoco attraversavano la canna fumaria della tavola calda fino a raggiungere il comignolo all'esterno, da cui palesemente il fumo si disperdeva nell'aria. Sistemai meglio il palmo su cui ci era poggiata la mia guancia; il fuoco sembrava la cosa più interessante e affascinante del mondo, in quel contesto.
Riusciva a trasmettermi calore non solo esternamente, ma era dentro che ne avevo più bisogno, tremavo.

I miei occhi erano velati d'arancione e un rosso carminio solcò le mie guance facendo a botte col pallore della mia pelle, ma era così rilassante. Lo scoppiettio della legna che ardeva mi fece chiudere gli occhi e prendere un grande respiro, in quell'aria viziata che sapeva di sigaro e patate al forno.

Chiusi gli occhi, il rumore del focolare rese più attento il mio udito; quando qualcosa mi rilassava mi attirava, non so se v'è mai capitato... tutto si azzerava e poi lo sentivo sussurrare: non avvicinarti troppo, dentro è buio, è qui che i miei demoni si nascondono.

Mi incolpava? Cercava di darmi un qualche consiglio, forse? Le fiamme mi attiravano ma erano simbolo di impurità e potenza, e dove c'è forza c'è dolore, e dove c'è dolore e strazio giacciono i demoni di guardia.

«Sei stanca?» realizzai in quel momento che la cosa più consolante in quel preciso istante per me non era più il fuoco, ma la voce di Harry; per quanto timore mi incutesse, anche se non riuscivo a fidarmi ancora completamente di lui.

Annuii energicamente immaginando con l'acquolina il mio letto in cui ero solita rifugiarmi e il silenzio dove al contrario sentivo il bisogno di nascondermi.

Mi alzai io per prima e poi lui, che seguì con lo sguardo le mie mosse. Fuori si gelava, ma fortunatamente l'auto di Harry era vicina.
Sentivo il suo sguardo bruciare sulla pelle anche se non riuscivo a vederlo direttamente negli occhi, ma sapevo che c'era: «stai bene?» mi chiese accorgendosi del mio silenzio e del mio essere così pensierosa; sì, c'erano un paio di pensieri che mi frullavano per la mente.

𝐃𝐀𝐑𝐊 𝐎𝐁𝐒𝐂𝐔𝐑𝐄 | [h.s]Where stories live. Discover now